Il giorno dell’Ascensione al Cielo Gesù ha affidato alla sua Chiesa il mandato missionario che è di essere testimoni coraggiosi del mistero della sua morte e resurrezione, mossi dallo Spirito Santo e assistiti dalle schiere celesti affinché tutti credano in Cristo quale unico Salvatore del mondo.
Gesù ha fatto la sua parte. Ha compiuto in tutto la volontà del Padre suo. Si è consumato per annunciare il Vangelo e ha mostrato con la sua vita la luce sfolgorante della grazia che salva e redime. Ha rivelato il mistero nascosto nei secoli del Dio uno e trino che ama l’uomo di eterno amore e vuole la salvezza di tutti.
Ma nella sua umanità Gesù era anch’Egli limitato. Il suo tempo è stato breve: appena trentatré anni e non ha potuto più operare direttamente nella sua carne umana. Ecco perché ha chiesto e chiede alla sua Chiesa, che siamo noi, di perpetuare sino alla fine dei tempi l’opera che lui ha iniziato perché essa raggiunga il suo perfetto compimento.
Gesù è asceso al Cielo, è vivo ed è presente in cielo, in terra e in ogni luogo con una presenza spirituale, immortale, incorruttibile e gloriosa, ma questo non è sufficiente perché l’umanità si salvi. È necessario che ogni battezzato, secondo la sua particolare vocazione e i suoi particolari carismi, si lasci muovere e condurre dallo Spirito Santo nel compimento di tutta la volontà di Dio a beneficio dei fratelli.
La missione della Chiesa è qualcosa di grande, di veramente grande. Siamo chiamati tutti, personalmente, anche se con responsabilità differenti, ad essere presenza di Cristo in mezzo agli uomini, trasparenza del suo amore che redime, mediatori della sua grazia e testimoni della sua verità.
La missione della Chiesa non ha eguali. Non li ha oggi e né mai li avrà, perché è missione salvifica che ha nel cuore dell’Altissimo la sua origine e la fonte perenne del suo esistere.
Eppure oggi, purtroppo, è facile smarrirsi e perdere di vista lo specifico fine per cui la Chiesa è stata partorita dalla croce da Cristo Gesù e per cui è stata pensata sin dall’eternità.
La società, secolarizzata e frenetica, è di grande tentazione. Si vuole una Chiesa che faccia opere umane, che risolva i problemi dell’uomo quali possono essere la povertà e la malattia ad esempio, ma non si vuole una Chiesa che annunci il Vangelo e immerga ogni uomo nella grazia di Dio che solo a lei è stata affidata.
Pertanto bisogna stare attenti, perché è facile cadere nel tranello satanico di tradire la propria missione, di privare l’umanità di quello specifico che è solo della Chiesa e che nessun altro potrà mai dare.
Oggi l’uomo è visto in modo totalmente distorto. È considerato un corpo pensante, un animale intelligente, un ammasso di cellule con un sistema nervoso centrale e periferico, ma non è contemplato nella sua grandezza di creatura fatta ad immagine e somiglianza di Dio e capax Dei (cf. Gn 1,26-27).
Così una Chiesa che si preoccupi della nuova creazione che passa per la conversione e il perdono dei peccati è ritenuta inutile, considerata come un’Istituzione obsoleta che non serve più. Tanto in basso purtroppo si è caduti. La cecità spirituale è grande in molti e le tenebre dell’errore si infittiscono sempre più.
Il problema però non lo può risolvere il mondo dei non credenti. Lo dobbiamo risolvere noi battezzati che siamo la Chiesa di Gesù Cristo. Lo devono risolvere prima di tutto i Pastori della Chiesa che hanno la responsabilità di custodire il depositum fidei con ogni cura e nella grande santità.
Se ciascuno di noi, ognuno secondo la sua particolare vocazione, ci daremo da fare per comprendere e realizzare il fine specifico per cui Gesù ha voluto la sua Chiesa, di certo in poco tempo il mondo vedrà agire attraverso di noi l’onnipotenza di Dio, che sola può convertire i cuori e renderli specchio del cuore di Cristo Signore.
In questo dobbiamo sostenerci a vicenda, con serenità ma anche con fermezza d’animo, consapevoli che Gesù confida in noi, in ciascuno di noi. A noi lui chiede di fare nuove tutte le cose, divenendo strumenti dello Spirito Santo come lui lo è stato.
Possiamo riuscirci, nonostante le grandi difficoltà e la mentalità corrente che è ripiegata su un immanentismo radicale e tenta in molti modi di soffocare la luce che ogni cristiano è chiamato a sprigionare ovunque.
Noi però dobbiamo credere in ciò che Dio ha fatto di noi e in ciò che lui ci chiede di fare. Dalla nostra fede convinta e dal nostro amore che ci deve spingere all’obbedienza perfetta allo Spirito Santo nascerà la salvezza per il mondo intero.
Ci aiuti la Vergine Maria, nostra Madre e Regina, e ci ottenga per questo ogni grazia necessaria.
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