Tendi alla Pietà, uomo di Dio – XXVI Ord (C)

Tendi alla Pietà, uomo di Dio – XXVI Ord (C)

Spesso abbiamo della pietà un concetto errato, perché pensiamo sia un sentimento che ci fa vedere l’altro come uno sventurato che merita la nostra compassione a causa della sua condizione miserevole, dal punto di vista economico, sociale o fisico.

Colui che abbiamo dinanzi, in questo caso, appare come qualcuno tristemente destinato a rimanere quello che è, succube degli eventi e relegato ai margini della società e della vita della Chiesa. È in qualche modo il povero Lazzaro da lasciare lì, sull’uscio della porta, e a cui dare – appunto per pietà – un tozzo di pane. Nulla di più. Da questa categoria di “poveracci” sono esclusi i peccatori e in particolare coloro che ci fanno soffrire e magari banchettano lautamente, ricoperti di splendide vesti e seduti sui loro divani.

In verità la Pietà è molto di più di tutto questo nella prospettiva biblica e teologica, che la fa essere prima di tutto uno dei sette doni dello Spirito Santo, da chiedere con preghiera costante e a cui tendere con tanta buona volontà, secondo gli insegnamenti dell’apostolo Paolo: «Tu, uomo di Dio, tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza» (cf. 1 Tm 6,11)

La pietà, nel senso cristiano del termine, è capacità di amare tutti alla maniera di Cristo che «non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva» (cf. Ez 33,11), che vede il fratello in difficoltà e non rimane cieco e indifferente dinanzi alle sue sofferenze, che non esclude nessuno dal suo cuore cristico. È capacità di amare il povero e il ricco per aiutare entrambi a divenire parte viva del mistero di Cristo, seppure con vocazioni differenti, con croci che assumono volti diversi.

La pietà è prendersi cura dell’altro, chiunque esso sia, prenderlo per mano nel cammino della vita con tanta pazienza e pagando di persona, se necessario, affinché egli «abbia la vita e l’abbia in abbondanza» (cf. Gv 10,10).

Immagine eloquente della pietà è Gesù Buon Pastore, che vede l’uomo bisognoso di grazia e misericordia e lo va a cercare, non si stanca di sopportare le sue cadute, ha compassione delle sue ferite, non viene meno finché lo trova e fa di tutto per ricondurlo all’ovile, lontano dai pericoli e dalle bestie feroci (cf. Gv 10).

L’uomo pietoso, come il Buon Pastore, conosce la condizione umana, la fragilità della nostra natura, la difficoltà che ne deriva di fare il bene nonostante i buoni propositi. Perciò egli non pretende la perfezione all’istante, ma accompagna chiunque ha come suo compagno di viaggio, con tanta fatica e attendendo il tempo della conversione e della santificazione.

Costui non giustifica il male, ma d’altro canto non condanna il peccatore. Si astiene da ogni giudizio, consapevole che a nessuno è dato di conoscere il cuore dell’altro, perché tale potestà l’Onnipotente l’ha riservata a sé. Pietoso è Gesù crocifisso e il cristiano che come lui sa dire: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno…Mi offro io a Te come olocausto e sacrificio di soave odore, al posto di chi mi percuote, perché ancora non ti ha conosciuto e non ti ama” (cf. Lc 23,34).

Ha pietà chi non amplifica gli errori altrui. Chi non usa i Social o la lingua per ferire, percuotere o addirittura rovinare la vita della gente. Chi non parla male di chi ha sbagliato e forse continua a farlo. Chi prega e continua a sperare che la conversione è possibile e che la grazia di Dio è capace di compiere grandi prodigi nella persona umana. Chi sa far finta di nulla quando viene offeso, attaccato ingiustamente, messo da parte come il povero Lazzaro, piagato nel corpo e nello spirito.

La Pietà è dono dello Spirito Santo assai necessario ad ogni cristiano. Solo se siamo ricolmi di essa possiamo sopportare ogni cosa, mentre contempliamo lo sguardo di Gesù crocifisso, agonizzante dall’alto della Croce che dice a ciascuno di noi: «Ho sete di anime! Non datemi aceto! Non vogliate dissetarmi con il vostro peccato! Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi e datevi da fare, giorno e notte, per condurre a me ogni cuore, ogni anima, perché solo Io sono il Redentore, Colui che dona pienezza alla vita dell’uomo! Aiutatemi a salvare quante più anime possibili! Siate pietosi e misericordiosi come lo è il Padre vostro che è nei cieli!» (cf. Gv 19,28; cf. Lc 6,36).

Ognuno di noi, facendo tesoro dell’invito dell’Apostolo Paolo, stia lontano «da questioni oziose e discussioni inutili…dalle invidie, dai litigi, dalle maldicenze e dai sospetti cattivi…dalla vanagloria e dall’avidità del denaro che è la radice di tutti i mali» (cf. 1 Tm 6,3-10), da ogni sentimento che ci separa gli uni dagli altri e prima ancora ci separa da Dio, perché non ci fa essere conformi a Gesù, nostro unico Maestro.

Ognuno di noi tenda «alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza, combattendo la buona battaglia della fede e cercando di raggiungere la vita eterna alla quale siamo chiamati» (cf. 1 Tm 6,11-12). Ognuno di noi diventi trasparenza viva di Cristo nel mondo affinché tutti possano contemplare in noi il suo volto di misericordia che ha pietà di tutti e vuole la salvezza di tutti.

La Vergine Maria interceda per noi e ci ottenga la grazia di amare come Lei ama, da Madre solerte, attenta ai bisogni dei suoi figli e sempre pronta a prenderli per mano nel cammino della loro santificazione.

 

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