Uomo di poca fede, perchè hai dubitato? – XIX Domenica Ord A

Uomo di poca fede, perchè hai dubitato? – XIX Domenica Ord A

E subito Gesù tese la mano, afferrò Pietro e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?» (cf. Mt 14,22-33).

Per camminare sul mare della storia senza affondare in esso è necessario avere una grande fede in Cristo Gesù. Solo lui è il Signore degli eventi e della creazione. Solo lui può sostenerci e far tacere i venti impetuosi della tentazione e della prova che si abbattono su di noi.

Se ci dimentichiamo di Gesù, o addirittura pensiamo stoltamente di poter fare a meno di lui, ci mancherà il terreno sotto i piedi e saremo inghiottiti vivi. La storia volgerà prima o poi a nostro sfavore e non riusciremo a raggiungere la riva dell’eternità beata.

Si badi che questa legge è valida per tutti. Non ci sono deroghe per nessuno perché l’uomo è stato creato in una condizione di indigenza strutturale. Che lo voglia ammettere o no le cose non cambiano. La vita non è in noi. Ci è data da Dio giorno per giorno e istante per istante, così come tutte quelle grazie naturali e soprannaturali di cui abbiamo bisogno per vivere e per edificare il Regno di Dio. Se il Signore decidesse di abbandonarci per un solo millisecondo, scompariremmo tutti dalla faccia della terra.

Ciò che il Vangelo di questa XIX Domenica del Tempo Ordinario (A) insegna è che Cristo Gesù è necessario. Invocarlo con fiducia nella preghiera e ascoltarlo mentre parla al nostro cuore per indicarci la via della salvezza non sono atti di devozione fine a se stessa o pratiche religiose che in qualche modo appagano la coscienza. Sono il respiro del nostro essere e le fondamenta su cui soltanto si può costruire il presente e il futuro. Stesso discorso vale per l’Eucaristia e gli altri Sacramenti che sono il canale obbligato perché la grazia possa sanare, elevare, santificare la nostra natura quanto mai fragile.

Dove Cristo è messo da parte l’uomo fallisce la sua esistenza perché gli manca il Tutto che dona senso e compimento a tutto ciò che si è e che si fa.

Ma cosa significa avere fede in Cristo? La risposta è semplice ma difficile da vivere. Avere fede in Cristo significa fondare la nostra vita sulla sua Parola e su nessun’altra. Sia la Parola che è scritta nella Bibbia e che la Chiesa insegna e interpreta in modo autorevole, sia la Parola che Gesù dice per mezzo dello Spirito Santo specificatamente al nostro cuore. La Parola che dobbiamo porre a fondamento del nostro esistere è il Vangelo nella sua interezza che vale per tutti, ma anche la nostra particolare vocazione, la missione che il Signore ci ha affidato chiamandoci a lavorare nella sua Vigna, i carismi di cui siamo stati ricolmati, quel particolare invito ad andare verso di lui che Gesù ci rivolge guardandoci negli occhi e in cui vi è tutta l’unicità irripetibile della nostra persona che è scritta nel nostro essere e che dovremmo portare a compimento.

Una fede che prescinde dalla Parola di Gesù e dalla sua volontà è una fede inefficace contro le forze del male che vogliono divorarci. Prima o poi mostrerà la sua inconsistenza e per noi sarà la fine.

Vi è però un altro pericolo dal quale dobbiamo guardarci. Esso è sottile, invisibile, nascosto nel cuore. È il pericolo di dubitare che la Parola di Dio si compia nonostante il vento della prova soffi con violenza su di noi. Pietro credette nella Parola di Gesù – “Vieni!” – ma solo finché tutto andava bene. Dinanzi alla difficoltà della traversata fece trionfare i suoi pensieri e sarebbe affondato miseramente se Gesù non lo avesse salvato con un grande atto di misericordia.

La nostra tentazione è sempre una: pensare che Dio sia un ingannatore, che cioè ci prenda in giro chiedendoci qualcosa che in realtà non possiamo fare. È vero, la storia è irta di insidie. I tranelli di Satana, le prove, le sofferenze, gli ostacoli sono infiniti. Ma è proprio quando il vento soffia forte contro di noi che dobbiamo rinsaldarci nella fede e non cedere alle lusinghe del serpente antico che vuole farci dubitare del Dio onnipotente che mantiene sempre le sue promesse.

Se Pietro avesse avuto fede, avrebbe potuto camminare sulle acque. Non per le sue forze, ma perché quella parola pronunciata da Gesù era una parola garantita dall’onnipotenza di Dio.

Per noi vale la stessa legge. Nei momenti difficili della nostra vita, quando tutto sembra vacillare, quando sembra che per noi non ci sia più nessuna possibilità di salvezza, dobbiamo ancorarci al Vangelo e credere con tutte le nostre forze che Gesù non mente. Lui ci ama e se lo ascoltiamo riusciremo ad attraversare indenni le burrasche più devastanti. La nostra fede, la nostra obbedienza a quanto lui ci chiede di fare, la nostra preghiera costante, il nostro amore per lui saranno la nostra vittoria.

La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci assista tutti i giorni della nostra vita e sia nostro scudo e nostra forza in particolare nei momenti in cui ci sentiamo mancare il terreno sotto i piedi.

Per la liturgia della XIX Domenica del Tempo Ordinario clicca qui