Per comprendere il dono di cui parliamo oggi dobbiamo partire da quanto Giovanni il Battista dice di Gesù vedendolo venire verso di lui: «Ecco l’Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29).
Gesù non è come tutti gli altri. Lui è il più forte, è l’Onnipotente che può compiere il prodigio più grande che si possa immaginare: estirpare il peccato dal cuore dell’uomo. È questa un’opera straordinaria nel suo genere, che solo da lui può essere compiuta nella potenza dello Spirito Santo.
Chi accoglie Cristo e crede in lui viene liberato da questo virus mortale che attanaglia l’umanità. Chi rifiuta Cristo, invece, rimane schiavo in catene e vittima del principe di questo mondo.
Togliere il peccato dal cuore dell’uomo non è cosa che può fare l’intelligenza umana. Né la può fare la scienza di oggi, di domani e di sempre. Tale opera è un vero prodigio che supera ogni altro prodigio o miracolo, perché impegna tutta l’onnipotenza divina.
Lo dice Gesù ai farisei, che pensavano – come molti cristiani di oggi – che il miracolo del corpo fosse più difficile da compiere del miracolo del cuore nuovo:
«Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». (Mt 9,4-6).
Gesù non lascia l’uomo che crede in lui nella sua condizione miserevole. Lo perdona, toglie il suo peccato e fa sì che costui si rialzi e assapori la gioia di vivere in comunione con Dio e con i fratelli, nello stato di grazia che rasserena l’anima e lo spirito.
È questo un messaggio di vera speranza che bisogna dare alla nostra società, in cui troppi sono coloro che dicono che il peccato non si può vincere, che va accettato e giustificato, che va addirittura legalizzato per non appesantire o turbare le coscienze.
Il Vangelo è questo annuncio di vita nuova che noi cristiani non possiamo tradire assecondando la mentalità pagana dei nostri tempi. Gesù è l’Agnello che toglie il peccato, e il peccato è il vero nemico dell’uomo.
Dire che nel peccato si può essere felici e che la conversione non è cosa buona, perché è mortificazione della dignità umana, è falsità assai pericolosa che dilania il futuro delle nuove e vecchie generazioni. È altresì rendere vana la croce di Cristo, non credere nella potenza della grazia di Dio, rinchiudere se stessi e gli altri in una triste condizione esistenziale senza alcuna apertura alla trascendenza.
Un conto è dire che è necessario fare un cammino quotidiano di conversione, che cioè non si vince il male in un istante. Un conto è dire che il male non si può vincere. Sono due cose assai diverse.
Il perdono dei peccati e la loro abolizione dal cuore è promessa che Gesù ci ha fatto e che mantiene, se noi crediamo in lui.
Prima di concludere questa breve riflessione, una cosa va detta con forza: questo grande prodigio ha bisogno della Chiesa, e in particolare del Sacramento della Confessione. Gesù lo ha deciso e perciò ha voluto e vuole che siano i suoi ministri ad assolvere quanti ritornano pentiti alla Casa del Padre suo.
Non ci si confessa da soli. Il Sacerdote è necessario perché il peccato venga non solo perdonato, quanto anche estirpato dal cuore, che al contempo viene reso cuore di carne, capace di obbedienza perfetta. È il Sacerdote lo “strumento umano” che rende possibile il grande prodigio di cui parliamo. La grazia sacramentale infatti è data dai ministri della Chiesa per via mediata, e non si riceve per via diretta.
Parleremo più avanti, con maggiore dovizia di particolari, della Confessione. Per ora basti sapere che non si tratta affatto di un Sacramento opzionale. Chi vuole vincere il peccato non ne può fare a meno, e la deve vivere con cuore umile e desiderio vivo di camminare nella volontà di Dio.
La Confessione infatti non è per continuare a peccare impunemente. È per vincere il male ed essere resuscitati nello spirito e nell’anima dall’onnipotenza di Dio.
La Vergine Maria, che ha schiacciato la testa del serpente con il suo calcagno, ci aiuti, ci sorregga, interceda per noi.
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