Nel Discorso della Montagna (Mt 5-7), che tutti noi dovremmo conoscere a fondo e meditare più volte nel corso della nostra vita, Gesù è presentato a noi come Maestro autorevole di verità.
Egli parla con sapienza e istruisce quanti lo ascoltano perché abbiano in Lui vita e salvezza:
«Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli…» (Mt 5,1ss).
Dal testo ispirato, che fa riferimento al verbo “insegnare”, comprendiamo facilmente che Gesù non si limitava a dire il Vangelo. Con parole opportune e grande autorità ne spiegava anche il significato profondo e ne dava la retta interpretazione. Egli stesso conosceva bene infatti la parabola del Seminatore, che sottolinea quanto sia importante comprendere la Parola di Dio affinché questa non venga portata via dal Maligno (cf. Mt 13,1-9.18-23).
Questo particolare non è secondario e ci aiuta a capire che la Catechesi è parte essenziale e primaria del processo di evangelizzazione.
Essa è dono prezioso che ogni Sacerdote – soprattutto se Parroco – deve fare a quanti gli sono stati affidati. È dono da preparare con cura, amore, somma accortezza affinché sia lo Spirito Santo a parlare per condurre i presenti alla verità tutta intera.
La Catechesi non è un optional nella vita cristiana. Solo attraverso di essa si chiarificano i dubbi di fede che pregiudicano il cammino verso la perfetta santità, e pian piano si fa proprio il pensiero di Cristo. La Catechesi apre lentamente le menti e i cuori e pianta in essi la Parola di Dio affinché porti abbondanti frutti di salvezza.
Se oggi molti cristiani non pensano in modo evangelico, è perché non partecipano alla Catechesi. Così rimangono annebbiati da mezze verità e stentano a fortificarsi nella fede che ha bisogno di una conoscenza approfondita e sistematica della Parola rivelata.
Quanto sarebbe bello se ogni discepolo di Gesù si innamorasse della Catechesi! In breve tempo cambierebbe la storia, perché i cristiani diventerebbero “luce del mondo e sale della terra”.
Nella Catechesi si può instaurare un dialogo di salvezza tra pastore e gregge. Un dialogo in cui le domande di uno aiutano la fede dell’altro. Un dialogo in cui si cammina insieme, crescendo in sapienza, nella stima e nel conforto reciproco.
La Comunità parrocchiale ed ecclesiale nasce dalla formazione delle coscienze. Un popolo non formato non è popolo affidabile. Non comprende il linguaggio misterioso di Dio e facilmente si lascia trascinare qua e là da ogni vento di dottrina.
Senza formazione, e dunque senza Catechesi, non vi è compattezza e stabilità. Si è disuniti, perché ognuno ha il suo pensiero. In fondo è questa la storia antica e sempre nuova della Torre di Babele: ognuno vuole salire in alto più possibile, fino ad arrivare a sostituirsi a Colui che è il Sapiente.
La Comunità primitiva era “un cuor solo e un’anima sola”, perché era una Comunità che aveva messo al centro la Catechesi, la formazione di ogni suo membro. Infatti «tutti erano perseveranti nell’insegnamento degli Apostoli» (At 2,42) e li ascoltavano volentieri.
Nella Catechesi bisogna credere molto. Oggi più che mai, perché ci sono troppi falsi maestri che dicono tutto e il contrario di tutto, con un’abilità che fa spavento.
Chi si ama deve amare la Catechesi e chiedere al Sacerdote questo dono sublime. Chi si ama e ama i suoi fratelli deve altresì tenere presente che non partecipare alla Catechesi è farsi del male. È aprire le porte del cuore alla falsità di Satana, lasciare che il pensiero suadente del mondo faccia breccia e porti tanto scompiglio.
L’augurio è che ogni Sacerdote creda fermamente nella Catechesi e si impegni a crescere ogni giorno per istruire le sue pecorelle. L’augurio è che anche ogni fedele si lasci formare dai Pastori della Chiesa, senza cercare diversivi e rivestendosi di grande umiltà.
La Vergine Maria, Donna sapiente e ricca di ogni virtù, ci assista e ci sostenga, interceda per noi e ci ottenga un cuore in tutto simile al suo.
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