Fede e comunione ecclesiale – II Domenica di Pasqua

Fede e comunione ecclesiale – II Domenica di Pasqua

La vicenda tanto famosa di San Tommaso, che non ha creduto alla testimonianza dei suoi amici riguardo la Resurrezione di Gesù, deve insegnare a tutti noi che la comunione ecclesiale è una dimensione essenziale della vita cristiana.

Gesù vuole che camminiamo insieme, sostenendoci a vicenda e divenendo gli uni per gli altri voce dello Spirito Santo e sua manifestazione visibile. Chi pretende di camminare da solo, si perde nei meandri dei suoi pensieri. Presto o tardi Satana farà breccia nel suo cuore e lo porterà alla rovina.

Si cammina insieme se nel cuore vi è la consapevolezza che nessuno basta a se stesso. Tutti abbiamo bisogno di tutti perché il Signore ci ha creati per la comunione. Noi siamo “a sua immagine e somiglianza” e lui è nella sua essenza comunione di Persone distinte che sussistono e vivono nella perfetta sinergia dell’unica natura divina.

La stessa Redenzione non è forse un’opera stupenda di comunione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e tra loro e quanti credono nella Parola della salvezza? Basterebbe pensare all’Incarnazione del Verbo. Il Padre chiede, il Figlio risponde, lo Spirito Santo realizza stendendo la sua ombra sul seno purissimo della Beata Vergine Maria. La comunione tra il Cielo e la terra è stata piena, perfetta, assoluta. Se uno solo di questi “Anelli” della catena fosse mancato, noi saremmo ancora nella morte e schiavi del principe di questo mondo di tenebra. La comunione è stile di vita per la Trinità e lo deve diventare anche per ciascuno di noi.

Una Chiesa che non vive in comunione non rispecchia la sua origine soprannaturale. È un’istituzione umana e nulla di più. Nessuno crederà al suo annuncio perché non vedrà in lei realizzata quella Parola di cui si fa paladina. Del resto Gesù ce l’ha detto: “Da questo vi riconosceranno che siete miei discepoli: se vi amerete gli uni gli altri come io vi ho amati”. Cioè se saprete rinfrancarvi a vicenda, confortarvi nella fede, soccorrervi nei momenti difficili, gioire nei momenti di gioia, portare i pesi gli uni degli altri, mettere a frutto in sintonia i carismi che lo Spirito Santo vi ha donato, diventare insomma l’uno la forza e il sostegno dell’altro. Questo sia sul piano materiale che su quello spirituale.

In questa direzione tutti dobbiamo lavorare alacremente, perché soltanto insieme potremo sconfiggere le forze del male che vogliono dividerci e farci vedere l’altro come un nemico o un imbroglione e non come un dono di Dio. Gesù desidera una Chiesa che sia ben compaginata nelle sue membra perché solo questa Chiesa può costruire il Regno di Dio e prima ancora mostrarne la celeste bellezza al mondo intero.

«Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo» (Gv 20,26).

L’Apostolo Tommaso non è stato lodato per la sua incredulità, e noi non possiamo appellarci a lui per vivere la fede al di fuori del corpo ecclesiale. Se lo facciamo, la diffidenza prevale sulla fiducia reciproca e lentamente ci rende sordi al richiamo di amore che Gesù fa risuonare ai nostri orecchi tramite coloro che lui stesso ci ha messo accanto. La propensione a concepire la fede come un fatto solitario piuttosto che un evento ecclesiale è una delle tentazioni più suadenti che assalgono i cristiani di ogni tempo, perché è quando ci isoliamo che diventiamo vulnerabili, rinchiusi come siamo nelle nostre false sicurezze che nascono da una sottile ma quanto mai pericolosa superbia.

Il discepolo di Gesù sa essere umile e si lascia aiutare da Dio che però, il più delle volte, non opera direttamente ma per via mediata con quella sapienza che muove la storia in modo quanto mai misterioso.

La comunione ecclesiale pertanto – che è richiesta sia ai ministri ordinati che ai fedeli laici e ai religiosi in senso sia orizzontale che verticale – è la sfida sempre da cogliere e al tempo stesso la carta vincente di cui abbiamo bisogno tutti quanti se vogliamo giungere alla perfetta professione di fede in Gesù Signore e Maestro. Camminare insieme costa sacrificio, ma è questa l’unica via che ci fa cristiani autentici e testimoni credibili dell’amore di Dio.

La Vergine Maria, Madre della Redenzione e Immagine viva della Chiesa, interceda per noi e ci renda un cuor solo e un’anima sola tra di noi e con il suo Figlio Gesù.