Leggendo i passi del Vangelo che si riferiscono a San Giovanni Battista colpisce sempre la grande onestà di quest’uomo.
Egli non ingannò i suoi interlocutori, le folle numerose che andavano a lui al Giordano per farsi battezzare con un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Disse loro che la sua missione era una sola: “rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui” (cf. Gv 1,7).
Ma in chi dovevano credere le folle? Dovevano credere nel Messia, nell’Unto del Signore che li avrebbe liberati dalla schiavitù antica per renderli partecipi della natura divina.
Giovanni Battista disse a tutti con somma chiarezza chi lui era: «Io non sono il Cristo. Sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia» (cf. Gv 1,6-8.19-28).
Potremmo parafrasare le parole del Battista in questo modo: “Io non sono il Cristo, cioè non sono il vostro Redentore. Mai potrò battezzarvi in Spirito Santo e fuoco. Mai potrò donarvi una natura nuova, redenta, guarita dal veleno mortale che il serpente antico ha inoculato nelle profondità dell’essere dell’uomo. Mai potrò donarvi la capacità di amare da crocifissi. Mai potrò donarvi la vita eterna. Io sono uno di voi. Anche io ho bisogno del Redentore a cui preparo la via. Se volete essere salvati, se volete conoscere la verità e divenire liberi, se volete entrare nel Regno dei cieli, dovete accogliere Gesù Cristo, il solo e unico Salvatore dell’uomo”.
Giovanni Battista fu uomo onesto, vero profeta del Dio vivente, che nonostante la sua altissima missione e i doni grandiosi che il Signore gli fece, rimase nella più grande umiltà. Poteva farsi una schiera di adepti, manipolare le loro menti e il loro cuore, ottenere guadagni e gloria umana. Ma non lo fece, perché temeva il Signore e lo amava anche.
Giovanni Battista non ingannò nessuno, perché non attrasse a sé, ma a Cristo. Lui indicò come l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo e versa il suo sangue per redimere l’umanità peccatrice.
Se anche noi cristiani, che diciamo di essere discepoli di Gesù, fossimo onesti allo stesso modo, tante sarebbero le conversioni attorno a noi e nel mondo intero. Ma oggi purtroppo così non è. Il cristiano, che dovrebbe credere con tutto se stesso, che solo Gesù è il Cristo, il Messia e il Salvatore dell’uomo, si fa paladino dei falsi messia e dei falsi profeti che propinano in ogni dove le loro teorie, che invece di aiutare l’uomo a salvarsi lo disintegrano nella sua verità di natura, nella sua altissima vocazione, nella sua missione di salvezza.
Il dramma di oggi è questo: il cristiano è caduto dalla fede nel suo Redentore e lo ha sostituito con la scienza, la psicologia – che pure è utile se non è contro il Vangelo -, le filosofie esoteriche, gli altri fondatori di religione e i tanti “filosofi del nulla” che vanno di moda.
Dobbiamo ammetterlo con sincerità: oggi la società va sempre più scristianizzandosi. È evidente che Cristo Gesù è l’unico ospite indesiderato. Lui, che a Natale nasce per noi e si fa Bambino fragile per amore, viene dimenticato, offeso, considerato un inutile particolare di una cultura lontana che non serve più.
Ma purtroppo questo accade tra i cristiani, i battezzati, e persino coloro che dicono di essere veri discepoli del Signore. Addirittura non mancano ministri ordinati che sostituiscono la teologia cattolica con altri sistemi di pensiero più o meno imbellettati di cristianesimo.
La storia parla chiaro. È inutile mentire. Arriva Natale e di tutto si parla, tranne che di Gesù. Anche il Presepe dà fastidio a molti. Bastano le lucine intermittenti, un vestito di Babbo Natale che ormai si indossa anche per peccare, e qualche espediente commerciale che fa leva su un sentimentalismo svuotato di ogni riferimento al soprannaturale cristiano.
Viene Natale e chi parla di Redenzione dell’uomo? Chi parla di conversione autentica al Vangelo? Chi parla di liberazione dal peccato e di partecipazione alla vita divina? Chi parla di amore vero che si prende a cuore i piccoli e li custodisce dal cattivo Erode? Chi parla di famiglia sul modello della Famiglia di Nazareth?
Al giorno d’oggi, persino a Natale, ci sono alcuni che riescono a strumentalizzare tutto. Anche i poveri, gli ultimi, coloro che sono dimenticati dal mondo. Basta far loro un pacco regalo e poi si può continuare a vivere nel vizio e nel peccato più orrendo. La coscienza è a posto e si è già tutti in Paradiso.
La responsabilità però è nostra. È del cristiano. È del discepolo del Signore. Siamo noi che dobbiamo recuperare la fede in Cristo Gesù, e gridare nel deserto del mondo che è lui l’unico Redentore dell’uomo.
Possiamo fare tanto. Il Signore è vicino e lo Spirito Santo suscita sempre nella sua Chiesa anime belle che si lasciano da lui condurre e plasmare.
Coraggio allora! Con onestà sincera e coraggiosa diciamo a tutti che la salvezza è in Cristo e nella sua Chiesa. È questo il messaggio del Natale. Altri messaggi non servono all’umanità.
Ci aiuti la Vergine Maria insieme a San Giuseppe, e ci ottenga ogni dono di grazia per imitarla nella fede e nell’amore.
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