Dalla inquietudine alla pace – La Samaritana (Gv 4,5-42)

Dalla inquietudine alla pace – La Samaritana (Gv 4,5-42)

Oggi viviamo in un mondo in cui l’inquietudine alberga in molti cuori. Non si è mai sazi. Ciò che si ha non basta. Si vuole sempre di più.

Fomentati dalla cultura dell’effimero si rincorrono mille chimere e non di rado ci si trova delusi dalle proprie aspettative e da un mondo che inganna senza alcuna pietà. L’insoddisfazione, come sete che mai è saziata, sconvolge giovani e anziani, penetra in molte famiglie e manda in crisi un gran numero di Matrimoni.

Purtroppo sono all’ordine del giorno separazioni, divorzi e adulteri tanto che possiamo dire che oggi sono molte le “samaritane” che non vivono più l’armonia coniugale. Ovviamente questo vale anche per molti mariti.

C’è da chiedersi dunque: perché tutto questo accade? Perché la fedeltà coniugale in molti casi è spezzata? Perché si cerca fuori del Matrimonio la felicità pur avendo promesso solennemente di amare il/la proprio/a coniuge fino alla fine dei propri giorni? Perché si preferisce rincorrere emozioni bugiarde che altro non fanno che peggiorare le cose, generare sofferenza indicibile in genitori e figli e lacerare gli animi?

Il Vangelo di questa terza Domenica di Quaresima contiene in sé la risposta. In esso ci viene presentata una donna di Samaria non certo esemplare in quanto a vita coniugale. Aveva cambiato cinque mariti ed ora se ne era scelto un altro. Dal punto di vista affettivo viveva in modo assai disordinato e l’immoralità era sua compagna inseparabile di viaggio. Eppure un giorno accadde qualcosa che cambiò la sua vita. Nulla fu più come prima. Da donna che viveva per soddisfare i suoi desideri, divenne addirittura un’ardente missionaria del Vangelo della speranza presso i suoi compaesani. Il cambiamento fu repentino ed evidente. Tutti se ne accorsero e credettero alle sue parole.

Un uomo, un Giudeo, le aveva parlato come nessuno aveva fatto mai. Le sue parole erano penetrate nel suo cuore e lo avevano cambiato in profondità. L’insoddisfazione e l’inquietudine erano svanite. In lei era nata la gioia di vivere e si erano fatti strada il coraggio e l’entusiasmo di dire a tutti che esiste Qualcuno che sa donare la pace vera a quanti lo accolgono e si fidano di Lui.

Quel Giudeo era Gesù. Il Figlio dell’Altissimo, il Profeta che ha parole di vita eterna, il Messia atteso che avrebbe insegnato ad ogni uomo ad “adorare Dio in spirito e verità” (cf. Gv 4,24). Fino ad allora, la Samaritana non lo conosceva. Per lei era semplicemente un nemico del suo popolo che non poteva darle nulla, se non guai. Ma quell’incontro inatteso le aveva fatto cambiare idea e aveva abbattuto ogni sorta di pregiudizio che albergava nel suo cuore assai fragile.

Da quel giorno, quella donna non fu più la stessa. Lasciò al pozzo la brocca del suo passato e non cercò più di appagare la sua sete con le cose vane di questo mondo. Si mise in cammino, andò incontro ai suoi amici e annunciò loro che veramente grande è la misericordia di Dio per il peccatore. Egli perdona quanti si ravvedono, li accoglie e fa di loro i testimoni privilegiati dell’onnipotenza della sua grazia che sana e converte.

La vicenda della donna di Samaria ci insegna che la salvezza nasce dall’incontro con Cristo che è incontro con il suo Santo Spirito che sana, converte, disseta l’anima. La salvezza nasce dalla consapevolezza che Gesù non è un nemico. È il Salvatore, il Messia, il Redentore di ogni uomo, la sua Pace e la Speranza che cerca.

Ancora oggi questo incontro è necessario. Tuttavia chi deve renderlo possibile è il cristiano. È lui, e non altri, che deve essere immagine viva di Cristo e sua presenza nel mondo affinché l’umanità bisognosa di salvezza possa incontrare il suo Redentore, sperimentare la sua misericordia, assaporare in Lui la pace vera.

Se crederemo che questa è la nostra missione, molte anime per mezzo nostro passeranno dalle tenebre alla luce. Anche la loro vita cambierà com’è cambiata la vita della donna di Samaria che non conosceva Gesù, non aveva potuto incrociare il suo sguardo amorevole e non sapeva ancora che solo Lui può saziare la sete di eternità che ogni uomo porta scritta nel suo cuore. A noi la fede. Al Signore la gloria.

Che la Vergine Maria, fulgida Stella dell’evangelizzazione, ci renda capaci di condurre ogni uomo all’incontro con il suo Figlio Gesù affinché, conoscendolo e contemplando il suo volto in noi, passi dall’inquietudine alla pace vera.