La testimonianza alla verità è essenza della vocazione cristiana. Essa è tema ricorrente nella Liturgia che va sempre approfondito e maggiormente vissuto, anche in Avvento.
«Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce» (Gv 1,6-8).
Il cristiano è tale perché da Dio è stato costituito luce in Cristo affinché ogni uomo si converta e viva. Lui è il messaggero di liete notizie che deve andare per mari e per monti e gridare a tutti che la salvezza è possibile. Non siamo infatti destinati a rimanere nelle tenebre perché la Luce si è fatta visibile, e quanti sono di buona volontà possono contemplarne la celeste bellezza come è accaduto ai Pastori nella notte santa di Betlemme.
Nella testimonianza a Cristo tutti dobbiamo credere molto di più, e ci dobbiamo adoperare con intelligenza affinché ognuno faccia la sua parte laddove vive e opera.
La nostra testimonianza è essenziale nel processo salvifico. Essa è come la scintilla che accende il fuoco. Il fuoco è lo Spirito Santo che divampa dal cuore squarciato di Cristo crocifisso; ma questo fuoco particolarissimo da cui nasce ogni salvezza ha bisogno del cristiano che funga da “detonatore”. Una nostra parola detta con fede, un invito fatto con la certezza che da esso chi ci ascolta può lasciarsi conquistare dall’amore di Dio, un gesto di carità autenticamente cristiana e mille altre cose che lo Spirito Santo può suggerire a coloro che vogliono rendere testimonianza alla verità, sono ciò che avvia il processo salvifico.
Noi siamo la scintilla di detonazione dello Spirito Santo. Non siamo il Fuoco che brucia, né la Luce che illumina, né i salvatori dell’umanità, perché solo Cristo è il Redentore di ogni uomo che vive sotto il Cielo. Tuttavia siamo coloro che a Cristo devono condurre e di cui lo Spirito Santo ha bisogno per operare le sue meraviglie. Il Natale deve farci comprendere quanto la nostra testimonianza e collaborazione siano necessarie per la salvezza del mondo. Dal nostro coraggio nasce l’umanità nuova. Dalla nostra codardia le tenebre traggono forza e la luce si spegne.
Una cosa però va detta in questa terza Domenica di Avvento: la testimonianza alla verità, che tocca a noi dare al mondo, ha bisogno della sapienza. Oggi più che mai il cristiano deve essere come Giovanni Battista: un esperto conoscitore del mistero di Cristo che sa rendere ragione della sua speranza.
Non possiamo essere faciloni e pensare che una conoscenza per sentito dire della Sacra Scrittura e di quanto la Chiesa insegna da 2000 anni possa bastare per contrastare la miriade di filosofie ereticali che vogliono distruggere la verità di Cristo Gesù. Anche noi, come Giovanni Battista, dobbiamo misurarci con gli emissari dei Giudei che ci pongono domande difficili alle quali non possiamo rispondere se non abbiamo le idee chiare e se siamo fuori dello Spirito Santo. Il mondo, oggi come ieri, è subdolo e sa come adularci per confondere i nostri pensieri e spronarci a costruire un cristianesimo falso che condanna l’uomo a rimanere nelle tenebre del peccato e dell’ignoranza di Cristo.
Giovanni Battista ha saputo rispondere ai suoi interlocutori e per questo la sua testimonianza è stata efficace. Egli sia per noi esempio fulgido da imitare affinché possiamo essere di aiuto a quanti cercano la verità.
La Vergine Maria, nostra Madre e Regina, interceda per noi e ci ottenga la grazia di divenire testimoni sapienti del suo Figlio Gesù.
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