Nel discorso della Montagna Gesù ci rammenta che sono le opere visibili a rivelare le profondità invisibili del cuore dell’uomo (cf. Mt 7,15-20). Questo vale per gli altri, ma anche per noi.
Accade in fondo come quando noi passeggiamo in un frutteto. Anche se non abbiamo una grande esperienza contadina basta guardare i frutti che un albero produce e subito comprendiamo se si tratta di un pesco, di un melo oppure di un mandorlo. Non ci vuole una grande scienza. Basta un po’ di attenzione e la volontà di comprendere.
Perché è importante mettere nel cuore questa grande verità? Prima di tutto per custodire la propria vita dal male che tenta in mille modi di entrare nel nostro cuore e sa servirsi di mille falsi profeti abili nel parlare e condurci laddove vogliono. Ma anche perché guardare le proprie opere è la via privilegiata per farsi un buon esame di coscienza e capire se siamo o no discepoli di Gesù.
È chiaro che in questo caso dobbiamo avere un cuore desideroso di conoscere la verità, essere onesti con noi stessi e volere con tutte le forze emendare la nostra condotta qualora ci accorgessimo che non è conforme ai dettami del Vangelo. Se dovessimo guardare le nostre opere con l’intento di giustificarci, di trovare un capro espiatorio a cui dare la colpa dei nostri misfatti o di nasconderci dietro la fragilità della natura umana, allora perderemmo tempo. Nulla potrà cambiare nella nostra vita perché noi non vogliamo che cambi.
Chi vuole farsi un serio esame di coscienza deve partire dalla sua storia, quella passata e quella presente, che non è fatta di parole ma di fatti concreti, scritti sul foglio dei singoli istanti del tempo trascorso. Chi sa esaminare con dovizia di particolari la sua vita è uomo quanto mai saggio perché sa che il tempo che ci è dato da vivere su questa terra è tempo utile per la conversione, per la correzione di tutte le storture mentali ed esistenziali che spesso interessano ciascuno di noi. Del resto vale anche per noi quella frase tanto famosa di Gesù: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei” (cf. Gv 8,1,11). E chi potrebbe scagliarla? Nessuno.
E allora perché mentire a se stessi? Perché continuare a giustificarsi con mille filosofie e ragionamenti vani? Perché continuare a rischiare di perdersi per sempre? Guardare i frutti che si sono prodotti, e cioè esaminare le parole dette, gli atteggiamenti assunti, le opere compiute, è via per capire se il Vangelo è parte essenziale della nostra vita oppure rimane un libro riposto in un cassetto.
I Santi avevano questa grande misericordia verso se stessi e anche noi dobbiamo averla se vogliamo vivere in modo autenticamente cristiano. Chi giustifica le iniquità che ha commesso non ama se stesso. Si consegna al male perché non lo contrasta con vigore e perciò finisce prima o poi per essere vinto da Satana che sa come prendersi l’anima piano piano, senza fretta, con quella subdola astuzia che lo caratterizza. Satana gioca con abilità con le nostre infinite illusioni, anzi è lui stesso che, se glielo permettiamo, inietta nella nostra mente e nel nostro cuore bugie di ogni genere perché sa che queste sono un suo potente alleato per distruggere la nostra fede e farci cadere in trappola. Satana vuole che noi ci nutriamo di falsità e si preoccupa che questo accada giorno per giorno affinché il tempo passi per noi invano senza cioè rendere la nostra vita cristiforme.
Vigiliamo allora e impariamo tutti ad esaminare con obiettiva saggezza la nostre opere, anche se questo genera nel cuore una certa sofferenza dovuta alla consapevolezza che dobbiamo cambiare e mettere da parte abitudini e modi di essere che non vorremmo abbandonare ma che in fondo sono per noi fonte di rovina.
La conversione costa. Essa è opera che dura tutta una vita e richiede da parte nostra ogni impegno perché esige l’abbandono di tutto ciò che è vano ma che non di rado è in qualche modo piacevole. Vale la pena però convertirsi. È questa l’unica via per gustare la gioia vera, quella che non marcisce e che il mondo non può estirpare dal nostro cuore.
Ci aiuti la Vergine Maria, nostra Madre celeste, affinché diventiamo ogni giorno di più uomini e donne dalla coscienza delicata che sanno leggere con estrema precisione il diario della propria vita e pertanto sondare il proprio stato di salute spirituale.