XXXI Domenica Anno C – Zaccheo il pubblicano (Lc 19,1-10)

XXXI Domenica Anno C – Zaccheo il pubblicano (Lc 19,1-10)

La conversione del cuore è il grande dono che Gesù fa a quanti sinceramente lo cercano e desiderano incontrarlo per lasciarsi da lui guarire, sanare, santificare.

Essa ha un valore inestimabile perché non è opera umana, ma divina. È l’opera dello Spirito Santo che toglie dal nostro petto il cuore di pietra e vi mette il cuore di carne, capace di amare alla maniera di Cristo. È il cambiamento dell’uomo nelle profondità del suo essere e non una semplice veste esteriore che salva le apparenze.

La conversione del cuore è la promessa che Dio ha fatto nell’Antico Testamento al suo popolo e che ha realizzato nella pienezza dei tempi per mezzo del suo Figlio unigenito, crocifisso e risorto. Tutti noi dovremmo desiderarla e chiederla ogni giorno con preghiera accorata e fiduciosa, nella consapevolezza che solo chi si converte può entrare nel Regno di Dio e diventare al contempo strumento di salvezza per i suoi fratelli. La conversione è la meraviglia delle meraviglie di Dio da accogliere senza indugio e con grande riconoscenza.

Zaccheo capì tutto ciò e per tale motivo in fretta scese dal sicomoro per aprire le porte della sua casa a Gesù (cf. Lc 19,6). Quest’uomo, ricco e capo dei pubblicani, si fece umile e accolse il suo Redentore riconoscendo di aver vissuto sino ad allora nel buio dei suoi pensieri, lontano dalla vera felicità e schiavo del peccato che imprigiona l’anima e quasi la soffoca. Zaccheo cambiò vita e le sue opere lo testimoniano. Da uomo avido di guadagni – a volte disonesti – divenne uomo capace di condivisione, aperto alle necessità degli indigenti e disposto a dividere i suoi beni con i più poveri. Avendo incontrato il vero Bene, la Perla preziosa dal grande valore, divenne uomo giusto e non disdegnò di trasformare le ricchezze materiali in uno strumento di carità, perché la carità è la chiave del Paradiso e chi è saggio deve fare di tutto per procurarsela. La gioia di vivere, quella vera, entrò nel suo cuore e nella sua famiglia, e nulla da allora fu come prima.

Tutti noi dobbiamo imitare Zaccheo e spalancare le porte del cuore a Cristo. Dobbiamo permettere alla grazia di Dio di operare in noi, senza opporre resistenza e con il coraggio di chi sa abbandonare le proprie certezze umane per cambiare vita. Dobbiamo credere in Gesù e fidarci di lui. Soprattutto dobbiamo non rimandare a domani la nostra conversione con quella “santa fretta” di chi è consapevole che domani potrebbe essere già troppo tardi.

Rispondiamo “sì” alla misericordia di Dio! Non indugiamo neanche per un istante! Scegliamo il Vangelo come unica Parola degna di fiducia e su di esso fondiamo la nostra vita! Gesù desidera ardentemente per ciascuno di noi la salvezza, ma non può salvarci se noi non lo vogliamo. Egli non si stanca di cercarci. Lo fa attraverso vie misteriose che possono essere un genitore, un sacerdote, un insegnante, un amico, una qualsiasi persona che entra a far parte della nostra vita e persino una particolare sofferenza. Ma tutto fa per amore perché non vuole che ci smarriamo lungo la via.

Gesù bussa alla porta del cuore, ma bisogna che gli apriamo: «Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (Ap 3,20-22).

Questo passo dell’Apocalisse, che in qualche modo richiama l’episodio di Zaccheo, ci mette dinanzi alla nostra responsabilità. La nostra salvezza dipende da quel “se”, parola quasi invisibile ma tanto importante. Se apriamo, Gesù entra, si dona a noi come Parola di verità e Cibo di vita eterna, ci benedice, ci rende vittoriosi contro il male che ci assedia. Se non apriamo, Gesù passa oltre e noi rimaniamo soli con noi stessi e il nostro peccato, nell’attesa di essere divorati dalla tristezza e dal rimorso eterno.

Come Zaccheo, dunque, cerchiamo Gesù e lasciamoci trovare da lui, unico Amico vero che non tradisce e non delude.

Ci aiuti la Vergine Maria, nostra Madre celeste, e interceda per noi perché crediamo nel suo divin Figlio e ci lasciamo conquistare dal suo amore.