Ogni cristiano è chiamato alla santità. Egli deve avere nel cuore un unico desiderio: diventare in tutto conforme a Gesù Signore, unico modello di vera umanità.
La santità è un cammino graduale che non si percorre tutto in un solo istante. Sono necessari lunghi anni fatti di sacrificio e rinnegamento di sé verso la conquista delle virtù senza le quali nessuno potrà mai rimanere saldo nella volontà di Dio. Per questo motivo bisogna rivestirsi di tanta pazienza, con se stessi, con gli altri, con la storia che si presenta dinanzi ai nostri occhi.
La santità è l’opera per eccellenza dello Spirito Santo che è simile ad un sapiente scultore: prende un blocco di marmo e giorno per giorno, con il suo martello e il suo scalpello, trae il suo capolavoro. Lo ha già in mente, ma sa che ci vuole del tempo per poterlo realizzare.
Ora, se lo Spirito Santo ha pazienza con noi, tanto più dobbiamo averne noi. Tutti ci scontriamo con la nostra fragilità, con le nostre cadute, con la nostra strana testardaggine. Non dobbiamo lasciarci andare. Non dobbiamo scoraggiarci se non riusciamo ad essere subito capaci di amare come vorremmo. Non dobbiamo cadere in crisi e tirare i remi in barca. La cosa importante è vivere ogni istante della nostra esistenza come un’occasione per crescere in sapienza, età e grazia come faceva Gesù. È un’opera che dura una vita e per questo non possiamo ritirarci o dire “basta, non ci riuscirò mai!”. Dobbiamo semplicemente lasciarci scolpire dallo Spirito Santo e non opporre resistenza con i nostri pensieri bacati e impastati di vanità.
La prima battaglia verso la conquista di una santità più alta è contro di noi, contro i nostri progetti che sono male orientati e assai condizionati dal peccato, nostro e altrui. Sono questi che vanno estirpati dal cuore perché ci impediscono di essere modellabili dallo Spirito Santo. Seguire i nostri pensieri quando questi non collimano con la volontà di Dio è quanto mai deleterio. È allora di acciaio e il nostro cammino di santificazione diventa quanto mai complicato.
Se vogliamo crescere e realizzare la nostra vocazione dobbiamo imitare Gesù che saliva sul monte ogni giorno e si metteva in comunione con il Padre e gli chiedeva insistentemente che mandasse su di lui lo Spirito Santo perché ricolmasse il suo cuore di pensieri e propositi santi e la sua umanità di grazia celeste. La preghiera è via necessaria perché è l’unica via per rinnegare se stessi, immergersi nel cuore di Dio e dimenticare le cose del mondo. La preghiera, se fatta con fede e con le giuste disposizioni d’animo, è la migliore terapia contro l’attaccamento alle cose del mondo e la schiavitù che esse provocano.
La santità non è un frutto della terra bensì opera soprannaturale che nasce giorno per giorno dall’onnipotente sapienza divina. Non sono i nostri buoni propositi che ci fanno santi, né la nostra intelligenza o esperienza. Non possiamo noi essere né i registi, né gli scultori della vita cristiana per ciò che riguarda noi e gli altri. Unico divino Regista deve essere il Padre celeste; unico divino Scultore deve essere lo Spirito Santo; unico Modello da realizzare deve essere Cristo Gesù. Chi esce fuori da questa strategia rimane fuori dal Regno dei cieli.
Entrare in questa visione esistenziale non è semplice. Realizzarla è ancora più difficile. Tuttavia è possibile e la storia della salvezza ce lo insegna con gli innumerevoli Santi di cui essa è costellata.
Camminiamo dunque e non ci fermiamo. Se cadiamo, rialziamoci. Se la stanchezza bussa alle porte del cuore, non permettiamole di avere mai il sopravvento. Teniamo gli occhi fissi verso la méta, che è la perfetta conformazione a Gesù, unico modello di umanità vera e redenta. Non manchi mai nel nostro cuore la certezza che ce la possiamo fare. Il Signore lo vuole e ci dona tutti quei mezzi di grazia necessari perché la sua volontà si compia in noi in maniera piena e perfetta.
Ci aiuti la Vergine Maria, Regina di tutti i Santi, con la sua potente intercessione e la sua sublime misericordia materna.