La comunione ecclesiale è al tempo stesso dono e impegno per ciascun discepolo di Cristo. Essa è quanto mai necessaria per una serie di motivi che riguardano sia la vita della Chiesa che la sua missione nel mondo.
Una Chiesa divisa in se stessa non testimonia la sua appartenenza a Cristo. Il mondo non riconosce i suoi figli come discepoli di Gesù (cf. Gv 13,34-35) e pertanto se ne allontana scandalizzato. La sua missione è sterile. Nessuno si converte, anzi coloro che sono abili nel creare divisioni laddove vivono, si sentono autorizzati a continuare a farlo con sempre maggiore veemenza.
Gesù risorto ebbe come sua preoccupazione costante quella di ricomporre il corpo ecclesiale per renderlo compatto, forte, capace di vivere e annunciare il Vangelo. Egli apparve alle donne e le mandò dagli Apostoli. A Tommaso, a cui disse di credere alla testimonianza concorde dei suoi amici. Ai discepoli di Emmaus, che stavano allontanandosi dalla Chiesa di Gerusalemme con il volto triste e con una speranza agonizzante, perché ritornassero dagli Apostoli (cf. Lc 24,13-35).
Tuttavia una cosa mi preme sottolineare in questa sede: la causa della divisione è sempre il peccato che alberga nel cuore del cristiano. Il peccato che è ricerca di se stessi, vanagloria, presunzione, attaccamento alle cose del mondo, giudizio e condanna, calunnia, maldicenza, falsità, incapacità di vedere l’altro con gli occhi dello Spirito Santo. Ma è soprattutto superbia, decisione del cuore di non sottomettersi alla volontà di Dio.
Non accadde forse questo ai tempi della torre di Babele? L’uomo decise di ergersi a signore della sua vita e della vita degli altri. Si separò da Dio ed entrò nella spirale della disobbedienza consapevole.
Chi vuole favorire, costruire e incrementare la comunione ecclesiale, deve impegnarsi con tutte le forze a crescere nell’umiltà. Deve aprire le orecchie e chiedere al Signore che gli parli, giorno e notte, perché solo sulla volontà di Dio si può costruire una Chiesa unita e forte.
Continuare a coltivare pensieri contrari al Vangelo e dire che certi stili di vita contrari ad esso sono la via per riempire le Chiese, è dilaniare il corpo mistico di Cristo dall’interno. È atteggiamento irresponsabile e molto più pericoloso di quello che assumono i nemici dichiarati di Cristo e della sua Sposa.
Bisogna che tutti ce ne convinciamo: solo chi decide ogni giorno di togliere il peccato dal proprio e altrui cuore può parlare di comunione ecclesiale. Chi non lo fa, non è degno di parlare di comunione. È ipocrita, e di fatto distrugge il Regno di Dio anziché costruirlo.
La comunione ecclesiale ha leggi ferree che non possono essere disattese. Esse sono scritte nel libro del cuore di Cristo ed è lì che bisogna studiarle e meditarle con grande cura. Cercarle altrove, o addirittura sostituirle con leggi umane e giustificative del peccato dell’uomo, è disonestà intellettuale.
Appena possibile torneremo su questo argomento, che è urgente trattare oggi più che mai. Per ora concludiamo questa riflessione dicendo che la comunione ecclesiale è anche dono da chiedere.
Gesù ce l’ha insegnato nel Cenacolo, prima di consegnarsi ai suoi carnefici, quando pregò il Padre con queste parole che la Chiesa ha fatto sue inserendole nella Preghiera eucaristica:
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me» (Gv 17,20-23).
Ognuno di noi preghi dunque, in tal senso, senza stancarsi. Ma non dimentichi mai e poi mai che comunione ecclesiale e peccato non sono conciliabili. Sono come il diavolo e l’acqua santa, come la luce e le tenebre. Non vi può essere commistione alcuna.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiuti e ci assista perché costruiamo insieme una Chiesa unita e forte nel vivere e annunciare il Vangelo ad ogni creatura.
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