La Sacra Scrittura, in ogni sua pagina, è un costante invito a vivere la nostra vita come un cammino con Dio. Lui e noi insieme, nei solchi della storia per tracciare percorsi di amore, giustizia, pace, verità, luce, salvezza, proiettati verso la gioia del Paradiso.
Si inizia il viaggio e lo si deve portare a compimento, fino in fondo, senza cedere il passo alla stanchezza e senza mai venire meno. Questo hanno fatto i Patriarchi, i Profeti, i Re, i Giusti dell’Antico Testamento, gli Apostoli, la Vergine Maria e poi i Santi nella storia della Chiesa. Questo possiamo e dobbiamo voler fare noi, figli di Dio nelle acque del Battesimo e redenti nel Sangue di Cristo.
Nella luce della fede l’esistenza umana acquista senso. Viene liberata da una mortificante visione terrena e carnale, per essere trasformata in esistenza carica di trascendenza e vocata all’eternità.
E questa non è una favola. È verità che si realizza, nella santità cristiana, in virtù della Resurrezione di nostro Signore. Egli ha conosciuto la durezza del pellegrinaggio terreno, il dolore dei chiodi e il disprezzo dell’uomo iniquo, ma al terzo giorno ha vinto la morte ed ora vive per sempre. Nella sua onnipotente misericordia rende partecipi della sua vittoria coloro che credono in lui.
Non dimentichiamolo mai, anzi gridiamolo con tutte le nostre forze al mondo di oggi: Gesù crocifisso non è un pezzo di legno che si attacca su una parete. È il Dio vivo e vero, che si è fatto carne, per opera dello Spirito Santo, nel seno purissimo della Beata Vergine Maria, è morto ed è risorto, e cammina con noi nella storia, oggi, domani e sempre.
Non è neanche un concetto come lo intendono quanti pretendono di filosofeggiare negli Areopaghi moderni su quanto dicono di lui la Parola di Dio e la Tradizione della Chiesa. È il Vivente, il Dio onnipotente e santo, l’Uomo nuovo, il nostro Redentore, la nostra Pace:
«Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui» (Lc 20,38).
Con Cristo bisogna che tutti ci relazioniamo secondo verità per poter “vivere per lui”.
Egli conosce tutto di noi: pensieri, desideri, progetti, afflizioni, paure, incertezze, ansie e speranze. Conosce anche ogni nostra lacrima e sa asciugarla al momento opportuno. Ma vuole che noi crediamo in lui, lo sappiamo ascoltare, lo riconosciamo come Maestro divino che ha tanto da insegnarci.
Vivere per Cristo è l’unica scelta saggia che ogni giorno dobbiamo fare. A prescindere dalla vocazione di ognuno, che giustamente è diversa, dobbiamo costantemente porgere l’orecchio ad ogni piccolo sussurro del suo cuore, per esaudire i suoi desideri e realizzare i progetti che lui pensa per noi.
Il cristiano deve amare Gesù e perciò deve consegnargli la propria vita. Se la vita la teniamo per noi, la sciupiamo. Non sappiamo infatti qual è il più grande bene da realizzare, la via della nostra felicità, il sentiero che ci conduce a perfezione.
Certo, ci vuole fede e tanto coraggio, ma se vogliamo, ce la possiamo fare.
I sadducei del Vangelo di questa Domenica sono stolti. Noi non possiamo essere come loro. Costoro non vanno da Gesù per imparare. Vanno per aprire la bocca e dire sciocchezze che nascono dalla povertà del loro cuore malato.
Noi dobbiamo andare a lui per presentargli l’offerta della nostra vita e dire: “Signore, fa’ di me ciò che vuoi. Nelle tue mani consegno la mia vita, il mio cuore, la mia anima, tutto di me. Donami il tuo Santo Spirito perché sia lui a guidare i miei passi. Custodiscimi dal male e rendimi forte contro ogni tentazione che vuole separarmi da te. Gesù, mio Maestro e Pastore, confido in te e in te ripongo la mia breve esistenza terrena nella sicura certezza che mi condurrai, giorno per giorno, fino ai pascoli erbosi della vita eterna”.
Camminiamo con Gesù e non dubitiamo del suo amore! Con la buona volontà e il sostegno della sua grazia riusciremo a perseverare nella fede e a giungere alla meta sperata.
Ci aiuti la Vergine Maria, Madre della Redenzione, e ci prenda per mano affinché mai smarriamo la via.
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