La pesca miracolosa – V Domenica Ord (C)

La pesca miracolosa – V Domenica Ord (C)

La fede nella Parola di Gesù cambia la nostra vita, crea un futuro nuovo e inaspettato per noi e per il mondo intero. È questa la verità che emerge dall’episodio della pesca miracolosa che la Chiesa ci invita a meditare in questa V Domenica del Tempo Ordinario (C).

«Quando ebbe finito di parlare, Gesù disse a Simone: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano» (Lc 5,4-6).

Pietro i suoi amici faticano tutta la notte, si impegnano con spirito di sacrificio, usano le loro competenze e la loro esperienza di pescatori esperti, ma le reti restano vuote. Nel lago pesci non ce ne sono.

Gesù dice a Pietro: «prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca» (Lc 5,4). Pietro crede nella Parola di Gesù, obbedisce, si fida del Maestro e “prende una quantità enorme di pesci e quasi le reti si rompevano”. La fede di Pietro è premiata. Il Padre dei cieli benedice dall’alto e accade qualcosa di straordinario.

Questo episodio è per noi quanto mai eloquente. Ogni giorno dobbiamo scegliere se credere nella Parola di Gesù e su di essa gettare le reti, oppure seguire altre parole, teorie, filosofie di vita, e su di esse fondare la nostra esistenza.

Il Vangelo parla però chiaro: se scegliamo Gesù e la sua volontà, le reti si riempiono. Se non scegliamo Gesù e la sua volontà, le reti restano vuote. Possiamo impegnarci, lavorare giorno e notte, consumarci per mettere a punto strategie e tecniche umane sempre più aggiornate, ma le reti resteranno vuote. Il motivo è semplice ed è uno: solo nella Parola di Gesù, solo nell’obbedienza alla volontà di Dio, c’è la benedizione del Cielo. È una scelta che dobbiamo fare: confidare nell’uomo o confidare in Colui che è Santo e Onnipotente, mettendo a suo servizio le nostre competenze, le nostre forze, il nostro tempo.

Meditare su questo passo del Vangelo è importante per noi oggi più che mai, perché siamo spesso tentati ad escludere Cristo Signore dalla nostra vita, dalla vita familiare da quella sociale.

Lo si esclude perché neanche lo si invoca con una semplice preghiera. Lo si esclude perché non si fonda il proprio pensare ed agire sulla sua Parola che – nella stragrande maggioranza dei casi – è ignorata e messa da parte volutamente. Cristo Signore e il suo Vangelo sono oggi considerati roba da sacrestia, che non può risolvere i problemi esistenziali dell’uomo. Ma questa è grande stoltezza, perché è vero il contrario: solo Gesù è il Salvatore, il Redentore, Colui che dona senso e pienezza alla vita umana e illumina con la sua luce le fitte tenebre che avvolgono mente e cuore dell’umanità.

È compito di noi cristiani gettare le reti sulla Parola di Gesù, avere fede in lui e confidare nel suo amore onnipotente che sa creare una soluzione dove soluzioni non ce ne sono. Com’è compito di noi cristiani generare la fede nel Vangelo nei cuori di piccoli e grandi, con l’esemplarità della nostra vita che manifesta i frutti dello Spirito Santo e le meraviglie della grazia di Dio.

Impegniamoci dunque, e prendiamo il largo senza paura nel mare del mondo. Gesù ci aiuterà e farà sì che il pescato sia abbondante e di prima qualità. Dobbiamo credere ciecamente in lui e ascoltare la sua voce.

La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci prenda per mano e sia la sapiente Timoniera della nostra barca.

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