Nel Vangelo di questa XX Domenica del Tempo Ordinario, Gesù chiede ad ogni suo discepolo di essere uomo dal grande discernimento cioè persona capace di fare la differenza per operare scelte oculate e che portino vita e non morte. Questo vale sia per le cose della terra, che per quelle del Cielo.
Il motivo di questa richiesta è legato al fatto che dal discernimento dipende la nostra vita, nel tempo e nell’eternità.
Qualche esempio può aiutarci a capire. Un bambino, se vuole vivere, deve imparare a fare la differenza tra il fuoco e l’acqua, deve capire che non può giocare con il fuoco né può tuffarsi in un camino, perché altrimenti…povero lui. Al contrario può sciacquarsi il viso con l’acqua fresca in una giornata di sole per rinfrescarsi, oppure tuffarsi in mare e divertirsi se sa nuotare. L’una cosa porta la morte e l’altra la vita. Altro discernimento che l’uomo deve fare è ad esempio tra i funghi buoni e quelli velenosi. Anche in questo caso non è la stessa cosa mangiare uno o l’altro cibo, perché se il fungo è velenoso chi lo mangia si procura grossi guai se non addirittura la morte. E così per tutte le altre cose, da quelle più elementari a quelle più complesse.
Qual è però il grosso problema? Che il discernimento si fa nelle cose della terra ma non si fa per quelle del Cielo. Si è abili a distinguere ciò che conviene o meno per le cose umane mentre si vive nella più crassa ottusità per ciò che concerne la propria crescita in santità e l’edificazione del Regno di Dio. Ecco perché Gesù si lamenta in questo passo del Vangelo e ci ammonisce severamente: “Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?” (Lc 2,56-57).
Il lamento di Gesù è un atto di grande misericordia che vuole esortare ciascuno di noi a vigilare ogni giorno perché il male non entri nel nostro cuore attraverso gli infiniti canali che sa scavarsi nella sua astuzia satanica. Se ci assopiamo e non ci esercitiamo nel distinguere la luce dalle tenebre, il serpente antico inietta in noi il suo veleno di morte e si spalancano per noi le porte della perdizione.
Anche in questo caso gli esempi potrebbero essere tanti ma una parola va detta sulla falsa profezia che è uno dei nemici più agguerriti per il cristiano e l’uomo di ogni tempo. Essa semina strage dovunque e non fa sconti a nessuno. Persino nelle famiglie penetra come il vento che si infila in ogni fessura, e confonde i pensieri di piccoli e grandi per portarli lontano dalla via della salvezza. Satana si può servire di tutti per raggiungere il suo fine, anche delle persone più care umanamente parlando: “Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera»” (Lc 12,51-53).
La divisione che Gesù è venuto a portare non è quella generata dall’odio che vuole la morte dell’altro, ma quella richiesta dal Vangelo che vuole la salvezza delle anime. È la divisione che nasce necessariamente quando qualcuno distingue il bene dal male e decide di vivere il Vangelo senza scendere a patti con il demonio che vuole comprarsi la sua anima per un pugno di gloria umana o fosse anche per tutto l’oro del mondo.
La falsa profezia è ciò che porta coloro che l’accolgono nel cuore a consegnarsi al principe di questo mondo rinnegando di fatto il Signore della vita perché “nessuno può servire a due padroni” (cf. Lc 16,13).
Falsa profezia sono le filosofie di vita atee – oggi tanto di moda – che dichiarano inesistente la vita eterna e il giusto giudizio di Dio. Falsa profezia sono persino le mille teorie ipocrite, intessute di apparente religiosità, che negano Cristo Gesù come unico Salvatore e Redentore dell’uomo. Falsa profezia sono tutti i consigli che si danno a persone care e ad amici per allontanarle dalla verità del Vangelo e far loro pensare che non serve estirpare i vizi e coltivare le virtù, frequentare la Santa Messa e cibarsi dell’Eucaristia, riconoscere i propri peccati e chiedere perdono a Dio con il sincero proponimento di non cadere più in tentazione, dare la vita a Cristo e non permettere che le vanità del mondo conquistino il cuore.
La falsa profezia è il nemico di sempre che assale la Chiesa dall’esterno e dal suo interno e che ogni cristiano deve necessariamente contrastare con tutte le forze per imitare il suo Maestro e far sì che la luce trionfi sulle tenebre.
Non è certo una battaglia facile quella che ci attende, ma è la battaglia che va combattuta ogni giorno con ogni fermezza, vigilando con ogni attenzione perché nessuna falsità penetri nelle menti dei discepoli del Signore. Questo lo si deve fare in tutti gli ambienti e in particolare laddove si forma la persona umana sin dalla sua più tenera età. Le parrocchie, le scuole, le famiglie, i centri ricreativi, il mondo reale e quello virtuale che conta oggi un numero sempre crescente di utenti, devono essere luoghi di evangelizzazione e di custodia dei pensieri, per tutti e per sempre. A ciascuno la responsabilità di fare quanto è in suo potere con entusiasmo e grande serenità nella certezza che il bene sempre trionfa sul male se ha tra i suoi seguaci testimoni coraggiosi del Vangelo nel mondo.
Ci aiuti Maria Santissima, Donna sapiente e Fortezza inespugnabile, che ha sempre custodito il suo cuore nella perfetta conoscenza e obbedienza alla Parola del suo Figlio Gesù e nostro Signore.