La santità cristiana è decisione ferma e risoluta di donarsi a Dio in modo incondizionato e irreversibile.
Lo insegna il Vangelo secondo Luca quando dice che «mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé» (Lc 9,51-52).
Il dono è di ogni giorno, di anima e corpo, della mente e del cuore. Deve essere dono sempre più perfetto e deve crescere fino all’inverosimile. Non si può infatti servire il Signore a singhiozzi o a convenienza. Il “sì” è dato oggi, domani e sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, nella buona e nella cattiva sorte.
Gesù sapeva bene che “un branco di cani lo circondava, lo accerchiava una banda di malfattori” (cf. Sal 22) e sapeva bene che costoro attendevano il momento opportuno per toglierlo di mezzo. Nella Città santa, quando la sua ora sarebbe giunta, i suoi carnefici lo avrebbero catturato, percosso, giudicato reo di morte, ricoperto di sputi e frustate per poi ucciderlo inchiodandolo ad una croce senza alcuna pietà. Ma non per questo si tirò indietro. C’era una missione da compiere e non si poteva tergiversare né si poteva delegare ad altri il da farsi. Dal suo coraggio e dalla sua obbedienza fino alla morte di croce alla volontà del Padre celeste dipendevano le sorti dell’umanità.
Gesù ci ha insegnato – e con lui tutti i Santi della storia – che la vita ci è data perché noi la doniamo, non però agli uomini e ai falsi idoli, ma a Colui che è la Fonte inesauribile dell’amore e della santità. Solo Lui può custodire la nostra fragile esistenza nello scrigno della Vita e accoglierci un giorno in Paradiso dove ogni lacrima sarà asciugata per sempre.
Più si è capaci di donarsi al Padre dei cieli e più si diventa partecipi della gioia vera che riempie il cuore e l’anima, già in questa vita. Più si è capaci di donarsi a Lui senza alcuna paura e più anime si convertono e si salvano per mezzo nostro.
I Santi questo hanno fatto: hanno amato alla maniera di Cristo Gesù consegnandosi interamente allo Spirito Santo perché lui realizzasse in loro e per loro le sue meraviglie.
La santità cristiana è dono. Nulla di più. Tuttavia una cosa va detta per fugare ogni confusione che potrebbe annebbiare la mente: l’offerta di sé deve essere pura e fatta secondo la volontà di Dio e non quella degli uomini.
Deve essere offerta pura perché l’agnello immolato – che è oggi il cristiano in Cristo – deve essere puro, senza macchia e senza difetto (cf. Es 12,1ss.). Per tale motivo la santità è cammino di perfezione quotidiana. È vittoria sul peccato mortale e su quello veniale, è separazione dal vizio e acquisizione di ogni virtù, è liberazione da ogni pensiero di giudizio e di condanna che impedisce di amare.
La santità cristiana è un percorso lungo, a volte difficile, sicuramente impegnativo, ma va fatto, passo dopo passo e senza cedere alla stanchezza. Se è vero che la misericordia di Dio ci viene in aiuto, il Signore conosce il nostro cuore e sempre considera la nostra fragilità, non pretende da noi l’impossibile ed è armato di pazienza infinita, è vero anche che Lui vuole che camminiamo, che non cioè rimaniamo per cento anni quelli che siamo. La perfezione è sempre oltre, ma ad essa bisogna anelare con tutte le forze.
I Santi non si sono fossilizzati nelle loro imperfezioni. Hanno camminato sulla via del Vangelo. Non sono nati perfetti, ma con Gesù lo sono pian piano diventati, sapendo che anche lui «pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono» (Eb 5,8-9). Offrire se stessi alla maniera di Caino non è cosa gradita al Signore e non produce alcuna salvezza.
L’offerta poi deve essere secondo la volontà di Dio e non secondo la volontà degli uomini. Ciò significa che non possiamo noi scegliere la via concreta per vivere le Beatitudini. Esse sono Legge dell’amore per tutti, ma ognuno deve viverle secondo la via particolare che lo Spirito Santo scrive per lui.
Vocazioni, carismi, ruoli, ministeri, attitudini e Sacramenti ricevuti entrano a pieno titolo nel processo di santificazione personale. Non possono essere messi tra parentesi.
Il Sacerdote deve santificarsi da Sacerdote, il laico da laico, il consacrato da consacrato, il genitore da genitore, il figlio da figlio, il politico da politico, l’economista da economista, il medico da medico, l’ammalato da ammalato, il giovane da giovane e l’anziano da anziano, ecc. Stesso discorso vale per i carismi che vanno messi a frutto nella verità del Vangelo e per ogni altro elemento, nell’ordine naturale e soprannaturale, sociale ed ecclesiale, che interessa il singolo cristiano.
In una parola, la santità cristiana è dono obbedienziale allo Spirito Santo, perché nel Santo e per il Santo solo il Signore venga glorificato, benedetto e ringraziato sulla terra e nel Cielo. L’umiltà, quella vera, rimane per noi legge di vita: «vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,16)
La Vergine Maria, Regina di tutti i Santi, ci prenda per mano e ci ottenga la grazia di donarci a Dio come ha fatto Lei perché Lui faccia della nostra vita un’esistenza donata al mondo e alla Chiesa per la salvezza di tutti.
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