Ognuno di noi deve sapere e credere con fede certa che non potrà mai essere discepolo del Signore senza l’aiuto e il sostegno dello Spirito Santo.
La sequela di Cristo infatti è impossibile per natura. Lo diventa solo per grazia e nella misura in cui si collabora con essa, con coraggio e totale disponibilità. Pensare di amare, di perdonare, di rimanere fedeli alla propria vocazione, di sopportare ingiurie e persecuzioni, di perseverare sino alla fine nell’obbedienza alla volontà di Dio, senza essere rivestiti di potenza dall’Alto, è pura follia.
La nostra natura non è capace di seguire Gesù, di imitarlo e di amarlo, perché purtroppo alla sua fragilità congenita si aggiunge il peccato, originale e attuale, con le sue conseguenze nefaste e devastanti.
Ecco perché ogni giorno deve essere Pentecoste per noi. Non una Pentecoste liturgica che potrebbe anche lasciarci così come siamo, ma una Pentecoste reale che tocca le profondità del nostro essere e sconvolge in positivo la nostra dimensione esistenziale.
Qui però è necessaria la nostra fede che diventa preghiera incessante, la nostra umiltà che nasce dalla consapevolezza che “nulla è nell’uomo e nulla senza colpa” se non ci si lascia corroborare e rigenerare dallo Spirito Santo.
Tutti dobbiamo vigilare per non cadere nel triste errore in cui cadono molti nostri contemporanei: pensare di poter essere autonomi da Dio, sganciati da lui e dall’azione misteriosa della sua grazia. Se dovessimo cadere in questo tranello, saremmo solo dei poveri illusi, gente superba e presuntuosa che non può far altro che combinare danni.
Ma cosa deve fare nel discepolo del Signore lo Spirito Santo? In che senso e in che modo Egli deve e vuole agire?
Per rispondere a queste domande ci aiutano tre simboli classici che si riferiscono allo Spirito Santo e che dicono molto sulla sua missione nei nostri confronti.
Il primo simbolo è l’acqua. Il rimando immediato in questo caso è al Battesimo. È allora che lo Spirito Santo ci ha liberati dal peccato originale, ha lavato la nostra impurità e ci ha resi partecipi della natura divina.
Sul Battesimo dovremmo tutti meditare molto di più, perché oggi questo Sacramento è banalizzato, offeso, dimenticato e considerato praticamente inutile. Purtroppo non mancano coloro che anche nella Chiesa sostengono che tra un battezzato e un non battezzato non c’è alcuna differenza; cosa questa assolutamente non vera, perché solo con il Battesimo si diventa figli di Dio in Cristo Redentore e Salvatore dell’uomo.
Tra un battezzato e un non battezzato c’è un vero e proprio salto ontologico che non può e non deve essere negato, se non si vuole rendere vana la croce di Cristo.
Il Battesimo però è solo l’inizio della sequela. Poi bisogna permettere allo Spirito Santo di operare in pienezza, senza che Egli incontri ostacoli o si debba scontrare con la durezza del cuore del cristiano che si lascia conquistare dalle favole artificiose del mondo.
Ecco allora il secondo simbolo: il vento. Il discepolo del Signore deve essere leggero nell’anima, nella mente e nel cuore. Persino il suo corpo non si deve appesantire, perché lo Spirito Santo non è un uragano che distrugge, ma un vento leggero che deve soffiare sulle vele della nostra esistenza per condurla laddove lui vuole.
Alla natura nuova, ricevuta con il Sacramento del Battesimo, deve poi corrispondere il perenne “sì” della volontà. Proprio com’è stato per Gesù, il Figlio dell’Altissimo, che ha aperto l’orecchio, non ha opposto resistenza, si è lasciato muovere dallo Spirito Santo in ogni istante della sua vita.
In tal senso la fede deve essere veramente perfetta, perché altrimenti si troveranno sempre mille motivi per rallentare l’opera di Dio in noi, se non addirittura per impedirla. Il Battesimo dunque non basta. Bisogna poi scegliere, giorno dopo giorno e attimo dopo attimo, di consegnare allo Spirito Santo il timone della propria barca a vela, nella certezza che lui saprà dove condurla per far sì che solchi l’oceano della storia senza mai sfracellarsi contro gli scogli del peccato del mondo.
E infine l’ultimo simbolo: il fuoco. Esso rappresenta l’amore, quello vero, quello perfetto, quello autenticamente cristiano. Non parliamo qui di un amore peccaminoso, falso, succube degli inganni di Satana. Parliamo dell’amore che è consumazione di sé alla maniera di Cristo, perché sempre e solo la luce trionfi sulle tenebre.
Questo amore, puro e perfetto, è frutto solo e soltanto dello Spirito Santo. Esso non è della natura umana. È della natura cristiana che è costantemente redenta dal suo Redentore, e perciò può essere di tutti noi, se lo vogliamo, se lo chiediamo ogni giorno senza stancarci, se lo attingiamo nei Sacramenti e se ci sforziamo di crescere in esso con fede invincibile.
Che la Vergine Maria, Sposa dello Spirito Santo, rafforzi in questo giorno di Pentecoste la nostra fragile volontà e ci ottenga la grazia di essere quotidianamente inondati di grazia per poter amare anche noi come Lei ha amato, ama e amerà sempre.
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