La perenne effusione dello Spirito Santo – Pentecoste (B)

La perenne effusione dello Spirito Santo – Pentecoste (B)

Lo Spirito Santo è Spirito di verità e di amore. Senza di lui vi è la divisione, il contrasto, l’odio reciproco. Dove lo Spirito Santo non regna, l’uomo è una belva feroce che divora i suoi simili. Lo può fare in modo palese o nascosto, in modo violento o “delicato”, in un istante o in decine di anni. Ma lo fa. Infatti la natura dell’uomo, senza lo Spirito Santo, è natura selvaggia, come dice San Paolo, natura animale e non spirituale.

C’è poco allora da lamentarsi se oggi le cose vanno male. C’è poco da scandalizzarsi se avanzano fenomeni come femminicidio, bullismo, insubordinazione nei confronti dei genitori, degli insegnanti e di qualsiasi altra autorità costituita, furti di identità sul web, calunnie, fake news, ingiustizie e violenze di ogni genere.

La questione non si può risolvere con metodi umani. Ci vuole una nuova Pentecoste, quella Pentecoste perenne che deve passare attraverso la Chiesa in ciascuno dei suoi figli, chiamati ad essere strumenti attraverso cui lo Spirito Santo opera, parla, converte e salva. O il cristiano prende coscienza che è lui la via dell’effusione dello Spirito Santo come Spirito di conversione sull’umanità bisognosa della grazia di Dio oppure i problemi dell’umanità diventeranno sempre più devastanti e irrisolvibili.

Ma c’è un fenomeno che oggi va crescendo a dismisura e che nessuno prende in seria considerazione: è il fenomeno del relativismo di pensiero, morale, culturale e persino teologico. È quel fenomeno di cui parlava spesso Benedetto XVI e che ancora oggi non è preso sul serio, anzi è definito come progresso culturale e civile.

L’uomo oggi si è fatto verità a se stesso. Ha deciso anzi di rifiutare ogni verità perché l’opinione è preferibile, è comoda, “dà spazio” a tutti e non disturba nessuno. In particolare sono molti coloro che rifiutano ogni verità che viene dal Cielo ed è donata all’uomo dalla Chiesa di Gesù Cristo. Costoro, con teorie subdole e apparentemente assai logiche, decretano l’impossibilità che Dio intervenga nella storia – direttamente o indirettamente, per via straordinaria oppure ordinaria – per entrare in dialogo con l’uomo e indicargli la via della vita e della vera felicità.

Sono i falsi profeti di ieri e di oggi che sempre sono presenti sulla scena del mondo e, dopo essersi lasciati ingannare dal serpente come accadde ad Eva, diventano a loro volta ingannatori dei loro fratelli e causa di infinita sofferenza per l’universo intero.

Ma Gesù ci ha messo in guardia e non vuole che cadiamo nelle loro grinfie. Il fine della Pentecoste è anche questo: lo Spirito Santo deve guidarci alla verità tutta intera e ci deve custodire dalla falsità che sempre tende ad inocularsi nel pensiero dell’uomo.

«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà» (Gv 16,12-14). 

Gesù non ci vuole ingenui e con gli occhi annebbiati dalla caligine del peccato o dalle ideologie ereticali inventate dagli uomini. Ci vuole saggi, forti, capaci di schierarci sempre dalla parte della verità per essere testimoni di essa fino all’effusione del sangue.

Seminare falsità o lasciare che la falsità avanzi per motivi di falso buonismo o di qualsiasi altra natura, non è atteggiamento che compete al cristiano. Costui è chiamato ad amare perché lo Spirito è Amore, ma l’amore e la verità non possono mai camminare in modo disgiunto. È infatti lo stesso Spirito che insegna la verità e rende capace il credente di amare alla maniera di Cristo Gesù, fino alla morte e alla morte di croce.

La Vergine Maria, nostra Madre e Regina, allontani da noi ogni falsità, ogni divisione, ogni forma di relativismo, e ci renda autentici testimoni del Vangelo in questo mondo che l’ha dimenticato.

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