Bisogna fare molta attenzione nel pensare che la Parola di Dio sia parola come tutte le altre che si ascoltano qua e là lungo il corso dei secoli, perché un errore del genere espone la propria vita al fallimento e apre le porte della perdizione eterna.
La Parola di Dio è Parola unica, immodificabile, vera, che non può essere neanche per un istante paragonata alla parola degli uomini, alle loro filosofie e ai loro vaneggiamenti.
È Parola che è nata dal cuore dell’Onnipotente e ci è stata donata – in diversi tempi e modi – per la nostra salvezza. Essa è la prima e più alta espressione della misericordia divina. La sua origine è celeste e non carnale. Essa è la luce che dirada le tenebre fitte che infestano il cuore dell’uomo, la via per conoscere Dio secondo verità e l’antidoto potente contro il veleno del serpente antico che sempre vuole confondere i pensieri dell’uomo.
La Parola di Dio ha una caratteristica unica nel suo genere: si compie sempre. Ciò che è in essa rivelato diventa storia. È storia già oggi e lo sarà domani. È esperienza quotidiana e sarà esperienza eterna, senza alcuno sconto per nessuno. Tocca a noi credere in essa, per non rischiare di sciupare la nostra vita:
«Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”» (Lc 16, 22-24).
Il ricco epulone non credette alla Parola di Dio e per questo motivo visse un’esistenza opaca e senza amore, immerso nella falsità, cercando invano di saziare la sua bramosia per sprofondare alla fine del suo breve pellegrinaggio terreno nelle fiamme dell’Inferno. La sua non fede nella Parola di Dio fu la sua rovina.
Quest’uomo non può più tornare indietro. Vorrebbe, ma il tempo della misericordia è finito. Ora è il tempo di gustare gli amari frutti della sua stoltezza, della sua superbia, della sua ostinazione nel peccato. Vorrebbe salvare anche i suoi fratelli, ma neanche questo può fare e per lui il tormento è ancora più intenso.
Veramente terribile è la condizione dei dannati! E si badi bene che è condizione reale, non inventata. È condizione eterna e irreversibile.
Qualcuno potrebbe dire: ma questa è una parabola, il ricco epulone non è un personaggio realmente esistito. Diciamo con tutta chiarezza che un ragionamento del genere è fuorviante. Le parabole infatti vanno lette nello Spirito Santo per carpire in esse le verità che Egli ci rivela per la nostra salvezza. Il ricco epulone è immagine di tutti coloro che realmente hanno vissuto senza alcun riferimento alla volontà di Dio e senza amore verso i loro fratelli, e di costoro ce ne sono stati e ce ne sono tanti nella storia. Anzi, il ricco epulone potremmo essere tutti noi e dobbiamo per questo fare molta attenzione.
La parabola è un racconto particolare ma che dice la verità, ci svela il mistero della storia di tutti i tempi, ci indica la via della salvezza. Non è una storiella, né una favola. È un linguaggio dello Spirito Santo che va interpretato con ogni sapienza.
Dire che la vita eterna – Paradiso, Purgatorio e Inferno – non esiste perché se ne parla nella parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro è contraddire tutta la rivelazione. È offendere lo Spirito Santo e non voler ascoltarlo per continuare a vivere nell’illusione e nella falsità.
Bisogna che tutti noi prendiamo sul serio ogni singola parola contenuta nella Sacra Scrittura e ci mettiamo d’impegno a comprendere sempre meglio ciò che lo Spirito Santo ha voluto, vuole e vorrà dirci per il nostro più grande bene attraverso questa via mirabile.
Oggi con troppa superficialità si tralascia la conoscenza della Parola di Dio o ci si sente maestri nelle cose del Signore quando in realtà si è analfabeti. Non si partecipa né alla Santa Messa né alla Catechesi né ad altri incontri formativi e si rimane nell’ignoranza più gretta.
Questo atteggiamento, laddove viene assunto, è molto grave perché senza la conoscenza della Parola di Dio non si può fare un cammino di fede. Si cammina con i propri pensieri e con quelli del mondo, ma non con i pensieri di Cristo.
Accogliamo con umiltà e devozione la Parola di Dio e lasciamo che la Chiesa ce la insegni. Accogliamola così come essa è, senza nulla aggiungere e nulla togliere. Trasformiamola in vita vissuta e su di essa fondiamo la casa della nostra vita per gustare oggi e nell’eternità i frutti ad essa legati.
Ci aiuti in questo la Vergine Maria, Donna dalla grande fede ed esperta conoscitrice dei profondi misteri del Regno di Dio.
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