La storia insegna che sempre le tenebre vogliono soffocare la luce. Chi ha scelto di servire il Signore deve sapere che incontrerà nel suo cammino molti che faranno di tutto per ostacolarlo nella sua missione.
Incontrerà molti che lo vorranno scoraggiare, perché la smetta di annunciare il Vangelo. Incontrerà molti che saranno allergici anche alla sua sola presenza e tenteranno di cancellarlo dalla faccia della terra:
«Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti, per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione. Condanniamolo a una morte infamante, perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà» (Sap 2,19,20).
È questa la storia in cui bisogna essere luce: una storia tormentata in cui si incontrano persone a cui piace la guerra e non la pace, lo scontro e non l’armonia, la divisione e non la comunione. Persone dal cuore indurito e capaci di fare il male, di pensarlo a tavolino con ogni sorta di spietatezza.
Questo perché il terreno fertile su cui possono germogliare i cardi e le spine di Satana è il terreno dell’instabilità, della confusione, dell’opinione che si traveste di verità e dà la possibilità a chi non ama la luce di continuare ad essere tenebra, perché tutto è lecito.
Il cristiano deve sapere tutto questo e non si deve fare illusioni. La sua missione è una battaglia che deve combattere con coraggio, a viso aperto, con la stessa determinazione di Gesù che non si è tirato indietro. Mai.
Gesù è l’uomo che ama, e l’amore non è a tempo. È amore fedele, fino alla fine, perché solo alla fine la battaglia si vince. Gesù ha vinto la sua battaglia sul Calvario, quando ha offerto la sua vita al Padre in olocausto per la salvezza dell’umanità intera.
Gesù è rimasto sulla croce e non ha ceduto alla tentazione di scendere da essa, come invece avrebbero voluto che facesse i figli delle tenebre.
«Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”» (Mc 8,34-35).
Sono queste parole forti, che fanno tremare, ma non ci devono fare scoraggiare.
Nella battaglia, infatti, non siamo soli. Al nostro fianco ci sono dodici legioni di Angeli, che ci proteggono, e se facciamo tutta la volontà di Dio, nulla potrà scalfirci. Neanche un capello del nostro capo perirà finché non giungerà la nostra ora.
La missione del cristiano non è facile, ma è possibile. È missione ardua, ma che porta con sé tanta potenza di grazia da poter convertire il mondo intero. Per questo bisogna essere forti ed esercitarsi ogni giorno nella mitezza, virtù essenziale che ci rende capaci di imitare Gesù, nostro unico Maestro.
Dinanzi al male che si abbatte su di noi quando scegliamo di annunciare e vivere il Vangelo dobbiamo sempre tenere lo sguardo fisso sul Crocifisso, autore e perfezionatore della fede, Signore della storia, Giudice dei vivi e dei morti.
Questa visione dona pace, infonde speranza, rende saldi nella fede, alimenta la nostra carità.
La Vergine Maria, che ai piedi della croce è divenuta Madre della Redenzione, ci accompagni nella nostra battaglia e ci dia tanta serenità.