Il popolo che camminava nelle tenebre…(Mt 4,12-23)

Il popolo che camminava nelle tenebre…(Mt 4,12-23)

Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta (Mt 4,16).

Le parole del profeta Isaia, che Matteo usa per presentare la missione di Gesù in mezzo agli uomini, sono quanto mai attuali. Non ieri, ma oggi, il popolo abita e cammina nelle tenebre. Esse avvolgono mente e cuore di cristiani e non cristiani, di piccoli e grandi, di gente che appartiene ad ogni ceto sociale. Persino coloro che possiedono più lauree e hanno studiato nelle Università più prestigiose della Terra sono, dal punto di vista spirituale, incapaci di vedere con gli occhi dello Spirito Santo la propria e altrui esistenza. Ciò che sfugge all’uomo di oggi è la verità delle cose, il significato profondo degli eventi, il senso stesso della vita.

Le tenebre di cui parla l’evangelista Matteo sono assai fitte e interessano le culture, popolano il web, occupano le cattedre dei luoghi in cui la persona umana si forma sin dalla più tenera età, fanno sentire la loro voce nelle piazze e si inoculano lentamente nei cuori nel silenzio delle case in cui entra con prepotenza l’antivangelo attraverso il cavo di “mamma TV” e del suo figlio primogenito: il telefonino. Le tenebre oggi, creano mentalità e riescono con una straordinaria facilità ad orientare le scelte quotidiane della stragrande maggioranza degli uomini.

La storia che si consuma dinanzi a noi non è forse la manifestazione più eloquente di quanto questo sia vero? Può dire di camminare nella luce un uomo che uccide in nome di Dio e si accanisce contro gente inerme mentre visita i mercatini di Natale o si svaga seduta al tavolo di un bar insieme ai suoi amici? Può dire di camminare nella luce un genitore che giustifica il peccato dei propri figli mettendo a tacere insegnanti ed educatori che si sono permessi di sanzionare le sue evidenti malefatte? Può dire di camminare nella luce un giovane che frequenta cattive compagnie e cerca la felicità nello sballo della droga e dell’alcool o si lascia ingannare dai personaggi famosi del momento che tutto sono tranne che sani modelli di vita? Può dire di camminare nella luce un medico che sopprime la vita nel grembo materno; un filosofo che inventa ideologie diaboliche per distruggere la fede in Cristo e nella Chiesa; uno scienziato che usa la sua scienza a prescindere da ogni etica; un politico che sfrutta la sua posizione per arricchirsi e non pensa al bene del popolo a lui affidato; un banchiere che inganna i suoi clienti con sofisticati meccanismi finanziari? Gli esempi potrebbero essere infiniti e purtroppo non risparmiano nessuno. Persino tra i ministri ordinati ce ne sono molti avvolti dalle tenebre più fitte che annunciano un Vangelo contraffatto e per niente conforme a quello di nostro Signore Gesù Cristo.

È nostro dovere aprire gli occhi ed essere realisti. Non certo per parlare male gli uni degli altri o per essere profeti di sventura. Ma per amarci secondo verità e metterci a lavoro con zelo ed entusiasmo al fine di cambiare le sorti della storia secondo il cuore di Cristo. Gesù ci chiede di “convertirci perché il Regno dei cieli è vicino” (Mt 4,17). Ci chiede cioè di “non conformarci alla mentalità di questo mondo, ma di lasciarci trasformare rinnovando il nostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12,2). Ci chiede di essere noi, in Lui, la “grande luce” che il popolo deve poter vedere per lasciarsi rischiarare mente e cuore e divenire sapiente.

La nostra missione di cristiani, oggi più che mai, è importante e necessaria. La salvezza del mondo intero, che cammina nell’ombra della morte, è affidata a noi. Ciascuno possiamo e dobbiamo fare del nostro meglio. Come Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni siamo tutti chiamati a seguire il divin Maestro e aiutarlo con gioia perché tante anime cadano nella rete della sua misericordia. È nostro dovere convertirci ogni giorno al Vangelo nei pensieri più reconditi del nostro cuore e aiutare gli altri a fare lo stesso. La luce è solo in Cristo che la si può attingere. Altrove vi è solo buio, confusione, smarrimento, sconforto e disperazione. Solo Gesù può dare senso alla vita dell’uomo, renderlo veramente felice e infondere nel suo cuore la pace. Dobbiamo crederci noi, per aiutare gli altri a fare lo stesso.

Che la Vergine Maria, Giglio purissimo di santità, aumenti la nostra fede e renda luminosi i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre opere, la nostra anima e il nostro corpo.