La calunnia è arma antichissima che è capace di seminare ovunque morte e distruzione. Il primo ad usarla è stato il serpente nel Giardino dell’Eden, quando decise di indurre Eva a pensare male di Dio e di trascinarla nel baratro della falsità esistenziale. Bastarono poche parole, ben assestate, e la storia degli uomini cambiò radicalmente: l’armonia originaria venne infranta e ancora oggi, tutti noi, ne paghiamo le amare conseguenze. Se ci pensiamo, tutto è iniziato da una parola di calunnia, da un pensiero falso e bugiardo.
I tempi però non sono cambiati. Sempre il principe di questo mondo usa la menzogna – di cui egli è padre e maestro (Cf. Gv 8,44) – per allontanare l’uomo dalla via della salvezza, e lo fa in particolare seminando zizzania nei cuori dei semplici al fine di discreditare coloro che lavorano con zelo nella Vigna del Signore. Il Vangelo di questa Domenica ne è un esempio mirabile:
«Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni”. Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: “Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito”» (Mc 3,22-26).
Gesù tutto opera in santità e giustizia. Egli combatte il principe dei demoni e quanti hanno deciso di servirlo. Lui scaccia i demoni e semina ovunque la Parola di Dio che libera e redime. Eppure gli scribi lo accusano di essere un falso profeta, un alleato di Beelzebùl, un suo collaboratore. Tanto può un cuore malvagio, incancrenito nel peccato e determinato a soffocare la verità nell’ingiustizia (cf. Rm 1,18-23). L’uomo che preferisce le tenebre alla luce non guarda in faccia a nessuno. Quanti ostacolano i suoi progetti iniqui devono essere eliminati, in un modo o in un altro.
Ma questo non ci deve meravigliare né ci deve scoraggiare. Dobbiamo anzi convincerci che se Gesù è stato osteggiato in tal maniera, anche noi lo saremo. È la legge della storia che ormai è stata infettata dal virus letale del peccato che fa tanto male a giusti e peccatori. Tuttavia, se avremo fede, se cresceremo ogni giorno in sapienza e grazia, se rimarremo saldi nell’obbedienza alla volontà di Dio, anche noi non soccomberemo e per mezzo nostro tante anime si salveranno. È una questione di fede nella promessa che Gesù ha fatto a coloro che credono in lui (cf. Mc 16,15-20).
La cosa importante che dobbiamo capire però è che anche noi dobbiamo stare attenti a come parliamo. La calunnia infatti – e prima ancora il pettegolezzo – sono spesso “difetti” di tanti cristiani che non mancano di essere superficiali e approssimativi in ciò che dicono. Vigilare sulla parola che esce dalla propria bocca è doveroso per chi vuole amare i fratelli ed edificare il Regno di Dio.
Satana sa come intrufolarsi nei pensieri e nei discorsi che si fanno molte volte in modo apparentemente innocente. Lui sa che basta una parola, detta anche per scherzo, e si innesca una reazione a catena distruttiva. Magari una reazione lenta e quasi invisibile, ma molto efficace.
Quante volte tra amici, tra colleghi, in famiglia, nelle piazze, al Centro commerciale e persino in Parrocchia si fanno discorsi inopportuni. Si parte dalla lamentela per passare al giudizio temerario e alla condanna facile. Si dipingono le persone innocenti come fossero dei terroristi e si fanno passare i terroristi come innocenti. Con una parola detta “per caso” si partoriscono visioni distorte della storia e si alimentano contese che possono portare anche all’odio viscerale verso persone innocenti.
La calunnia è figlia del pettegolezzo, che nasce a sua volta da quel “gusto” disordinato di parlare degli altri scadendo nel giudizio delle coscienze che non appartiene a nessuno, se non a Dio. Va detto, con ogni chiarezza, che il pettegolezzo – e tanto più la calunnia – non è mai giustificabile. Anche se l’altro sbaglia o assume atteggiamenti non del tutto condivisibili, bisogna sempre vigilare su ciò che si dice in qualsiasi luogo e a qualsiasi persona per evitare di amplificare il male o addirittura di crearlo.
La Vergine Maria, dalla cui bocca mai è uscita una parola inopportuna e tantomeno falsa, ci aiuti ad imitarla, affinché ciascuno di noi sia strumento di salvezza e manifestazione vivente della sapienza celeste.
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