Leggendo la Sacra Scrittura, ci si accorge immediatamente che Dio ha sempre educato l’uomo attraverso vie molteplici.
Ha educato Adamo, invitandolo a non ergersi ad arbitro del bene e del male e poi facendogli prendere coscienza delle conseguenze nefaste del peccato. Ha educato Abramo, prendendolo per mano giorno per giorno, incoraggiandolo nei momenti delicati in cui lo scoraggiamento avrebbe potuto prendere il sopravvento e chiedendogli il sacrificio di Isacco, per farlo divenire invincibile nella fede e nell’amore. Ha educato Mosè, per prepararlo alla grande missione di condottiero e assistendolo nelle grandi battaglie contro il Faraone e contro le mormorazioni del suo popolo. Ha educato Davide, pastorello sconosciuto, per farne il più grande Re d’Israele. Ha educato tutti gli altri personaggi che la Storia della salvezza conosce, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, e ha continuato e continua a farlo fino ai nostri giorni con la Chiesa in ciascuno dei suoi membri.
E questo fa, perché Dio ama l’uomo e perciò non lo lascia ignorante, capriccioso, confuso, smarrito, peccatore, informe. Si prende cura di lui e senza mai stancarsi lo conduce pian piano verso la perfezione, con tanto sacrificio e tanta pazienza. Ovviamente se da parte dell’uomo vi è disponibilità a lasciarsi educare.
Possiamo immaginare il nostro Creatore come un abile scultore che prende la nostra fragile umanità, simile ad un blocco di marmo, e con colpi di scalpello sicuri e precisi trae via via uno stupendo capolavoro. Non in un solo giorno né in un mese o in un anno. Ma in un tempo lungo, che pian piano fa vedere frutti inaspettati.
La sua sapienza vede oltre. Sa quale modello realizzare e lavora con costanza e grande determinazione. Si impegna e non lascia niente di intentato. Cura i singoli dettagli, anche quelli apparentemente insignificanti. Non si ferma dinanzi alla difficoltà dell’opera, dovuta alla nostra cocciutaggine e caparbietà. Corregge con decisione ogni piccola o grande stortura. Crede nonostante tutto, fino alla fine, nella possibilità della conversione di cuore e mente, anche per tanti che si fanno spesso sordi e preferirebbero restare blocchi informi di marmo. In una parola ama di amore che mai viene meno e che pensa, dispone e realizza il sommo bene per tutti e per ciascuno.
Da Dio, Creatore e Signore sapiente, dobbiamo tutti imparare. Oggi più che mai, perché serpeggia in molti cuori il pericoloso pensare ad un amore che non educa e che si rivela in ultima analisi disinteresse peccaminoso della vita altrui.
Questo purtroppo accade sempre più spesso nelle famiglie, dove i genitori abbandonano i loro figli e le loro figlie a se stessi, consegnandoli ai falsi maestri che popolano il Web e i diversi canali di informazione e condannandoli a scontrarsi presto o tardi con la durezza della storia che li travolge come valanga distruttrice. Accade nelle scuole e nei luoghi di formazione, in cui si vuole imporre la teoria che la disciplina e lo studio sono fonte di stress e perciò vanno aboliti. Accade persino nella Chiesa, in molti casi, dove serpeggia la mentalità del “tutto è lecito” perché i tempi son cambiati e la misericordia divina copre anche le iniquità più inique. Accade ovunque, insomma, perché si cade nell’errore di pensare ad un amore che tutto è tranne che educare, correggere, condurre verso la perfezione, aiutare a diventare forti in ogni virtù con l’aiuto della grazia e con tanta buona volontà.
Amare è accompagnare, sostenere, incoraggiare, esortare, perdonare, premiare, ma è anche dire “no” quando chi ci è stato affidato decide di imboccare la strada della stoltezza, della sordità dinanzi alla Legge del Signore, dell’immoralità, del vizio, del fare ciò che si vuole a prescindere da ogni riferimento alla sapienza che viene da Dio e che è incisa a caratteri incancellabili nella Sacra Scrittura e nella Tradizione viva della Chiesa. Ed è per tale motivo che se anche i tempi che viviamo sono difficili e delicati, perché educare è rischioso, non dobbiamo per questo rinunciare a svolgere un compito così importante per le presenti e le future generazioni.
Anche se ci si trova dinanzi a persone – piccole e grandi, adolescenti e adulte, figli e genitori – che sono ribelli, impertinenti, iraconde, indisciplinate, allergiche alla correzione, rancorose, permalose e persino a volte violente e vendicative, bisogna impegnarsi con tutte le forze a diventare strumenti perfetti di nostro Signore che ancora oggi vuole illuminare con la sua sapienza l’umanità e risanarla con il suo Santo Spirito in vista della nuova creazione e della salvezza eterna.
Ognuno di noi deve scegliere di collaborare con il Buon Pastore che non vuole che nessuna pecorella si perda e perciò vuole intervenire per riportarla nell’ovile della verità. E questo dobbiamo fare con coraggio e grande fede, senza lasciare spazio al pensiero del “chi me la fa fare…è meglio farmi gli affari miei…così sono amico di tutti e non me la guasto con nessuno…”.
Va detto con forza che l’educazione e un dovere di amore che abbiamo gli uni verso gli altri, e in particolare verso le nuove generazioni, verso quanti sono in via di formazione e possono prendere strade sbagliate dalle quali poi è difficile tornare indietro. Va detto anche, però, che l’educazione non è un fatto meramente umano, immanente. È attività intessuta di trascendenza purissima. È lasciarsi muovere dallo Spirito Santo che conosce tempi e momenti, che sa quale parola dire e quando dirla, che sa indicare a tutti la via da seguire perché conosce il mistero che avvolge ciascuno, essendone Lui il divino Regista.
I metodi è giusto che evolvano, si affinino, diventino sempre più adatti ai tempi, alle culture, ai linguaggi che si usano nei diversi contesti. Ma da soli non bastano. Hanno bisogno di quella luce soprannaturale e attuale che solo lo Spirito Santo, il Maestro interiore, può e sa dare a chi è chiamato ad educare e dunque ad amare. Dimenticare il Cielo e ridurre tutto a polvere e materia è un grande errore che purtroppo oggi si sta commettendo nei luoghi in cui la persona umana si forma, da piccolo e da grande.
Educare non è facile, ma è doveroso e possibile, se ci si lascia aiutare da Colui che è capace di educare il maestro e il discepolo, il genitore e il figlio, il Sacerdote e il laico, il formatore e l’apprendista.
Che la Vergine Maria aiuti tutti noi ad entrare in questa visione altissima dell’amore vero che non lascia l’altro nelle tenebre, non lo abbandona a se stesso né ai lupi famelici che vogliono dilaniarne le carni, ma lo educa, lo prende per mano, lo incoraggia affinché non si perda d’animo nel cammino della vita, ma anche lo corregge quando sbaglia, perché vuole il suo bene e niente di più. Ella ci aiuti e ci insegni la pedagogia perfetta che ha come unico Maestro il suo Figlio Gesù.