«Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,33-35).
È volontà di Dio, manifestata a noi a chiare lettere da Gesù, che nella Chiesa regni l’amore e la concordia. Una Chiesa divisa non è la Chiesa voluta dal suo Fondatore e non potrà mai compiere la sua missione in mezzo agli uomini che è missione di salvezza. Il mondo conosce bene le guerre, le divisioni, le lotte fratricide, e non verrà mai attratto dai cristiani se questi sono dispettosi, permalosi, sempre pronti a giudicare e condannare persino quanti sono, in Cristo, sangue del loro sangue.
La divisione nella Chiesa palesa la presenza del peccato nei cuori dei suoi figli, ed è una triste sconfitta per i battezzati e la loro fede. Essa è una piaga purulenta che mai si rimargina nel corso del tempo, ma che purtroppo viene spesso riaperta dagli stessi cristiani. Nella Chiesa non mancano mai, anche ai nostri giorni, coloro che lavorano con santità e zelo e danno la vita perché Cristo trionfi. Ma purtroppo sono anche numerosi quanti mentendo dicono ogni sorta di male contro di loro, per motivi di gelosia, invidia, vanagloria e cose del genere.
È compito di ciascuno spezzare la catena del male e della maldicenza, perché questa è la prima forma di amore che ci è chiesta. L’unità interna, tra tutti i membri della Chiesa, è obiettivo sempre da raggiungere e consolidare; è dovere di giustizia da compiere. È da essa infatti che nasce la nostra forza contro il male che ci vuole fare affondare e che sempre tende a metterci gli uni contro gli altri, iniettando nei cuori il sospetto verso quanti ci stanno accanto, tanto da renderci incapaci di lavorare in comunione per l’edificazione del Regno di Dio.
Si badi bene che il compito di custodire e alimentare tale unità è affidato a ciascuno personalmente, seppure con gradi di responsabilità diversi in riferimento al Sacramento e ministero ricevuti e al ruolo che si occupa. Ognuno deve fare di tutto per raggiungere questo fine e non deve risparmiarsi in nulla pur di riuscire a compiere fino in fondo questa particolare volontà di Dio che è un vero e proprio testamento che Gesù ci ha consegnato nel Cenacolo e sul Calvario.
Per non cedere alla tentazione della divisione e rinsaldare i legami di comunione ecclesiale, tutti, nessuno escluso, dobbiamo far trionfare sempre l’amore, anche se questo costa sacrificio. Del resto non dobbiamo mai dimenticare che è proprio il sacrificio la fonte della beatitudine celeste e la sorgente di salvezza per l’umanità intera. Gesù ci chiede di amare alla sua maniera, e lui è il Crocifisso, l’uomo dei dolori che ben conosce il patire e che ha saputo offrire se stesso per riconciliare il Cielo e la Terra.
Ma se dare la vita per i propri amici e fratelli fosse ancora troppo difficile, almeno si potrebbe iniziare, oggi più che mai, dall’evitare di amplificare e diffondere il male che è stato commesso. È grande stoltezza e mancanza di carità gridare dai tetti e pubblicare in ogni pagina dei Social, o sui diversi canali di informazione mediatica, il peccato di questo o di quell’altro, e farlo solo per il piacere di avere milioni di followers o di visualizzazioni. Giocare al massacro, facendo leva sulla fragilità di chi ha sbagliato, è dare il fianco ai carnefici della Chiesa, che purtroppo non mancano e sono assai numerosi.
È vero, il peccato non va mai giustificato e bisogna illuminare le coscienze perché imparino ad evitarlo e a starne lontano. Ma quest’opera va fatta sempre con prudenza e saggezza e non è mai dare sfogo al pettegolezzo.
Amplificare il male e nascondere il bene che si compie nella Chiesa non è amare né se stessi, né gli altri, né l’uomo da salvare e nemmeno Gesù Cristo. È solo cadere in tentazione e divenire distruttori pericolosi del Regno di Dio.
Ognuno di noi faccia molta attenzione e chieda alla Vergine Maria, giorno per giorno, la sapienza dello Spirito Santo per dire e fare soltanto ciò che lui vuole e desidera.
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