La dimensione missionaria è essenza della vita cristiana. Gesù chiama i suoi discepoli ma perché essi, a loro volta, aiutino altri a conoscere Lui e a sceglierlo come loro Maestro.
Ciò significa che non si è cristiani per se stessi né si può pensare di fare del cristianesimo una sorta di vanto dinanzi agli uomini. Per intenderci, non possiamo sentirci migliori degli altri perché abbiamo scelto Cristo. Piuttosto dobbiamo impegnarci con tutte le forze per rendere partecipi di questa nostra gioia quante più persone possibili.
Lo dice anche l’Apostolo Giovanni all’inizio della sua Prima Lettera con queste stupende parole: «Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena» (1 Gv 1,1-4).
Il cristiano segue Gesù, ma per imparare da lui come pescare nella rete del Vangelo tutti coloro che sguazzano nel mare del mondo, non conoscono la via della salvezza e sono in fondo tristi, confusi e avvolti da molte tenebre di falsità esistenziale. Il cristiano segue Gesù per scoprire i segreti del mestiere missionario che ha come fine quello di rendere partecipi della gioia di vivere tutti coloro che abitano la storia attuale e persino quella futura.
I Santi, in fondo, questo hanno fatto e continuano a fare con la loro potente intercessione celeste, ma anche con i loro scritti e le loro opere che rimangono una testimonianza di fede imperitura, un tesoro da “usare” con sapienza per conoscere la Verità e accoglierla nel proprio cuore.
La missione ci appartiene per vocazione e in virtù della nuova natura che abbiamo ricevuto per via sacramentale. È parte integrante di noi e non qualcosa di giustapposto o addirittura riservato ad alcuni.
In particolare la Cresima, oggi tanto mal compresa nella mentalità comune, ci rende testimoni e soldati di Cristo, potremmo dire – con le parole del Vangelo in esame – pescatori di Cristo. Anche di questo Sacramento dovremo rendere conto a Dio nel giorno in cui ci presenteremo al suo cospetto per essere da lui giudicati.
Non abbiamo ricevuto lo Spirito Santo nei suoi sette doni per chiuderci in noi stessi o per ritirarci nella nostra isola deserta e incontaminata dove nessuno ci dà fastidio. Lo abbiamo ricevuto per edificare il Regno di Dio, per portare ovunque il Vangelo, in parole e opere, per chiamare altri a diventare membra del corpo di Cristo che è la Chiesa.
Quello che hanno fatto gli Apostoli dopo la Pentecoste dobbiamo farlo tutti noi, anche se con ministeri, carismi, ruoli e responsabilità differenti.
Se leggiamo gli Atti degli Apostoli, ci accorgiamo facilmente di quanto lavoro hanno fatto Pietro e gli altri per andare in tutto il mondo, allora conosciuto, annunciare il Vangelo ad ogni creatura e battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo coloro che giungevano alla fede (cf. Mt 28,16-20). Non parliamo poi di San Paolo, Apostolo delle genti e strumento eletto dello Spirito Santo per la salvezza di molte anime.
“Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. Queste parole sono per noi. Ciascuno deve sentirsi chiamato in prima persona e deve rispondere con generosità a questo invito. Deve far suo questo stupendo programma di vita, che richiede certamente impegno, ma che porterà con sé una pesca abbondantissima per coloro che avranno fede e faranno ogni cosa con sapienza e amore.
È vero, nessuno di noi è già esperto. Tutti abbiamo molto da imparare. Sperimentiamo le nostre fragilità, ci accorgiamo che ieri avremmo potuto fare molto meglio. Ma non tiriamo i remi in barca! Con entusiasmo, e certi di avere in Cristo un ottimo Maestro, cresciamo in santità e prendiamo il largo. Dinanzi a noi c’è un futuro radioso, se ci fideremo di Gesù, il Pescatore di anime per eccellenza, che cerca discepoli attenti e disposti ad imparare da lui i segreti della pesca.
Ci aiuti in questo itinerario la Vergine Maria, nostro Madre e Regina, e interceda per noi perché i tempi di apprendimento diventino più brevi. Ella ci accompagni e ci custodisca nel suo amore.
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