Ogni battezzato è chiamato a continuare la missione di Gesù nel mondo e cioè a condurre ogni cuore a Lui perché abbia la vita e l’abbia in abbondanza (cf. Gv 10,10).
Dal cristiano – e dunque dalla Chiesa tutta – dipende la salvezza dell’umanità, perché l’Autore della salvezza e il Perfezionatore della fede (cf. Eb 12,1-2) ha costituito i suoi discepoli “luce del mondo e sale della terra”. La luce deve essere accesa e posta sul candelabro; il sale non deve perdere il sapore (cf. Mt 5,13-16).
Una verità, però, deve essere chiarita sin da subito: nessuno potrà mai compiere un’evangelizzazione efficace senza lo Spirito Santo. O si cammina in lui e con lui oppure si ingannano le anime e si inganna se stessi.
Non è un caso che Gesù riceva il Battesimo al fiume Giordano prima di iniziare la sua missione pubblica. Lui sapeva bene che nulla avrebbe potuto fare di buono con le sole forze umane. Eppure la sua umanità era immacolata, scevra da ogni imperfezione e da ogni pulviscolo di peccato.
Ma l’umanità, anche la più perfetta, non può nulla contro il male se lo Spirito Santo non viene in suo aiuto. Le insidie di Satana sono moltissime e la sua intelligenza è angelica e perciò superiore all’intelligenza umana. Tra le altre cose Satana conosce le fragilità di ciascuno, i punti deboli, le porte attraverso cui può entrare in un cuore per conquistarlo. L’inganno poi è la sua specialità preferita e della menzogna egli è il padre (cf. Gv 8,44).
Da qui la necessità per tutti di essere pieni di Spirito Santo e sempre mossi da Lui.
Ma vi è un altro motivo importante per non confidare nelle sole forze umane. Lo Spirito Santo è l’unico capace di convincere. Lo dice Gesù nel Vangelo secondo Giovanni, parlando ai suoi Apostoli del Consolatore che li avrebbe un giorno assistiti nella loro difficile missione. Queste le parole del divin Maestro: «Quando sarà venuto il Consolatore, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato» (Gv 16,8-11 CEI 1974).
Possiamo stare ore e ore a parlare con la persona più cara al nostro cuore. Possiamo argomentare con finezza teologica ed esporre con dovizia di particolari tutta la storia della salvezza. Possiamo conoscere e citare a memoria tutta la Sacra Scrittura. Possiamo essere esemplari in ogni cosa nella nostra vita. Ma se lo Spirito Santo non tocca un cuore, quel cuore rimane indurito e lontano dal mistero di Cristo.
Solo lo Spirito Santo converte. Noi siamo strumenti importanti, per certi versi necessari, ma bisogna che anche noi siamo rivestiti di potenza dall’alto come lo furono gli Apostoli a Pentecoste.
Se questo non succede, la nostra evangelizzazione sarà inefficace. Perderemo tempo e sciuperemo energie in quantità industriale. Lavoreremo giorno e notte, ma la casa non sarà edificata, perché «se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori» (Sal 127).
Purtroppo l’errore grave che oggi più che mai il discepolo di Gesù commette è quello di confidare nella propria esperienza, bravura, intelligenza, abilità, astuzia e capacità di programmare questo o quell’altro evento, facendo ricorso quanto più possibile alle scienze umane in tutte le loro declinazioni. In parole semplici si fa una pastorale senza Spirito Santo, senza sostegno celeste, senza sapienza soprannaturale.
Da qui i risultati non per niente esaltanti. La società si va sempre più scristianizzando, le Chiese si svuotano, molti seguono ideologie e filosofie di vita che sono contrarie al Vangelo e ai principi più evidenti della sana moralità.
Sinceramente penso che sia necessario da parte di tutti un radicale cambio di mentalità. Bisogna che comprendiamo che noi e lo Spirito Santo dobbiamo lavorare insieme. Questa è la volontà di Dio e questo è l’esempio che Gesù ci ha dato nel suo Vangelo. Abbiamo tutto da guadagnare e nulla da perdere.
Ci aiuti dal Cielo la Vergine Maria con la sua materna intercessione ed effonda su di noi lo Spirito Santo, come lo effuse su Santa Elisabetta e Giovanni Battista, affinché ci convinciamo che l’evangelizzazione è un fatto divino, soprannaturale, teandrico.
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