Un cammino fatto di fiducia e obbedienza – XIX Ord (C)

Un cammino fatto di fiducia e obbedienza – XIX Ord (C)

La fede è virtù necessaria per camminare con Dio, per essere da lui guidati giorno dopo giorno secondo la sua volontà che è fonte di vita e benedizione celeste.

Ha fede chi ha fiducia in Dio e lo ascolta con cuore retto per obbedire a quanto lui comanda, senza “se” e senza “ma”, non mettendo in discussione l’ordine ricevuto, bensì impegnandosi con tutte le forze a trasformarlo in vita vissuta.

Non per nulla la Chiesa insegna che la fede ha una dimensione fiduciale e una obbedienziale. Fiduciale, perché chi ha fede si fida di Dio, della sua sapienza eterna che vede oltre l’orizzonte opaco del nostro sguardo, del suo amore che pensa solo e soltanto al nostro più grande bene, della sua provvidenza che mai ci abbandona, della sua onnipotenza che sa trarre dal nulla ogni cosa, della sua infallibilità che non sbaglia mai e poi mai.

Obbedienziale, perché avere fede significa ascoltare Dio che ha parlato, parla e parlerà per manifestare i segreti del suo cuore di Padre ai suoi figli al fine di renderli partecipi della storia della salvezza, non come semplici destinatari di essa, ma come protagonisti audaci ed efficaci che lo aiutano nello Spirito Santo affinché la Redenzione si compia anche attraverso di loro.

La fede è virtù necessaria, perché rende possibile il dialogo tra il Creatore e la creatura, il Padre e il figlio, lo Sposo e la sposa, il Redentore e l’uomo bisognoso di Redenzione. E questo non sulla base di immaginazioni vaghe o elucubrazioni mentali, che avrebbero ragion d’essere solo se Dio fosse un concetto; ma sulla base della Rivelazione e cioè dell’evento stupendo con cui il Dio onnipotente e santo ha voluto e vuole manifestarsi a noi.

A tal riguardo, vale la pena leggere quanto afferma la Dei Verbum nelle sue pagine iniziali:

«Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà (cf. Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura (cf. Ef 2,18; 2 Pt 1,4). Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile (cf. Col 1,15; 1 Tm 1,17) nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici (cf. Es 33,11; Gv 15,14-15) e si intrattiene con essi (cf. Bar 3,38), per invitarli e ammetterli alla comunione con sé» (DV 2). 

Il Creatore ama la creatura, anche se peccatrice, e vuole con essa instaurare una perfetta comunione di vita dalla quale scaturisce la gioia di vivere, la conversione, il perdono, la pace e la salvezza eterna. Bussa alle porte del suo cuore, ma ha bisogno che tali porte vengano aperte dall’interno, perché non possono essere violate da nessuno. Ecco la fede: aprire le porte del proprio cuore a Gesù, fidarsi incondizionatamente di lui, ascoltare la sua voce e obbedire al suo comando d’amore. Non come schiavi, ma come amici.

Che meraviglioso mistero è questo! Mistero nel quale ognuno di noi può, se vuole, inabissarsi come hanno fatto Abramo, Mosè, Davide, i Profeti, gli Apostoli, i Santi e le Sante che costellano la vita della Chiesa e prima di tutti la Vergine Maria, la Benedetta tra tutte le donne. Questo mistero è l’oceano nel quale ognuno dovrebbe scegliere di inabissarsi giorno dopo giorno, l’avventura stupenda da intraprendere, la sfida da cogliere senza alcuna esitazione.

La fede cambia la vita, la rende bella ed entusiasmante, perché la rinnova giorno per giorno e la libera dai lacci della monotonia, che sempre tendono ad avvilupparla per farla morire.

Abramo è modello sublime, in tal senso, per noi e per tutti i credenti in Cristo: «Egli, per fede, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende […]. Per la sua fede e quella di Sara sua moglie, […] da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare. Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco […] il suo unico figlio, […] e lo riebbe e fu come un simbolo» (cf. Eb 11,1-19).

Da Abramo tutti possiamo e dobbiamo imparare. Anzi, possiamo andare infinitamente oltre, poiché noi abbiamo ricevuto grazie che lui non aveva: Cristo Gesù crocifisso e risorto, vivo e vero dinanzi ai nostri occhi, il suo Vangelo, il suo Corpo il suo Sangue, la sua amatissima Madre, il Padre celeste e l’adozione a figli, la Chiesa e mille altre grazie per le quali dobbiamo benedire in eterno l’Altissimo e la sua misericordia.

Il Signore ci aiuti a camminare nella fede, sorretti da lui come bimbi in spalla al loro padre e sempre pronti ad ascoltarlo per obbedire a tutto ciò che lui comanda, per la nostra buona volontà e l’intercessione potente della Vergine Maria, nostra Madre solerte e premurosa (cf. Gv 2,1-11).

 

Clicca sul link seguente per la Liturgia della XIX Domenica del Tempo Ordinario (C)