La nostra speranza si fonda sull’onnipotenza divina che rende Gesù capace di trovare sempre, anzi di creare, una soluzione ai nostri problemi, affanni e difficoltà.
Quando tutto sembra non avere alcuna via di uscita, lui può e sa come intervenire per salvare quanti confidano in lui, per non deludere i suoi eletti che gridano al suo cuore giorno e notte. Un esempio classico, e quanto mai stupendo, è il passaggio del Mar Rosso. Gli Ebrei erano senza alcuna via di uscita. Davanti avevano un mare chiuso, impossibile da attraversare. Alle spalle avevano l’esercito agguerrito di tutta la terra, quello degli Egiziani.
Umanamente non avevano alcuna possibilità di salvarsi. Ma il Signore ha aperto le acque del Mar Rosso per il suo popolo e le ha chiuse per il popolo persecutore. E così la salvezza si è compiuta.
La nostra storia non è diversa. Noi possiamo trovarci in una condizione simile. Non vediamo soluzione ai nostri problemi. Ci sentiamo mancare la terra sotto i piedi. Tutto attorno è chiuso ermeticamente. Ma se speriamo in lui, il Signore proprio in queste situazioni ci salva e manifesta la sua gloria.
Ecco perché il discepolo di Gesù non deve lasciare spazio allo scoraggiamento. Nei momenti di prova deve alzare gli occhi al Cielo e chiedere al Signore ogni virtù necessaria, la mitezza e l’umiltà prima di tutte le altre, per rimanere saldo nella volontà di Dio e attendere la sua salvezza.
La speranza del cristiano non sarà mai delusa, perché a Gesù è “stato dato ogni potere in Cielo e in terra” (cf. Mt 28,18). Che questa certezza alberghi sempre nei nostri cuori.
Tuttavia un’altra verità va aggiunta a quanto stiamo dicendo e cioè che la speranza deve sempre camminare di pari passo con la fede. L’esempio del Mar Rosso ci viene in aiuto anche in questo caso.
Esso non si aprì e poi si chiuse da solo, per intervento diretto del Creatore. Operò tutto questo per la fede di Mosè che obbedì a quanto il Signore gli aveva comandato di fare, con determinazione e cuore risoluto.
È stata la fede di uno solo a salvare un popolo, ma questa fede è stata necessaria. Il Signore ha voluto che fosse così e continua a volerlo.
La speranza, insomma, da sola non basta. Essa “funziona” se chi la possiede crede fermamente nel comando del Signore e lo attua nella storia. Questa obbedienza infatti è fonte di benedizione, mentre non lo è un semplice proponimento o intendimento che si ha nel cuore se poi si persevera nei propri pensieri.
Del resto non per nulla Gesù chiama noi suoi discepoli a farci voce dello Spirito Santo per ogni uomo che vive sotto il Cielo, annunciatori della sua Parola affinché essa entri in ogni cuore: «Gesù si avvicinò e disse loro: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”» (Mt 28,18-20).
Il Signore è sempre con noi, non ci abbandona mai e promette di intervenire sempre nella storia, ma solo a condizione che la sua Parola venga conosciuta, creduta e messa in pratica. Solo questa Parola Egli garantisce e conferma. Altre parole e altre volontà non gli interessano e rimangono perciò incapaci di sollevarci dalla polvere e di far fiorire il nostro deserto.
La Vergine Maria, nostra Madre e Regina, aumenti la nostra fede, rafforzi la nostra speranza e ci custodisca sereni nel cuore del suo Figlio Gesù.
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