Nella festa della Madonna Addolorata è giusto che ognuno di noi volga il suo sguardo verso il Calvario, luogo fontale della Redenzione che ha come primi protagonisti Gesù e la Madre sua, Maria.
È in questo orizzonte che comprendiamo che il cristiano è chiamato ad essere causa di salvezza per il mondo intero in Cristo crocifisso e risorto. È questa la sua vocazione, il meraviglioso progetto che Dio ha pensato per lui sin dall’eternità. La via mirabile per assaporare la gioia dello spirito e poter un giorno entrare nella gioia eterna del Paradiso.
Bisogna però comprendere che il Signore non può agire se manca la volontà dell’uomo. Ed in fondo questo noi lo comprendiamo bene se pensiamo alla vita della Vergine Maria. Ella ha scelto di accogliere il progetto che Dio voleva realizzare con lei, quando l’angelo Gabriele a Nazareth andò a visitarla e glielo manifestò con sapienza celeste. Maria ha detto “sì”, ha pronunciato quella frase che tutti noi dovremmo pronunciare con coraggio e grande fede: “eccomi, sono la serva del Signore avvenga di me quello che hai detto”. Non per un solo giorno, ma per tutti i giorni della nostra vita, nella gioia e nel dolore, a Nazareth e a Gerusalemme, fino alla morte alla morte di croce.
Maria ci insegna, con la sua vita, che il Signore ha bisogno del nostro cuore, della nostra fede, della nostra piena disponibilità, del nostro “sì”. Il suo amore eterno ha bisogno del nostro amore di creature fragili che però si lasciano redimere e rigenerare ogni giorno dallo Spirito Santo attraverso una duplice via: la via della grazia che si riceve nei Sacramenti e attraverso la via della sofferenza accolta con umiltà, semplicità e serenità.
In questo giorno di festa, con lo sguardo rivolto verso la Madonna Addolorata ai piedi della croce del suo Figlio Gesù, ognuno di noi si decida a pronunciare il suo “eccomi” al Padre celeste, senza paura di non riuscire a sopportare l’ignominia della croce, senza lasciarsi prendere da pensieri di sconforto e di tristezza, senza temere di non riuscire ad amare abbastanza.
Il cristiano è chiamato ad essere causa di salvezza per il mondo intero in Cristo crocifisso e risorto, ma per rispondere a questo meraviglioso progetto che ha nel cuore del Padre la sua origine, deve prima di tutto scegliere tale progetto di amore.
Lo deve scegliere personalmente, perché nessun altro può farlo al posto suo.
Il cristiano che vuole diventare in Cristo causa di salvezza per il mondo intero deve immergersi nell’oceano della grazia affinché lo Spirito Santo illumini la sua intelligenza, fortifichi la sua volontà, governi il suo cuore, purifichi lentamente anima e corpo. Lo faccia ogni giorno nuova creatura.
Deve prendere ogni giorno la propria croce e portarla con mitezza, umiltà, pazienza, tanta carità e dirigersi con determinazione verso il Calvario, luogo del sacrificio perfetto, del dono totale di sé, luogo in cui l’amore raggiunge la sua pienezza.
Tutto questo deve fare, ma senza mai dimenticare di accogliere Maria come sua Madre nel suo cuore, perché solo con lei riuscirà a rimanere sulla croce e ad amare sino alla fine.
Gesù ha vissuto la sua offerta con Maria, confortato da lei, sorretto dal suo amore e incoraggiato dalla sua materna intercessione. Se lui, il figlio del Dio Altissimo, ha avuto bisogno della Madre, tanto più il cristiano ha bisogno di Maria.
Quanta povertà esistenziale oggi! Si vive da orfani spirituali, senza un Padre e una Madre celeste, senza lo Spirito Santo, senza il Vangelo, senza la Chiesa e così si finisce per sciupare la propria esistenza. La si consegna al male, la si ingabbia nel carcere dei vizi. Si vive avvolti dalle tenebre dell’ignoranza di Dio e del suo amore, nella più grigia cecità spirituale.
Si diventa così uccisori dei propri fratelli, strumenti di sofferenza e di morte, causa di disperazione per tanti che sono afflitti e cercano un briciolo di consolazione, una carezza, un sorriso, una parola di conforto.
Non sciupiamo la nostra vita! Non lasciamo che sia una vita consegnata al male! Essa ha un valore altissimo, inestimabile. E dobbiamo custodirla con ogni cura, consegnarla a Gesù e a Maria, allo Spirito Santo, al Padre celeste affinché diventiamo vita e salvezza gli uni per gli altri.
La festa che celebriamo oggi ci fa comprendere che siamo sempre dinanzi a una scelta: diventare come i soldati che uccidono e distruggono, odiano e torturano chi hanno dinanzi, sciupano la loro vita e la consegnano al male. Oppure imitare Gesù e Maria che hanno offerto se stessi come vittima di espiazione per i peccati, hanno perdonato fino a settanta volte sette, hanno salvato il mondo con la loro vita consegnata all’amore vero, allo Spirito Santo. Senza riserve, senza paura.
Certo, questo costa il totale annientamento di sé, costa sacrificio, costa sudore di sangue, ma è ciò che ci rende felici. Non sono gli agi, i piaceri della carne, le ricchezze di questo mondo che ci fanno felici. La pace del cuore e la gioia dello spirito sono un dono di Dio e al tempo stesso il frutto della nostra fede che si fa obbedienza perfetta a Gesù Signore, a qualsiasi cosa lui ci chiede di fare, costi quel che costi.
Dobbiamo credere che la via giusta è questa. Quella che Gesù e il suo Vangelo ci indicano: “chi vuol venire dietro di me, chi vuole fare della sua vita un dono di amore per la salvezza dell’umanità intera, chi vuole assaporare la pace del cuore, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua, senza paura, senza indugio, nella certezza che io farò con lui/lei grandi cose come ho potuto fare con la Madre mia, la fanciulla di Nazareth, la Madre di tutte le madri, la Madre vostra che vi ho consegnato dall’alto della croce come dono stupendo per la vostra salvezza e la vostra felicità”.
Accogliamo questo testamento d’amore di Gesù, nostro Signore e nostro Maestro, e insieme a Maria nostra madre camminiamo sicuri sulla via della nostra perfezione verso l’amore vero che salva e redime.
Coraggio! Possiamo riuscire in questa opera tanto importante ed urgente, perché il Signore sarà nostro Scudo e nostro Rifugio, nostro potente liberatore.
La Vergine Maria, nostra Madre e Regina, ci prenda per mano e interceda per noi oggi è sempre.
Jonadi, 17.9.2023
Sac. Lucio Bellantoni