La sapienza è quanto mai necessaria al discepolo di Gesù, che vuole edificare il Regno di Dio e prima ancora non sciupare la sua esistenza.
Essa indica in ogni istante la volontà di Dio, e al tempo stesso dona le virtù necessarie per realizzarla in pienezza. Essa ci dona la parola giusta da dire o chiude la nostra bocca quando bisogna fare silenzio, orienta i nostri pensieri perché siano sempre conformi ai pensieri di Cristo e ci fa scegliere modalità e tempi opportuni per fare ciò che va fatto.
Senza sapienza la nostra vita è rinchiusa nelle più grigia delle immanenze. Siamo incapaci di alzare gli occhi al Cielo e di percepire l’azione misteriosa di nostro Signore in noi e accanto a noi, e così alla fin fine siamo schiavi di noi stessi e dei piaceri della vita terrena, che non possono donarci la vera felicità.
Il giovane ricco è un esempio eloquente di quanto tutto questo sia vero. Costui aveva molte ricchezze, ma non aveva la sapienza e quando Gesù gli indicò la via della perfezione esistenziale si voltò e se ne andò via, con la tristezza che lo divorava nel suo intimo.
Per tale motivo anche noi, come hanno fatto e fanno i Santi e le Sante di ogni tempo, dobbiamo preferire la sapienza a tutto il resto:
«La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto, non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento. L’ho amata più della salute e della bellezza, ho preferito avere lei piuttosto che la luce, perché lo splendore che viene da lei non tramonta» (Sap 7,8-10).
Il valore della sapienza non è neanche paragonabile a quello che possono avere le ricchezze materiali, i conti in banca da “sogno”, le ville, i gioielli, i terreni, le aziende più disparate con fatturati di milioni di euro annui, le isole “private”, le automobili lussuose, i jet e persino le astronavi. Se manca la sapienza del cuore, tutte queste cose diventano un carcere per la nostra anima, perché non fanno altro che alimentare la concupiscenza e toglierci la pace.
La sapienza, e non le ricchezze materiali, donano sapore alla nostra vita e la rendono un’occasione preziosa per amare, con il cuore di Cristo, coloro che ci stanno accanto.
Sapienza e libertà, sapienza e amore, sapienza e pienezza di vita, sapienza e gioia, sapienza e pace, sapienza e santità camminano insieme, mano nella mano. Tocca a noi credere in questi binomi che la fede della Chiesa insegna da sempre e sforzarci di farli diventare vita vissuta.
Una verità, tuttavia, dobbiamo tenere presente e cioè che la sapienza ha le sue origini nel Cielo e non sulla terra. Essa sgorga dal cuore di Cristo e non dal cuore dell’uomo. Pertanto è lì che dobbiamo cercarla, con una preghiera intensa e costante che accompagna le nostre giornate e diventa vera e propria implorazione di misericordia: «Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza» (Sap 7,7).
Solo chi prega giorno e notte senza stancarsi, come insegna la Sacra Scrittura, ottiene il dono della vera sapienza, sempre se costui si sforza di camminare nello stato di grazia e fugge il peccato con orrore. Il Signore benedice la sua umiltà, vede il suo cuore disponibile all’azione della grazia, rimane incantato dalla bellezza di quell’anima che vuole fare la sua volontà e si lascia vincere dal grido accorato che sgorga da quel cuore.
Partire dai nostri pensieri, voler comunque e sempre farli trionfare, incaponirsi nelle proprie vedute e rinchiudersi nella propria caparbietà non ci aiuta affatto, anzi ci fa cadere nelle infinite trappole che Satana dissemina sul nostro cammino.
Il Signore infatti resiste ai superbi e li disperde nei pensieri del loro cuore (cf. Lc 1,46-55), ma prima ancora non può aiutarci se noi non lo vogliamo. Lui ci vuole tutti sapienti, saggi, accorti, ricchi di ogni virtù, capaci di amare come lui ama. Ma se noi non alziamo gli occhi al Cielo e non vogliamo liberarci da tutte le ricchezze che ci impediscono di decollare, non possiamo pensare di essere mossi dal suo Santo Spirito. Saremo mossi dal nostro “io” o dal pensiero del mondo, ma non faremo certamente ciò che Dio vorrebbe che facessimo.
Diventiamo dunque tutti sapienti secondo il cuore di Cristo e cresciamo nella consapevolezza che la sapienza è albero stupendo che produce tutti quei frutti squisiti che cerchiamo e desideriamo nel profondo del nostro cuore: la gioia, la pace, l’amore, la speranza, l’armonia dell’essere, la serenità, la pienezza di vita.
Ci aiuti e ci accompagni la Vergine Maria, Sede della Sapienza, e interceda per noi peccatori che troppo spesso siamo testardi e cocciuti più dei muli.
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