Il proponimento fermo di non peccare più – V Domenica di Quaresima (C)

Il proponimento fermo di non peccare più – V Domenica di Quaresima (C)

Non basta riconoscere le proprie colpe. Non basta provare il giusto pentimento. Non basta perdonare le offese ricevute. Perché il Signore ci  perdoni e ci rivesta della sua grazia e benedizione, bisogna anche che ci sia nel cuore il proponimento fermo di non peccare più. La stessa assoluzione sacramentale, se questo proponimento manca, non può essere donata.

È questo il significato profondo contenuto nelle parole che Gesù disse alla peccatrice che stava per essere lapidata:

«Gesù si alzò e le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed ella rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”» (Gv 8,10-11).

Il peccato è per noi una vera tragedia, e la vicenda del figliol prodigo della scorsa settimana ne è un esempio lampante.

Tuttavia il Signore non ci lascia soli. Lui è venuto e viene in nostro aiuto, e ci porge la mano perché ci rialziamo e riprendiamo il cammino con cuore rinnovato.

Quel che ha detto alla peccatrice lo dice a noi, con la stessa dolcezza e con la stessa forza: “Coraggio, rialzati! Non ti condanno! Ti perdono. Per te ho versato il mio sangue dall’alto della croce e voglio purificarti dalle tue colpe. Però sappi che ho il desiderio di realizzare con te uno stupendo progetto di amore, e perciò ti chiedo di aprire a me il tuo cuore perché questo possa accadere. Giorno per giorno, istante per istante, afferra la mia mano e non distogliere il tuo sguardo dai miei occhi. Insieme ce la faremo. Non avere dubbi e fidati di me. Ascoltami in ogni momento della tua vita e lascia stare le altre voci che vogliono allontanarti e separarti da me. Non cadere in trappola. Solo Io sono la tua luce, la tua pace, la tua forza, il tuo Tutto”.

Gesù ci ama e vuole che anche noi lo amiamo. Per questo motivo ha tanta pazienza con noi. Nel nostro peccato non ci condanna, ma vuole che ci convertiamo a lui con tutto il cuore, emendando la nostra condotta e conformandoci sempre più pienamente a lui.

L’episodio della peccatrice perdonata ci rivela quale deve essere il nostro cammino quotidiano: vincere il peccato per crescere sempre più nell’obbedienza al Vangelo. Infatti, chiedere perdono e poi non essere disposti a fare ciò che Gesù ci chiede di fare non è fede autentica. E questo perché la fede che salva, noi e gli altri, è la fede che si fa cammino con Gesù per continuare la sua missione con Lui e in Lui.

La Redenzione è perdono del peccato, ma anche vittoria su di esso, cioè estirpazione di esso dal proprio cuore e da tutto il proprio essere. Bisogna che tutti noi ci convinciamo che questa operazione è possibile. Certo, non per le nostre forze, ma per la grazia di Dio che ci è donata e che possiamo attingere nei Sacramenti e nella preghiera.

Facciamo sì che essa operi in noi ogni giorno e vedremo crescere l’albero rigoglioso dello Spirito Santo con i suoi frutti.

Ci aiuti in questo la Vergine Maria, nostra Madre e Regina, con la sua potente intercessione e il suo grande amore.

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