Il discepolo del Signore, che vuole edificare il Regno di Dio, deve avere una grande fede nel Vangelo, allo stesso modo – e anche più – di un contadino che deve credere nella capacità del seme di produrre la pianta e poi i frutti.
Senza questa fede a nulla serve lavorare, affannarsi giorno e notte, progettare iniziative e fare quanto concerne l’evangelizzazione secondo gli insegnamenti della Chiesa.
Se manca la fede nel seme, muore la speranza nel cuore e si lavora tanto per occupare il tempo, finendo presto con lo svolgere una pastorale asettica, formale, sterile e incapace di convertire anche un solo cuore.
La fede nel Vangelo, insomma, è prima di ogni altra attività perché è credere nella sapienza celeste che ha indicato a noi la via maestra perché la salvezza si compia.
Se oggi nella Chiesa esiste un peccato comune alla stragrande maggioranza dei cristiani, è che si pensa che bisogna sostituire la Parola di Dio con altri “semi” più efficaci, perché altrimenti le Chiese si svuotano sempre più e i giovani si allontanano dalla fede.
E così non si ha più il coraggio di annunciare il Vangelo nella sua interezza, senza nulla aggiungere e nulla togliere, invitando alla conversione piccoli e grandi perché nessuno è perfetto e tutti dobbiamo mettere da parte i pensieri del mondo e accogliere i pensieri di Cristo.
Bene o male, tutti stiamo costruendo una società di figli viziati a cui tutto deve essere concesso, perché bisogna evitare di traumatizzare le menti e i cuori o perché si preferisce mantenere una pace apparente dove ognuno si fa gli affari propri fin quando è possibile.
Oggi si pensa che educare non sia più correggere, quanto piuttosto accomodare ogni piccolo desiderio che l’uomo ha, sin dalla più tenera età, fossero anche desideri palesemente contrari alla legge della sana razionalità e delle più elementari leggi della natura.
Ma la Scrittura non parla in questi termini e anzi identifica l’amore con la correzione, quando questa è necessaria. Lo dice con somma chiarezza la Lettera agli Ebrei che tutti dovremmo in verità meditare e assumere come nostro stile di vita: «[Carissimi,] non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato e avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli: Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio» (Eb 12,4-6).
Se vogliamo dare un volto nuovo alla nostra società che cade in frantumi, dobbiamo tutti credere con tutte le nostre forze che l’arma più potente contro il male, l’unica che funziona veramente, l’unica capace di estirpare il peccato dal cuore, è la Parola di Dio. Questa è la spada con cui bisogna combattere la battaglia contro il principe di questo mondo. Non ne esistono altre!
Sostituire il Vangelo con le filosofie e ideologie inventate dagli uomini è il più grave errore che possiamo fare. Ciò equivale a perdere tempo, a sprecare forze mentali e fisiche, a sciupare una vita intera rincorrendo il nulla.
O noi ci convinciamo che Gesù è più saggio di noi e che non ci ha ingannato se ci ha detto che dobbiamo annunciare il Vangelo sino agli estremi confini della terra, perché la salvezza si compia, oppure siamo tutti come Eva che si lasciò ingannare dal serpente quando questi gli disse che la Parola di Dio è contraria alla felicità dell’uomo.
Mettiamoci dunque tutti di buona volontà! Rendiamo le Parrocchie e le famiglie scuole in cui si impara a conoscere, vivere e annunciare il Vangelo secondo il cuore di Cristo e nella perfetta mozione dello Spirito Santo. Non lasciamoci confondere dai falsi profeti e crediamo con tutte le nostre forze nella potenza creatrice che la Parola di Dio ha in sé, potenza misteriosa, capace di convertire i cuori e generare la vera speranza che non delude.
Ci aiuti a tal fine la Vergine Maria che ha consegnato tutta se stessa alla Parola del Figlio suo e ad essa si è consacrata per tutti i giorni della sua vita, senza titubanze e con la perfetta docilità allo Spirito Santo.
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