Gesù è Maestro in perenne attività. Grazie alla sua sapienza, che è ineguagliabile, ha sempre il pieno controllo della situazione. Anche in condizioni difficili, umanamente impossibili da risolvere, mantiene una calma “olimpica” – o per meglio dire “evangelica” – ed è capace di trasformare quella particolare storia che sta vivendo in un evento di salvezza.
«Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere» (Gv 6,6).
L’episodio della moltiplicazione dei pani, che il Vangelo di questa XVII Domenica ci presenta, è un esempio stupendo in tal senso. I discepoli sono smarriti, confusi, chiusi nel labirinto dei loro pensieri. Sono ciechi e incapaci di nutrire quella folla immensa che è attorno a loro. Gesù invece sa quello che bisogna fare e non si lascia prendere dal panico. Alza gli occhi al Cielo e vede dal cuore del Padre il miracolo imminente.
Al di là della moltiplicazione dei pani, che è per la folla, Gesù dona in questo episodio evangelico un grande insegnamento ai suoi Apostoli. È per loro vero Maestro. Li aiuta a comprendere che la soluzione ai problemi della vita – siano essi di natura esistenziale, pastorale, economica o di qualsiasi altro genere – bisogna cercarla nella preghiera, che si fa invocazione fiduciosa dell’onnipotenza e della sapienza celesti. Se guardiamo la terra, i nostri occhi saranno sommersi dalla terra e la nostra anima sarà soffocata dal suo peso insopportabile. Se guardiamo il Cielo, miriadi di Angeli verranno in nostro aiuto e si apriranno per noi orizzonti inaspettati di salvezza.
Gesù non sciupa questa preziosa occasione, perché sa bene che la sua missione è limitata nel tempo. Anche per lui verrà il giorno di lasciare questo mondo per ritornare al Padre. Pertanto bisogna che i suoi successori imparino da lui i “segreti del mestiere”, per poter un giorno riuscire a far fronte alle infinite difficoltà che si presenteranno sui loro passi.
Gesù riconosce il suo limite, lo accetta, e lo supera moltiplicando le forze nella missione. È questa la vera moltiplicazione. Quella dei pani è reale, ma non è la sola. Gesù sa che la Vigna è vasta e non si può coltivarla da soli. È una Vigna bisognosa di molte cure che merita di avere molti operai competenti, sapienti, motivati, che si sappiamo muovere bene nel ginepraio del mondo senza cadere mai in crisi. Gesù, con il suo agire e il suo dire, moltiplica le forze della Chiesa di domani, perché non lascia i suoi successori nell’ignoranza.
È questo un grande insegnamento per noi che spesso siamo gelosi delle nostre conquiste teologiche, pastorali e di carisma. Siamo stolti, perché pensiamo che l’altro ci rubi la gloria, la popolarità, il successo. Ma la gloria è di Dio, e solo sua deve rimanere. Gesù crede nella comunione ecclesiale e la insegna ai suoi più stretti collaboratori, crea nel loro cuore la fede in essa, perché una Chiesa in cui non si mettono in sinergia ministeri, carismi, competenze e conoscenze è una Chiesa fragile, incapace di contrastare le forze del male.
Su questo argomento bisogna che tutti riflettiamo seriamente. Non possiamo pensare di essere eterni su questa terra né di poter essere dovunque nello stesso istante. Il limite fa parte della nostra natura e nessuno può eliminarlo. Solo se lavoriamo in comunione, se ognuno mette a frutto il suo dono, aiutando con esso il fratello a mettere a frutto il suo, potremo far sì che la luce trionfi sulle tenebre.
Essere gelosi gli uni degli altri, avere paura di insegnare a quanti collaborano con noi “i segreti del mestiere”, farsi vincere dalla tentazione di fare tutto da soli, è la nostra più grande sconfitta. È cadere dalla fede. È non credere nella sapienza dello Spirito Santo che sa operare meraviglie sempre nuove in ciascuno di noi.
Né possiamo perdere tempo e pensare che in un istante tutto potrà essere risolto domani. I tempi della formazione sono lunghi. Non basta un giorno né un mese né un anno per imparare ad edificare il Regno di Dio in mezzo agli uomini. È necessario esercitarsi per molti anni prima di riuscire ad essere, come Gesù, padroni della storia e non succubi di essa. Ci vuole molto allenamento e un buon maestro che di volta in volta corregga eventuali errori e perfezioni ogni cosa.
La Vergine Maria, Madre della Chiesa, ci faccia credere nella comunione ecclesiale e ci aiuti ad aiutarci reciprocamente, vincendo gelosie e invidie, sterili contrapposizioni e antipatie, vanagloria e desiderio di essere acclamati dagli uomini.
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