Ognuno di noi si trova ogni giorno a dover combattere contro le potenze del male, che sempre tendono ad annientare la nostra vita, a separarci da Cristo Gesù e dalla sua Chiesa, a farci sprofondare nelle tenebre più fitte.
Siamo dinanzi ad un esercito assai potente e agguerrito, molto più che l’esercito degli Amaleciti, nemici giurati del popolo ebraico, che con le loro scorribande ne minavano l’incolumità (cf. Es 17,8-13). Il nemico è astuto e conosce i nostri punti deboli. Li attacca senza pietà e non fa sconti a nessuno, poiché a lui interessa la nostra rovina.
Possiamo noi vincere? Possiamo noi non perire sul campo di battaglia?
In tutta onestà una cosa va detta: umanamente parlando, siamo destinati alla sconfitta, in quanto siamo un popolo di contadini contro gente esperta nell’arte della guerra.
Non bastano pertanto la nostra intelligenza, la nostra astuzia, la nostra esperienza, la nostra sagacia. Né ci possono salvare le nostre strategie o tattiche di guerra. I nemici sono più forti di noi, molto di più di quanto noi stessi possiamo immaginare.
Una cosa sola allora ci conviene fare: salire sul monte come fece Mosè e invocare il Signore del Cielo e della Terra affinché sia Lui a combattere con noi e per noi.
Se Lui viene in nostro soccorso, se si fa nostro alleato, se spiega il suo braccio contro i nemici, la vittoria di certo sarà nostra, perché nessuno, né oggi né domani può sconfiggere l’Onnipotente.
Stupendo è a tal riguardo il Salmo di questa Domenica e sarebbe bello che ognuno di noi lo imparasse a memoria, per recitarlo giorno dopo giorno e soprattutto nei momenti in cui la battaglia diventa più intensa: «Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra. Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà…non prenderà sonno […]. Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra. Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte. Il Signore ti custodirà da ogni male: egli custodirà la tua vita» (cf. Sal 120).
Dinanzi ai nemici che ci assalgono, dunque, non cadiamo in crisi! Piuttosto gridiamo al Signore la nostra fede in Lui e chiediamogli che venga presto in nostro aiuto. E non perché vogliamo essere migliori degli altri o vogliamo sottometterli ai nostri voleri, ma perché desideriamo dal profondo del cuore servire il Signore, inondare con la sua luce tutta la Terra, spandere ovunque il profumo della sua santità, collaborare con Lui affinché il suo amore trionfi.
E questa preghiera facciamola con un cuore solo e un’anima sola! Insieme, prendendoci per mano e facendo sì che il nostro grido di aiuto raggiunga il cuore di Cristo e il cuore del Padre.
Convinciamoci che come Mosè ha avuto bisogno di Aronne e di Cur, così anche noi abbiamo bisogno gli uni degli altri. Non solo nell’evangelizzazione che è per definizione opera comunionale. Anche nella preghiera che costantemente deve accompagnare la nostra battaglia. Nella preghiera infatti dobbiamo sostenerci a vicenda per non stancarci, perché le nostre braccia non si appesantiscono e il nostro cuore non smetta di battere all’unisono col cuore di Cristo. Con la preghiera comune possiamo e dobbiamo ottenere da Dio ogni grazia per svolgere fino in fondo la nostra missione, consapevoli che «dove due o tre sono riuniti nel suo nome, il Signore è in mezzo a loro, ascolta ogni invocazione e rende giustizia prontamente ai suoi eletti» (cf. Mt 18,19).
Il Signore ci aiuti a pregare insieme e a combattere uniti contro gli Amaleciti di oggi, che vorrebbero cancellare il nostro nome dalla faccia della Terra per spegnere la nostra luce, che è luce di Cristo.
La Vergine Maria interceda per noi e ci accompagni con il suo amore materno.
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