Ogni anno la Chiesa ci invita a celebrare con devozione e grande fede due giornate particolari: il 1 novembre, dedicato a tutti i Santi, e il 2 novembre dedicato alle anime del Purgatorio.
Ciascuno di noi, in questa occasione, deve meditare e pregare molto. Siamo di passaggio. La nostra esistenza terrena è orientata verso l’eternità ed è per questo motivo che dobbiamo sempre fare quanto è in nostro potere per vivere nello stato di grazia ed essere graditi a Dio, sempre pronti a sciogliere le vele.
Questa consapevolezza non deve mai scomparire dal nostro cuore, altrimenti rischiamo di esporre la nostra vita al fallimento. Gesù ce l’ha insegnato: “A che serve guadagnare il mondo intero se poi perdiamo la vita eterna, il bene più prezioso?”. Ecco allora la nostra saggezza: vivere per il Cielo e non per la terra, conquistare ogni giorno la vera libertà che è quella dei figli di Dio che sanno che la loro patria è nei Cieli.
Il cristiano è dunque un pellegrino. È chiamato come Abramo a camminare ascoltando la voce del suo Signore, l’unico che ha parole di vita eterna. I Santi sono stati in questo maestri da imitare. Loro non hanno temuto di offrire la loro vita a Dio in unione a Gesù crocifisso e per questo ora godono della beatitudine eterna che non ha fine.
I Santi sono la testimonianza più alta del fatto che la santità è possibile per coloro che hanno fede e non si lasciano conquistare dalla falsità del mondo. Essi hanno creduto nella grazia di Dio e con essa hanno vinto la fragilità della natura umana, hanno superato le prove e ogni sorta di tentazione. Ora ci aiutano da Cielo con la loro intercessione. Sono nostri amici e non si dimenticano di noi.
Vi sono poi le anime del Purgatorio. Si badi bene che di esse si parla il 2 novembre. Non di tutti i defunti, ma dei fedeli defunti, cioè di coloro che hanno creduto in Cristo, sono stati fedeli alla sua Parola, ma purtroppo non abbastanza. Il Purgatorio è assai affollato, perché è facile cadere lungo il cammino. Le tentazioni sono tante e non di rado ci si accontenta di una vita spirituale mediocre, senza slanci di perfezione.
Per le anime dei fedeli defunti dobbiamo pregare molto. Per essi dobbiamo anche offrire sacrifici. Non li lasciamo soli e non li dimentichiamo, come purtroppo oggi sta accadendo. Molti sono caduti dalla fede e perciò non pregano più per i loro cari. Questo è triste in realtà, perché denota una speranza fioca che tende a spegnersi per sempre.
L’uomo di oggi perde facilmente l’orizzonte eterno della sua esistenza ed è per questo che ciascuno di noi deve fare di tutto per arginare questo fenomeno.
Piangere i morti non serve se poi li lasciamo soli a soffrire nel Purgatorio, se li condanniamo a rimanere in questo stato di grande sofferenza per millenni. Le lacrime sono umane, ma devono essere inserite in una visione di fede più alta che le rende feconde e ricche di carità.
Accogliamo dunque l’invito della Chiesa e celebriamo questi due giorni in modo autenticamente cristiano. Guardiamo al Paradiso come alla meta che possiamo raggiungere e aiutiamo quanti non ci sono riusciti e si devono per questo purificare con tutti i mezzi di grazia che abbiamo.
Ci aiuti la Vergine Maria, nostra celeste Regina, e ci conceda di saper vedere oltre l’apparenza del tempo per cogliere il mistero dell’eternità.
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