Le prove della vita sono tante e molte di esse sono anche difficili da superare. Addirittura a volte ci si sente come gli Ebrei nel deserto, che davanti avevano un mare chiuso e immenso, impossibile da oltrepassare, e alle spalle un esercito inferocito di Egiziani, pronti a colpire senza pietà e con estrema ferocia.
In questi momenti il cuore batte forte e a volte sembra scoppiare. Le lacrime segnano il viso e i pensieri che affollano la mente sono simili ad un tornado che toglie il respiro. Tutto sembra non avere via di uscita e ci si sente impotenti.
Ma non per questo bisogna abbattersi. Piuttosto bisogna raccogliere tutte le forze, fisiche e spirituali, e imitare il cieco di Gerico che con la sua grande fede ha chiesto e ottenuto da Gesù la grazia sperata: “Signore, figlio di Davide, abbi pietà di me! Vieni in mio soccorso! Fa’ splendere su di me il tuo volto e io sarò salvato. Non mi abbandonare! Perdona le mie colpe e fa’ che io possa rialzarmi per divenire tuo discepolo e gridare a tutti che solo tu sei Via, Verità e Vita. Aiutami, Signore, e io aiuterò te affinché tanti credano nel tuo amore che salva e redime!”.
Nelle prove della vita dovremmo tutti fare questa preghiera, non però con le labbra, ma con un cuore determinato e risoluto che sa che Gesù Signore, nella sua misericordia, interverrà presto per il nostro più grande bene.
Lui infatti non è un Dio apatico, indifferente, lontano e distratto. È invece il Dio-uomo compassionevole che sa comprendere le nostre afflizioni e sofferenze, perché le ha conosciute prima di noi, fino in fondo, nel suo pellegrinaggio terreno. Così insegna la lettera agli Ebrei e così noi dobbiamo credere senza alcun indugio:
«Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede.
Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno (Eb 4,14-16).
Sono queste parole stupende che è bene scrivere a caratteri cubitali nel proprio cuore. Mai, mai, mai, bisogna dubitare dell’amore che Dio ha per noi, della sua sapienza eterna, della sua onnipotenza, della sua misericordia. Ognuno di noi è prezioso ai suoi occhi, e se Egli permette le prove lo fa perché vuole che noi cresciamo in santità, ci irrobustiamo nell’anima e nel corpo e impariamo a confidare in lui che ricolma di grazia onnipotente la nostra fragile umanità impastata di creta friabile.
Gesù ha conosciuto la sofferenza che appartiene alla nostra condizione umana e sa bene come ci si sente quando la storia è intricata e la croce è pesante. Se anche non esistesse nel mondo una sola persona capace di comprendere le nostre afflizioni, c’è sempre lui che comprende bene il dolore profondo che assale il nostro intimo e al momento opportuno sa asciugare le nostre lacrime.
Di lui dobbiamo avere fiducia e sul suo amore dobbiamo fondare la nostra speranza, anche se è difficile a volte attendere il tempo di Dio e vorremmo che subito lui ci liberasse dalla tribolazione. Con la grazia di Dio, con la forza che scaturisce dall’Eucaristia, con la preghiera costante, elevata verso di lui e verso la nostra Madre celeste, di certo riusciremo sempre a superare ogni tempesta che si abbatte su di noi.
Dobbiamo però avere fede ed essere forti, imbracciare le armi della luce e non permettere a niente e a nessuno che ci separi dal suo amore che salva.
Anche per noi varranno così le parole che valsero per Gesù e che devono darci tanta speranza e tanta forza nei momenti più difficili della nostra vita: «dopo il suo intimo tormento vedrà la luce» (Is 53,11). Il tormento c’è, la sofferenza pure, ma tutto possiamo affrontare con serenità, sostenendoci e incoraggiandoci a vicenda, nell’attesa che il Signore venga e diradi ogni tenebra con la sua luce meravigliosa.
La Vergine Maria ci prenda per mano e ci doni tanta pace, ci soccorra nei momenti tristi e ci ottenga tutta la potenza dello Spirito Santo affinché come Lei, anche noi, sappiamo trasformare ogni sofferenza in redenzione, per noi e per il mondo intero.
Clicca sul link seguente per la Liturgia della XXIX Domenica del Tempo Ordinario (B)