Nella vicenda dei Magi possiamo cogliere due verità semplici che ci aiutano a rafforzarci nella fede e a vivere con maggiore consapevolezza la nostra vocazione ad essere strumenti di salvezza gli uni per gli altri.
La prima verità è che la vita dei Magi è custodita in modo mirabile da Dio. Essi hanno nel cuore il desiderio di conoscere il Re dei re e decidono di mettersi in cammino. A loro interessa poterlo incontrare, vederlo con i loro occhi e adorarlo, offrendogli i loro doni: oro, incenso e mirra. Sono disposti, per questo, ad affrontare la fatica del viaggio, che a quei tempi non era certo qualcosa di semplice. E il loro non fu un cammino scevro da pericoli.
Ma il Signore non li ha abbandonati neanche un istante, né di giorno né di notte. Addirittura lui stesso è intervenuto per condurli alla Santa Grotta e tenerli lontani da Erode nel ritorno a casa, con la Stella e poi attraverso il sogno. La presenza costante e rassicurante dell’Onnipotente, a fianco dei Magi, è verità di fede che deve rasserenare il nostro cuore.
«Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese» (Mt 2,9-12).
Nel cammino della vita non siamo soli, non siamo abbandonati a noi stessi. Il Padre celeste – siamo figli di Dio nel Battesimo, non dimentichiamolo mai – si prende cura di noi. Non è un Dio distratto. È attento e amorevole e tutto opera per il nostro più grande bene. Il Padre celeste “custodisce come la pupilla dei suoi occhi” (cf. Sal 17,8) quanti vogliono crescere nel suo amore, giorno per giorno.
A volte il cammino è impervio, accidentato, difficile. Ma la sua misericordia e la sua sapienza sanno sempre far sì che tutto si risolva per il meglio. Lo dice il Salmo che deve essere un punto fermo della nostra fede: «Molte sono le tribolazioni del giusto, ma da tutte lo libera il Signore» (cf. Sal 34,20). Modi e tempi sono misteriosi, ma è così, la sua Parola si compie.
La seconda verità è invece da leggersi in chiave missionaria e può essere compresa rispondendo ad una domanda: chi sono i Magi per Erode e per gli scribi di Gerusalemme? Sono una “possibilità di salvezza”. Il Signore si è servito di loro per invitare ancora una volta Erode e gli scribi a conversione. Purtroppo questi non si sono ravveduti e non hanno scelto Cristo come loro Redentore e Salvatore. Hanno preferito rimanere nella loro Reggia e non hanno accolto il grande Dono che era stato fatto loro.
Al di là della risposta altrui – che appartiene al cuore di ciascuno – è importante comprendere che anche noi siamo chiamati ad essere “possibilità di salvezza” gli uni per gli altri. Il “come” il “quando” appartengono al mistero. A noi competono l’obbedienza alla volontà di Dio e il desiderio costante di cercarlo, amarlo e servirlo.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, interceda per noi, sia per noi sicuro Rifugio nei momenti di burrasca e fonte perenne di serenità.
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