La storia della salvezza è affidata ad ogni battezzato, anche se poi ciascuno è chiamato a fare la sua parte secondo vocazioni, carismi e ministeri che sono propri di ognuno.
Per tale motivo bisogna che tutti ci convinciamo che la nostra collaborazione con la grazia di Dio e con lo Spirito Santo non è affatto secondaria. È dal nostro “sì”, dalla nostra disponibilità, dalla consegna che facciamo di noi stessi a nostro Signore che l’onnipotenza divina parte per compiere le sue meraviglie.
La storia della salvezza, insomma, non è creazione dal nulla. È opera che passa attraverso il discepolo del Signore, attraverso la sua fede e il suo amore.
Gesù ha dinanzi a sé una folla di 5000 uomini da sfamare. Poteva, se voleva, creare il cibo necessario dal nulla. Poteva dare da mangiare cibi succulenti di ogni genere, ma non l’ha fatto, per dire a noi che ha bisogno dei nostri cinque pani e due pesci, cioè del nostro cuore e della nostra fragile umanità.
Se noi crediamo in lui, se ci fidiamo di quanto ci dice di fare, se non temiamo di porre tutto di noi nelle sue mani, grandi cose accadranno nella storia. Molte anime si convertiranno e tanti comprenderanno che solo in Lui è la gioia e la pace.
Oggi però accade con troppa facilità che il discepolo del Signore preferisce essere spettatore disincantato della pastorale, uomo della delega che lascia ad altri ciò che invece dovrebbe fare lui, vagabondo spirituale e pigro che non ha la forza di dedicare alle cose del Cielo neanche un’ora la Domenica per una Santa Messa.
E così la pastorale arranca con molte difficoltà. I Parroci sono lasciati soli nel loro ministero o con un esercito sparuto e incompleto. Le Parrocchie sono private delle forze migliori e tanti carismi rimangono sotterrati per mille motivi, primo tra tutti la paura di essere giudicati dalla gente frivola e pettegola.
È vero, questa realtà non deve scoraggiare, perché al Signore non servono duemila soldati. Gli bastano poche pecorelle di buona volontà che credono nella sua Parola. Ma rimane il fatto che sarebbe cosa buona e giusta cambiare la tendenza.
Pensiamo per esempio quanto bene si potrebbe fare se si riuscisse a mettere in sinergia la famiglia e la Parrocchia, i genitori e i catechisti. Se insieme si lavorasse con zelo nella Vigna del Signore, se si trovasse il tempo per partecipare alla Catechesi che illumina i pensieri con la luce del Vangelo, se la Santa Messa domenicale fosse vissuta in modo autentico, se si credesse nella potenza della Confessione sacramentale, se ci si decidesse a scendere in campo, invece di lamentarsi perché le cose non vanno come dovrebbero.
I cinque pani e due pesci li abbiamo tutti, ma purtroppo sono pochi quelli che hanno il coraggio di affidarli a Gesù e alla sua Chiesa. Si mettono a disposizione di altri meccanismi sociali e istituzioni, ma molto raramente si crede nella Parrocchia.
Altro errore che molti fanno è poi quello di pensare che i nostri cinque pani e due pesci siano cosa da poco. Contro questa tentazione va detto che la Redenzione non è frutto del nostro poco o molto, è frutto della nostra fede. Molte volte basta un sorriso per salvare un’anima, una carezza, una parola di conforto, un invito semplice alla conversione, un piccolo gesto che agli occhi degli uomini potrebbe apparire insignificante. Ciò che conta, infatti, è consegnare la nostra vita a Gesù, con amore e semplicità, nella consapevolezza che poi lo Spirito Santo farà il resto.
Se noi pensiamo che per edificare il Regno di Dio ci voglia un esercito di chissà quali dimensioni o che dobbiamo avere chissà quali carismi o fare chissà quali opere, allora diremo sempre come Filippo: «Cos’è questo per tanta gente?». Tutto ciò che faremo o diremo o saremo ci sembrerà poco o nulla, insufficiente e inutile.
Ma non è affatto così! Il nostro poco, messo con fede nelle mani di Dio, diventa il “tutto” che serve per portare beneficio a quanti ci stanno accanto e all’umanità intera. In questa verità dobbiamo credere tutti un po’ di più, mettendo da parte altri pensieri che creano solo sfiducia e sconforto.
Cinque pani e due pesci, dati da un ragazzo a Gesù e ai suoi apostoli, hanno potuto sfamare una folla immensa. Tanto più lo Spirito Santo farà in noi e attraverso di noi se avremo il coraggio di porre a suo servizio la nostra piccola e fragile umanità.
La Vergine Maria, Stella radiosa dell’evangelizzazione, interceda per noi e aiuti tutti a dire il proprio “sì” generoso al suo Figlio Gesù, senza paura e con tanto amore.
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