Conoscere il mistero di Cristo è possibile solo per rivelazione dall’alto. L’intelligenza non basta, e neanche l’esperienza. Le sue coordinate sono sempre al di là di ogni nostra possibile catalogazione, perché il mistero di Cristo è sempre nuovo, pur rimanendo fedele alla sua verità eterna.
Tanto meno è consentito ad alcuno potersi immaginare tale mistero o disegnarlo a proprio gusto. Se facessimo una cosa del genere, commetteremmo un grave peccato perché ci sostituiremmo a Dio.
Per tale motivo il cristiano deve imparare a mettersi in ginocchio dinanzi al trono dell’Altissimo e implorare da lui che si voglia rivelare, che voglia cioè mostrare la bellezza del suo cuore sapiente oltre ogni misura. E questo non solo una volta nella vita, ma ogni giorno; potremmo dire istante per istante.
La preghiera, fatta con l’atteggiamento del discepolo che non vuole che nessuna delle parole del Maestro cada a vuoto, è dunque via necessaria per conoscere nello Spirito Santo il mistero di Cristo. E con essa lo studio attento della Parola di Dio, che merita di essere scandagliata in ogni piccola parte e senza tralasciare neanche una virgola in essa contenuta.
«In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: “La gente, chi dice che io sia?”. Ed essi gli risposero: “Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti”.
Ed egli domandava loro: “Ma voi, chi dite che io sia?”. Pietro gli rispose: “Tu sei il Cristo”. E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno» (Mc 8,27-30).
Alla domanda che Gesù pone a ciascuno di noi, in questa XXIV Domenica del Tempo Ordinario, dobbiamo rispondere non secondo i nostri pensieri, ma secondo la mozione dello Spirito Santo. È lui che deve dirci chi è Cristo, e non il mondo. È lui che deve disegnare nel nostro cuore il volto del Figlio di Dio in ciascuno dei suoi lineamenti. È lui che deve essere il nostro telescopio potentissimo che ci permette di vedere lontano, oltre ogni limite conosciuto dalla mente umana.
Un particolare del Vangelo in esame, tuttavia, non ci deve sfuggire. Chi risponde a Gesù è Pietro, il principe degli Apostoli, che sappiamo dal Vangelo secondo Matteo essere stato in questa risposta illuminato dal Padre celeste (cf. Mt 16,16-19), a conferma di quanto detto sinora.
Ma cosa ci insegna questo particolare? Quale insegnamento possiamo e dobbiamo cogliere da esso? La risposta è in verità semplice. Chi vuole conoscere il mistero di Cristo ha bisogno dell’assistenza perenne dello Spirito Santo, ma anche della Chiesa fondata su Pietro che è la Chiesa cattolica.
Vivere al di fuori della vita ecclesiale, lontani dalla Parrocchia, senza alcun riferimento al Sacerdote che è stato costituito da Dio maestro autorevole nelle cose del Signore, senza un periodico confronto di fede con il padre spirituale e con la comunità dei fedeli, senza la partecipazione costante alla Santa Messa domenicale e alla Catechesi, senza l’osservanza delle regole essenziali della vita cristiana, è correre il rischio di farsi un Cristo falso. Un rischio reale che diventa effettivo in molti casi. Non solo la gente, ma anche i cristiani che camminano senza la Chiesa hanno inevitabilmente le idee confuse su chi sia realmente Cristo. Sono fuori della vera conoscenza di lui e brancolano nelle tenebre più fitte.
Sembra strano, ma è così. Lo Spirito Santo rivela il mistero di Cristo, ma lo fa sempre rimandando alla Chiesa apostolica e operando in stretta collaborazione e sinergia con essa. Pertanto chi esclude la Chiesa dalla sua esistenza, o peggio si pone in contrapposizione con essa, non potrà mai contemplare il volto di Cristo e per di più rivela di essere un cattivo adoratore dello Spirito Santo, perché non accetta la Sua volontà.
Ritrovare, ricomporre, accogliere, affermare e annunciare l’unità e la sinergia tra lo Spirito Santo e la Chiesa fondata su Pietro in ordine alla retta conoscenza del mistero di Cristo è quanto mai necessario ai nostri giorni. Lo devono fare i fedeli e i pastori, i discepoli e i maestri, i laici e i ministri ordinati. Ognuno secondo la propria particolare responsabilità.
La Vergine Maria, Donna sapiente e Madre della Chiesa, aiuti ciascuno di noi a realizzare questo compito così importante dal quale dipende la salvezza del mondo intero.
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