La Parola di Dio è alimento necessario per la nostra vita spirituale. Essa nutre e fortifica la nostra fede e ci rende sempre più capaci di continuare la missione di Gesù di “portare ai poveri il lieto annuncio, dare la vista ai ciechi e rimettere in libertà gli oppressi” (cf. Lc 4,14-21).
Anche noi, perciò, come il profeta Ezechiele, dobbiamo “mangiare” il rotolo del libro sacro (cf. Ez 3,1-11) per crescere in sapienza e dare compimento, con la nostra vita, a questa Parola particolarissima che ha in sé il germe della salvezza.
Da qui la necessità di ascoltare, leggere e meditare la Sacra Scrittura, sia da soli nel segreto della nostra camera sia nelle occasioni in cui siamo in compagnia, come ad esempio durante la Santa Messa e la Catechesi.
La sapienza infatti non è data a noi per via diretta, come scienza infusa dall’Alto senza la nostra collaborazione. È data attraverso il quotidiano contatto con il testo scritto che deve risuonare in noi e pian piano impregnare il nostro cuore di ogni Parola ed espressione in esso contenute.
È importante però comprendere, in questa luce, che l’atteggiamento con cui accostarsi alla Sacra Scrittura, e a coloro che la insegnano nella Chiesa, deve essere un atteggiamento di ascolto e non di polemica.
In fondo dovremmo pensarci tutti come bambini che hanno nel cuore il desiderio di imparare e si fidano di chi è dinanzi a loro. Il bambino – anche se a volte è capriccioso – vuole conoscere e capire cose nuove e gioisce quando questo accade.
Egli si industria in mille modi per scoprire il mondo attorno a sé, senza pregiudizi che possono in qualche modo condizionarlo.
Se il bambino ha sete di sapere, il cristiano deve averne infinitamente di più. Egli non può mai sentirsi arrivato o pensare di essere sufficientemente formato nelle cose che riguardano Dio. La formazione è permanente e mai si deve arrestare. Deve iniziare sin dalla più tenera età e poi continuare sino alla fine della propria vita terrena. Persino sul letto di morte si deve essere pronti a lasciarsi istruire dallo Spirito Santo, perché anche allora la salvezza si deve compiere per noi. Il buon ladrone è un nobile esempio in tal senso.
Purtroppo però oggi sono molti coloro che fanno polemiche dinanzi al testo sacro e a coloro che nella Chiesa ne sono i maestri, per Sacramento e per ministero. Sono molti coloro che sono simili a quanti nella sinagoga di Nazareth si sono opposti con risolutezza a Gesù e al suo insegnamento, tanto da volerlo addirittura gettare giù dal precipizio:
«All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino» (Lc 4,28-30).
Chi fa polemica dinanzi a quanto il Signore ha insegnato e insegna attraverso la sua Parola e la Tradizione viva della Chiesa denota una superbia e una presunzione di fondo che sono molto pericolose. Denota altresì una sazietà spirituale che non può portare alcun beneficio, perché non è altro che idolatria di se stessi e del proprio pensiero.
Se avessimo la sete di sapere che ha un bambino e l’umiltà di riconoscere che Gesù è Maestro sapiente, mentre noi siamo creature stolte, potremmo in poco tempo crescere grandemente in sapienza, conoscenza e discernimento e la nostra vita sarebbe diversa.
Invece continuiamo con troppa facilità a preferire l’atteggiamento degli amici di Giobbe che proferivano sentenze su Dio e sugli uomini senza alcuna comunione di verità con lo Spirito Santo e la sua Parola.
Personalmente sono dispiaciuto quando non di rado vedo in molti cristiani questo atteggiamento sbagliato che fa capire che non si è compreso quale tesoro di sapienza è contenuto nella Sacra Scrittura e nella fede che la Chiesa insegna. E così non solo ci si priva di tale ricchezza, quanto in molti casi addirittura si arriva a dichiarare questo tesoro inutile e dannoso, divenendo simili a quei Giudei che a Corinto controbattevano le affermazioni di San Paolo, proferendo ingiurie e dicendo falsità di ogni genere (cf. At 18,1-8).
Che il Signore ci conceda un cuore di bimbo, in tutto simile al cuore della Vergine Maria, affinché anche noi ci lasciamo istruire dallo Spirito Santo e assaporiamo lo stupore di chi rimane estasiato dinanzi allo sconfinato amore di Dio e alle meraviglie contenute nel suo cuore e nella Sacra Scrittura.
Ci aiuti la Fanciulla di Nazareth, Sede della Sapienza, e interceda per noi oggi e sempre.
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La parola di questa settimana è: cuore di bimbo