La vita cristiana è sequela di Gesù e di nessun altro. È Lui il Modello dell’umanità nuova e redenta. È Lui il solo ed unico Maestro. È Lui il Redentore dell’uomo e il suo Salvatore.
La sequela è per tutti. Per piccoli e grandi, per Sacerdoti, consacrati e laici. Per quanto sia differente il mistero che si vive, rimane costante la vocazione a realizzare Cristo in noi.
L’invito del Vangelo di questa Domenica è per tutti e per ciascuno. Gesù ci dice: «Seguimi!».
A questo invito dobbiamo rispondere con determinazione, libertà del cuore, coraggio, entusiasmo. Dobbiamo rispondere con la certezza che Lui non ci inganna e che ci darà sempre la forza di fare ciò che ci chiede.
Per seguire Gesù bisogna però che abbiamo le idee chiare. Nell’approssimazione e nella superficialità non andiamo dietro di lui, ma dietro il mondo e le sue falsità. Andiamo dietro al Cristo inventato dai falsi profeti e non al Cristo dello Spirito Santo, come accadeva agli Apostoli che ancora pensavano ad un Messia alla maniera di Davide, che doveva uccidere i nemici e ad un Profeta alla maniera di Elia, che doveva far scendere un fuoco divoratore dal cielo riservato ai falsi profeti e ai loro collaboratori.
«I messaggeri si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: “Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?”. Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio» (Lc 9,52-55).
Il dramma dei nostri giorni è questo: non si conosce Cristo secondo verità. E i motivi sono tanti.
Tra questi ne menzioniamo due: il primo è che impera la mentalità di pensare che la Catechesi non serva, non sia obbligatoria, non sia necessaria e possa essere sostituita con altre attività pastorali. Ma la storia insegna che se non si partecipa almeno ogni quindici giorni alla Catechesi, è impossibile chiarirsi le idee. Si rimane con mille dubbi e in una conoscenza generica del mistero di Cristo, della Chiesa e del cristiano.
Il secondo motivo è che la sequela è possibile se si ama la correzione e la si vede come fonte di vera sapienza.
Oggi soffriamo una profonda crisi di identità cristiana perché soffriamo di una profonda crisi di autorità. In famiglia i genitori non sono più maestri per i loro figli, in Parrocchia non sono maestri i Sacerdoti per i fedeli. E questo perché non di rado si ha paura di parlare, di dire all’altro: “Questo pensiero non va bene, non è conforme ai pensieri di Cristo. Correggilo. Sii umile”.
La correzione – che prima di ogni cosa è correzione dei pensieri – fa parte della pedagogia di Dio, che non ha mai permesso al suo popolo di navigare nei pensieri del mondo, nei pensieri dei pagani.
Nel Vangelo di questa Domenica Gesù invita alla sequela, ma prima di ogni cosa rimprovera e corregge i suoi discepoli e quanti vogliono seguirlo, e lo fa con fortezza di Spirito Santo, con parole chiare e inequivocabili, con fermezza che taglia il fiato. Molti oggi si irriterebbero e andrebbero su tutte le furie dinanzi a correzioni del genere.
Una cosa dobbiamo noi comprendere: se non correggiamo quanti il Signore ci affida e li lasciamo nei loro pensieri errati e intrisi di ateismo o falsa religiosità, siamo spietati e non misericordiosi.
Più in generale, una società, una Scuola, una Chiesa, un’umanità che non correggono, con la vita e con le parole, coloro che camminano nelle tenebre sono una società, una Scuola, una Chiesa, un’umanità che non conoscono Dio, la sua sapienza, la sua pedagogia, il suo amore. Invece di essere strumenti di salvezza sono strumenti di perdizione, perché lasciano chi sbaglia nell’illusione di essere luce, mentre in verità è tenebra.
Catechesi e correzione dei pensieri sono per tutti vie necessarie da percorrere per seguire Gesù. Questo vale per se stessi e per gli altri.
Ci aiuti la Vergine Maria, nostra Regina e Maestra, a fare tesoro di ogni insegnamento dello Spirito Santo, a bramare la correzione quando sbagliamo e a saper illuminare con sapienza ogni coscienza che è posta dinanzi a noi ed è affidata alle nostre cure.
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