“Ascolta, Israele”…(Mc 12,29). Gesù, rispondendo allo scriba che lo interrogava, ci ha insegnato che è questo il primo dei Comandamenti che dona verità a tutti gli altri Comandamenti: aprire le orecchie del cuore perché ogni parola che esce dalla bocca di Dio penetri nel profondo del nostro essere e operi con tutta la sua potenza di grazia.
L’ascolto dell’Onnipotente è atteggiamento necessario per noi cristiani. Senza di esso la nostra fede è falsa e la nostra religiosità vana. L’ascolto infatti è la via per conoscere la volontà di Dio e poterla trasformare in nostra vita. Chi non ascolta il Signore non può far altro che concepire e coltivare pensieri e progetti umani che non salvano nessuno, generano tanto dolore e lasciano l’uomo nella sua morte spirituale.
La storia della salvezza, narrata nella Sacra Scrittura, è la testimonianza più eloquente di quanto tutto questo sia vero. Pensiamo per un istante ad Abramo, ad esempio. Il Signore gli chiese di camminare con lui, di ascoltare la sua voce e di saper aspettare il compimento della sua promessa. E tutto andò bene finché Abramo lo fece. Quando invece «ascoltò la voce di sua moglie Sara» (cf. Gn 16) che lo invitò ad unirsi alla schiava Agar per avere il figlio tanto desiderato, la sofferenza entrò in quella casa con prepotenza: Agar, rimasta incinta, si insuperbì; Sara si ingelosì, trattò il marito con asprezza e «maltrattò Agar tanto che quella si allontanò» dalla sua casa (Gn 16,6). Ismaele, il figlio nato dalla scelta sbagliata di Abramo, non ebbe una vita facile poiché visse come un onagro, in costante opposizione con coloro che incontrava (cf. Gn 16,12). Gli esempi in questa linea potrebbero essere tantissimi, basti pensare a Mosè che a Massa e Meriba ascoltò il popolo anziché il Signore e per questo non entrò nella Terra promessa.
Ma cosa significa ascoltare il Signore o se vogliamo, quando noi ascoltiamo veramente il Signore che parla? La risposta la si trova in quanto Gesù disse ancora allo scriba: si ascolta il Signore quando si è disposti ad amarlo “con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza”.
Con tutto il cuore: il cuore è la parte più profonda di noi stessi. In esso albergano le certezze su cui fondiamo la nostra vita, i desideri che ci spingono ad andare avanti, i sentimenti che dicono chi veramente siamo, le sofferenze e le lacrime nascoste che avvolgono molte nostre giornate, le speranze e le gioie che sono parte essenziale di noi. Ascoltare con tutto il cuore significa essere disposti a lasciare tutto ciò se questo non collima con le certezze, i desideri, i sentimenti, le sofferenze, le speranze e le gioie di Cristo. Ascoltare Gesù con tutto il cuore significa lasciare che sia lui a riempirci di lui, che sia lui a donarci il suo stesso cuore.
Con tutta la mente: la mente dice pensieri, modi di interpretare la storia e la vita stessa. I pensieri sono la ricchezza dell’uomo e la sua distruzione. L’uomo è il suo pensiero e guai se esso non è il pensiero di Cristo. È allora che si perde la pace, ci si tormenta, si commettono infiniti errori di valutazione e si fanno scelte gravide di conseguenze nefaste. Satana vuole conquistare i pensieri dell’uomo perché sa che così avrà il governo della sua vita e la potrà condurre su sentieri di morte. Ecco perché chi vuole ascoltare Gesù ed essere suo discepolo, prima di ogni cosa deve vigilare sui pensieri, non permettere che questi si conformino ai pensieri del mondo (cf. Rm 12,2). Ascoltare Gesù con tutta la mente significa addirittura, in molti casi, abolire i propri pensieri, essere capaci di rinnegarli per intero nella consapevolezza che sono proprio questi che impediscono di camminare con Dio e secondo la sua volontà.
Con tutta la forza: quando parliamo di forza, parliamo di disponibilità ad operare. Impiegare le proprie forze per un fine significa fare di tutto perché quel determinato fine si realizzi. Si pensi alla costruzione di una casa, agli sforzi di un atleta per raggiungere un determinato risultato, allo studio necessario per conseguire una laurea ecc. Ascoltare Gesù con tutta la forza significa allora essere disposti a dare a lui tutto se stessi per fare quanto lui ci chiede di fare. Senza risparmiarsi in nulla. Senza tornare indietro, costi quel che costi.
Si comprende facilmente che ascoltare il Signore non è cosa facile. È da qui però che tutto parte. Nessun Comandamento potrà mai diventare nostra vita se il cuore rimane di fango, la mente di acciaio e il corpo schiavo del peccato e del vizio.
Una certezza però dobbiamo avere: se vogliamo, possiamo, perché tutto è possibile a colui che prega. Rinnegare se stessi, abbandonare i propri progetti se questi non sono quelli di Dio, lasciarsi alle spalle un passato morto e sepolto per aprirsi al futuro nuovo che Cristo vuole realizzare con noi, smetterla di sciupare forze inutilmente per fare cose vane e spesso peccaminose, divenire un solo cuore, una sola mente, una sola missione con Cristo, è possibile. Bisogna però che noi lo vogliamo e chiediamo ogni giorno al Signore la grazia necessaria perché la sua volontà di compia in noi.
Ci aiuti la Vergine Maria, nostra Madre celeste, e ci prenda per mano perché come lei, anche noi, ci consegniamo interamente allo Spirito Santo.