La vita è un dono stupendo che il Signore ci ha fatto. È lui che nella sua misericordia ci ha pensati fin dall’eternità e ci ha voluti rendere partecipi del suo mistero di amore.
Non siamo nati per caso. Non siamo quelli che siamo, per caso. La nostra esistenza è legata per creazione alla sapienza creatrice di Dio Padre e non alla dea bendata, che tra l’altro non esiste. Possiamo non comprendere tutto della nostra vita, ma ciò non ci autorizza a disprezzare la vita né a voler essere ciò che non siamo. Piuttosto dobbiamo comprendere, per quanto possibile, la volontà che Dio ha su di noi, rivestendoci di grande umiltà e imparando ad ascoltare lo Spirito Santo che vuole parlare al nostro cuore. Solo nel compimento perfetto di tale volontà è la nostra pace. Fare altro significa cadere nell’insoddisfazione e in quel ritenere gli altri migliori o più “fortunati”.
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare» (Mc 13,33-34).
Il Vangelo di questa prima Domenica di Avvento è un invito ad occupare il posto che nella storia della salvezza il Signore ci ha assegnato nella sua sapienza. Questo posto solo noi lo possiamo occupare, e lo dobbiamo occupare grande fede. Dal nostro “sì” personale al progetto di amore di Dio nasce la salvezza per tanti nostri fratelli. Dobbiamo credere che la nostra collaborazione alla Redenzione è necessaria.
Tale collaborazione non è lasciata al caso. È ordinata e organizzata dal Padre celeste che tutto dispone con sapienza indefettibile. Se guardiamo alla nascita di Gesù – e in verità a tutta la sua vita –, ci accorgiamo che ogni cosa è calcolato nei minimi particolari. Ogni istante, ogni luogo, ogni evento risponde ad una particolare volontà di Dio. Gesù non nasce a Betlemme per caso, e Giuseppe e Maria non partono da Nazareth per caso, né Giulio Cesare comanda il censimento in quel particolare periodo per caso.
La fede è visione soprannaturale della propria esistenza. È vedere se stessi e gli altri inseriti in una mistero di amore sapiente.
Tuttavia la fede esige da parte nostra una costante laboriosità. Al Signore non piace la gente pigra. Lui ci ha creati per essere protagonisti della storia della salvezza e non “sanguisughe”. Vegliare, prima di tutto, significa fare bene ciò che il Signore ci chiede di fare. Ogni giorno è un dono stupendo che riceviamo dalla sua misericordia e che non dobbiamo sciupare. Questo è il modo migliore per attendere Gesù che oggi vuole nascere nel nostro cuore e un giorno tornerà glorioso sulle nubi del Cielo per portare nel suo Regno di luce eterna coloro che hanno creduto in Lui quale unico Salvatore del mondo. La nostra fede e la nostra laboriosità sono fonte di benedizione perenne per noi e per l’umanità intera.
Che la Vergine Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, ci ottenga la grazia di essere svegli e colmi di fede per tutti i giorni della nostra vita.
A questo link trovi la Liturgia di questa: I Domenica di Avvento
Qui trovi sguardo d’insieme e indice dell’Avvento 2017