Il giorno di Pasqua Gesù risorge. Il suo corpo martoriato dalla cattiveria dell’uomo è reso dall’onnipotenza di Dio spirituale, incorruttibile, immortale e glorioso. La morte è stata sconfitta per sempre e con essa il peccato che genera corruzione e decadimento ontologico ed esistenziale.
La Resurrezione è l’evento stupendo che rivela al mondo intero che la Luce non può essere soffocata dalle tenebre. La vittoria di coloro che avrebbero voluto chiudere in un sepolcro il Messia era apparente. Il Padre celeste ha permesso che tutto ciò accadesse, ma solo per manifestare la sua sconfinata misericordia, che vuole la salvezza del peccatore ed è disposto anche a sacrificare il suo Figlio unigenito perché il mondo creda che solo in Lui è la vita vera.
Gesù è risorto e non è geloso della sua vittoria. Vuole, anzi desidera ardentemente, che ciascuno di noi ne diventi partecipe e per tale motivo, da Risorto, continua ancora oggi a visitare la sua Chiesa, affinché trionfi sul male e diventi la prima testimone della sua resurrezione. È costante l’invito ad essere suoi apostoli di speranza che lui fa a quanti sin da subito va a cercare perché non si smarriscano nei loro pensieri. La Maddalena, le donne, i discepoli di Emmaus e gli Undici devono sapere che non sono stati ingannati. Lui ha vinto la morte ed ora regna glorioso. Tuttavia essi non possono tenere per sé la gioia della Resurrezione del loro Maestro. Devono portarla ovunque e dire al mondo intero che “chi confida nel Signore non rimane deluso in eterno, perché eterna è la sua misericordia e il suo amore è per sempre”.
Lo stesso invito Gesù, oggi, lo rivolge a noi. Bisogna che lo accogliamo, facendo nostre le parole dell’Apostolo Paolo che la Liturgia del giorno di Pasqua fa risuonare al nostro orecchio: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dov’è Cristo, seduto alla destra di Dio…» (Col 3,1).
Cercare le cose di lassù significa una cosa sola: realizzare Cristo crocifisso e risorto in noi. Questa è l’opera che Gesù ci chiede di fare. Ogni giorno, senza stancarci. Averlo contemplato nel dono che ha fatto di sé alla Chiesa e al mondo durante i giorni della Settimana Santa, non è sufficiente. Bisogna che ora usciamo anche noi dal sepolcro e iniziamo l’opera della nostra resurrezione. È quest’opera che deve essere il fine della nostra vita. Altre opere sono tutte vane, inutili, sterili, peccaminose, distruttrici della nostra umanità.
Cercare le cose di lassù significa per noi cercare Gesù. Non come lo cercarono le guardie capeggiate da Giuda il traditore nel Getsemani per catturarlo e crocifiggerlo; ma come lo cercò la Maddalena che non poteva vivere senza di lui. Se vogliamo celebrare la Pasqua in santità e giustizia, dobbiamo far sì che Gesù diventi l’unico desiderio del nostro cuore e il pensiero che orienta le nostre scelte.
Sarà Pasqua per noi se ci impegneremo con tutte le nostre forze a risorgere a vita nuova. Non domani. Oggi. In questo istante. Nelle piccole e nelle grandi sfide di ogni giorno. E’ vero, la Resurrezione rimanda alla vita eterna. Ma la vita eterna inizia oggi, qui e ora. La vittoria finale è solo la conseguenza di un cammino quotidiano di rinnegamento di sé per morire al peccato e diventare sempre più colmi di obbedienza e ogni altra virtù, conformi al nostro Maestro e Signore. Lui soltanto deve essere il Modello a cui guardare. La sua umanità redenta e capace di redimere dobbiamo ogni giorno impegnarci a realizzare nella nostra umanità. Altrimenti avremo perso tempo e celebrato un rito senza alcun senso.
Il giorno di Pasqua si dovrebbe poter dire: il cristiano è risorto in Cristo, alleluia! Ha vinto la morte. Ha vinto il peccato che voleva divorare la sua anima e il suo corpo. È uscito dal sepolcro e ora vive nel mondo per portare a tutti il lieto annuncio del Vangelo: “Gesù è il Signore. Lui mi ha salvato e redento. Può salvare anche te, se lo vorrai. Alleluia!”.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, che prima di tutti ha creduto nella Resurrezione del suo Figlio divino, accenda in noi il desiderio di cercare, amare e realizzare Cristo in noi, oggi e sempre. Amen.