Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là deposero Gesù (Gv 19,41) (…) Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro (Gv 20,1-9).
Mentre si celebra la Pasqua antica, non ci si è ancora accorti che questa Pasqua è finita per sempre. Ormai c’è la nuova Pasqua che bisogna celebrare ed è già iniziata sulla croce. Vive la Pasqua chi sa entrare con Gesù nella morte, poiché la sua Pasqua è dalla morte verso la vita. Gesù è il Risorto. Il Padre gli ha ridato con potenza quella vita che Lui gli aveva consegnato sulla croce.
Con la risurrezione di Gesù si capovolgono i valori sulla terra, nasce un nuovo modo di concepire la stessa religione: essa è fede che solo quella vita che si consegna al Padre, sarà ricolmata di gloria eterna. Se si nega questo evento, tutte le altre cose possono essere negate. Un morto nel sepolcro non può essere né capo e né salvatore, non ha un nome che è salvezza, conversione, perdono dei peccati.
Gesù risorge e la storia è costretta a rendere gloria all’Onnipotenza di Dio. Sono le stesse guardie i testimoni della risurrezione. L’opera umana non c’entra. Gesù vuole che i suoi giungano a Gerusalemme con questa verità storica nel cuore. Le illusioni non servono al loro cuore. Il vero principio della speranza è la verità. Chi vuole negare le opere di Dio lo deve fare solo peccando contro la verità storica.
Fino all’ultimo istante della storia sempre l’annunzio dovrà essere suffragato da alcuni segni. I primi segni della risurrezione di Gesù furono il sepolcro vuoto e ordinato. I segni che sempre dovranno accompagnare nel tempo l’annunzio che Gesù è il Risorto sono il sepolcro vuoto del nostro cuore, vuoto da ogni vizio, peccato, disobbedienza e l’ordine che è nel sepolcro del nostro cuore: ordine di verità, giustizia, santità, misericordia, ogni altra virtù. Chi vede un cuore senza vizi e pieno di virtù deve confessare che questa non è opera umana. Questa è opera della risurrezione di Gesù nel suo cuore e nella sua vita.
La risurrezione infine implica un ricongiungimento del corpo all’anima, perciò è degno di rispetto e cura e senza di esso non c’è persona umana, poiché da sola l’anima non è la persona umana. Il giorno del giudizio universale si compirà l’evento della risurrezione dei nostri corpi. Le anime si ricongiungeranno con i loro corpi resi incorruttibili e riceveranno la conferma del giudizio particolare. I giusti saranno separati dagli ingiusti e ciascuno avrà il destino che si è scelto con la sua condotta di vita su questa terra: “Verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna” (Gv 5,28). La fede nella risurrezione non consiste solo nel credere in qualcosa che accadrà nel futuro, ma nel vivere da risorti già nel tempo presente, uniti a Gesù nell’ascolto e ricordo del Vangelo, nella conversione quotidiana, nell’Eucaristia, preghiera e carità.
Se vogliamo risorgere con Gesù, è necessario accogliere la nostra croce ogni giorno, rinnegare l’orgoglio e l’egoismo, accettare le tribolazioni della vita per contribuire alla riparazione dei nostri peccati. Prima di accedere al trono di Dio, è necessario che siamo purificati, che siano estinti i nostri debiti e che siamo liberati per sempre dal male. Pertanto non dobbiamo angustiarci per le nostre tribolazioni, sapendo che sono poca cosa in confronto alla gioia eterna che Dio ci promette.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, aiutaci a scegliere Cristo Gesù per essere sempre con il vero Dio. Chi vuole essere con il vero Dio deve essere sempre con Cristo, in Cristo, per Cristo, morto e risorto. Angeli e Santi di Dio fate comprendere al mondo intero questa verità: il vero Dio è uno solo. È il Dio che ha risuscitato Cristo Gesù.
Autore: don Francesco Vardè (profilo Facebook)
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