A volte Dio decide di intervenire nella storia, Lui direttamente o per mezzo dei suoi inviati, in modo straordinario e misterioso, per manifestare la sua «luce che salva il popolo che cammina nelle tenebre e nell’ombra di morte e dirigere i suoi passi sulla via della pace» (cf. Lc 1,78-79).
Gli esempi sono tanti, sia nella Sacra Scrittura sia nella vita della Chiesa. Volendo rimanere nel contesto natalizio, basterebbe pensare all’Arcangelo Gabriele, che si presenta a Maria per manifestarle il progetto grandioso che Dio ha su di lei; a Giuseppe, che è chiamato dall’Angelo a prendere Maria come sua sposa, poiché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ai pastori, a cui viene annunciata dalla “moltitudine dell’esercito celeste”, nella notte Santa di Betlemme, la nascita del Salvatore; ai Magi, a cui è mandata la Stella perché giungano alla grotta e adorino il nato Re dei re, presentandogli in dono oro, incenso e mirra.
Gli interventi straordinari di Dio nella storia dicono la sua signoria sull’universo intero e il suo grande amore per noi che spesso siamo come storditi e smarriamo la via che conduce a salvezza. L’Onnipotente ci vede dall’alto, prova viva compassione per noi, e ci scuote dal nostro torpore spirituale, raddrizza i nostri sentieri e schiude dinanzi a noi orizzonti nuovi di verità e giustizia.
Egli sceglie il singolo per la salvezza di molti. Dopo averlo preparato, lo chiama con una vocazione particolare e lo costituisce strumento eletto nelle sue mani. A costui, o costei, chiede una perfezione più alta nella santità e un rinnegamento più profondo di sé. Chiede anche il martirio, che se non è quello di sangue è quello quotidiano nella fornace della pazienza. Ma al contempo dona anche una grazia più abbondante e non di rado carismi straordinari, oltre che un’assistenza particolare dello Spirito Santo affinché tutto si compia secondo la Sua volontà.
In tal modo Dio si prende cura di noi e immette nella nostra storia quella novità che nasce dal suo Cuore sapiente e attiva processi e dinamismi salvifici che noi mai potremmo immaginare, né tantomeno realizzare. Il Natale, che inizia con il concepimento di Gesù per opera dello Spirito Santo nel grembo purissimo della Vergine Maria, passa per la chiamata straordinaria di San Giuseppe e si compie nella capanna di Betlemme, è da leggersi anche in quest’ottica: il Creatore prende l’iniziativa e viene incontro alla creatura bisognosa di redenzione e di perdono. E tutto questo fa non per interposta persona, ma scendendo Lui stesso sul campo di battaglia.
Oggi però, purtroppo, una tale visione del Natale e della storia della salvezza è dimenticata, tanto da essere considerata folle da non pochi personaggi più o meno famosi che popolano la storia degli uomini. Il soprannaturale è messo da parte, vilipeso, frainteso e non di rado negato nelle sue condizioni di possibilità da menti corrotte che si trastullano negli areopaghi moderni, riducendo Dio ad un concetto filosofico o scientifico e dimenticando che Lui è vivo e vero e opera nella storia di ogni tempo con somma sapienza.
Accade così che o si è creduloni e ci si lascia ingannare dai falsi profeti e dalle false visioni oppure si è cristiani – e persino teologi – stolti, incapaci di cogliere l’azione salvifica di Dio nella storia.
Risulta evidente che celebrare il Natale con tali premesse è cosa contraddittoria e vana. Da un lato si dice di credere nell’Incarnazione del Figlio dell’Altissimo e nell’onnipotenza di Dio, dall’altro si nega il Suo mistero e la Sua libertà nel pensare, nel decidere e nell’agire.
Che Gesù Bambino ci aiuti ad invertire la rotta, a passare dal considerarlo come un semplice personaggio storico che non è più, al Dio vivo e vero che opera le sue meraviglie per la salvezza dell’umanità. Aiuti la Chiesa, e nello specifico i suoi Pastori, a discernere le vere e le false rivelazioni, i veri e i falsi profeti, ciò che è opera Sua da ciò che è opera del principe di questo mondo e dei suoi alleati. Aiuti ogni battezzato a celebrare il Natale secondo verità, per riuscire a collaborare fedelmente con Lui nell’opera della Redenzione.
La Vergine Maria e San Giuseppe, che in tale collaborazione sono stati perfetti, intercedano per noi presso il trono dell’Altissimo e ci ottengano la grazia di saperli imitare, ognuno secondo la nostra particolare vocazione.
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