In questa XXXII Domenica del Tempo Ordinario iniziamo a meditare il capitolo 25 di Matteo che ci accompagnerà fino alla fine dell’Anno Liturgico che come di consueto coincide con la Solennità di Cristo Re dell’Universo. Questo capitolo è molto importante per noi perché è il capitolo del giudizio.
La vita inizia e finisce. Essa è di breve durata su questa terra. Dura quanto un turno di veglia nella notte (cf. Sal 90). È un dono che dura un tempo finito e poi bisogna rendere conto di ciò che ne abbiamo fatto a Colui che ci ha affidato tale dono.
Ma su che cosa saremo giudicati? Quali saranno i principi ispiratori del Giudice supremo dinanzi al quale tutti ci presenteremo il giorno della nostra morte? Il giudizio sarà anzitutto sulla fede e le opere ad essa legate. È questo uno degli insegnamenti preziosi della parabola delle dieci vergini che siamo invitati a meditare questa settimana.
«Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi» (Mt 25,1-4).
L’olio che ci dobbiamo procurare perché la nostra lampada sia sempre accesa sono le opere della fede. È la fede che diventa vita, che si traduce in atteggiamenti, parole e opere, secondo la volontà di Dio. Quest’olio è necessario per essere pronti quando lo Sposo arriva, cioè quando giunge il tempo di lasciare questo mondo ed entrare nella dimensione dell’eternità. Chi ha quest’olio sarà accolto dallo Sposo celeste. Chi non ha quest’olio troverà la porta chiusa. Per lui sarà buio pesto. In eterno e per sempre.
La saggezza che ci è chiesta dunque è legata alla volontà di Dio, che va conosciuta e vissuta fino in fondo. È saggio chi si preoccupa ogni giorno – quando ancora c’è tempo – di sapere ciò che il Signore vuole da lui. Costui non permette ai suoi pensieri di trionfare, né si lascia condizionare dal sentire comune che non di rado è totalmente opposto a ciò che Dio desidera dai suoi figli.
Pensiamo oggi quante sono le tentazioni che possono portare piccoli e grandi a vivere in modo superficiale, a pensare che i dieci Comandamenti siano inutili, che l’uomo possa decidere di vivere senza alcun riferimento alla volontà di Dio, tanto non cambia nulla perché il bene e il male sono la stessa cosa.
La parabola delle dieci vergini contraddice una tale mentalità. Essa è un invito costante a custodire il legame con la volontà di Dio giorno per giorno, in tenera età e in età adulta, nella buona e nella cattiva sorte. Solo in questo legame è la vita nel tempo e nell’eternità.
Affermare che l’uomo possa o debba autodeterminarsi è intronizzare la stoltezza e indurre molti alla rovina. L’uomo infatti – che lo si voglia o meno accettare – è creatura bisognosa del Creatore in quanto creata a sua immagine e somiglianza (cf. Gn 1,26-27). Il legame con Dio è vitale e non secondario. Esso non solo va custodito ma anche alimentato in una costante ricerca di ciò che è gradito a nostro Signore.
I piccoli vasi, di cui si parla, sono le piccole scelte quotidiane che si è chiamati a fare. Esse vanno fatte nella sapienza dello Spirito Santo che indica via via il da farsi secondo Dio. La vita terrena è questa: un tempo che ci è dato per scegliere di servire il Signore, con umiltà e grande fede.
Per comprendere quanto sia vitale il legame tra noi e Dio pensiamo all’immagine della lampada e dell’olio. La lampada si accende se c’è l’olio. Non ci sono altre possibilità. L’olio è per la lampada la vita. Così è per il cristiano. Egli è vivo se vive di fede, se cioè ascolta il suo Signore e obbedisce prontamente ad ogni suo comando. Egli è luce del mondo se “ha con sé” l’olio della carità crocifissa che è perenne mozione di Spirito Santo. Se non lo ha, il cristiano è morto. La sua luce è spenta. Le tenebre l’avvolgono nel tempo e l’avvolgeranno anche per tutta l’eternità.
Credere fermamente che il legame con Dio è legame vitale e necessario è saggezza che va coltivata senza reticenza alcuna, perché solo in questo legame è la salvezza del singolo e della comunità tutta.
Che la Vergine Maria, Donna obbediente e Vergine saggia che ha sempre custodito e alimentato il legame con il suo Sposo celeste, ci aiuti ad imitarla perché anche noi viviamo nella luce e siamo luce di verità in questo mondo di tenebra.
A questo link trovi la liturgia della Parola di questa XXXII Domenica del Tempo Ordinario (A)