La storia è un linguaggio misterioso, che il Signore usa per parlare al nostro cuore e indicarci la via della salvezza. Essa diventa, a volte, l’unico modo per far sì che ognuno di noi si convinca che solo nella sua volontà è la nostra pace, la nostra felicità piena.
La parabola del figliol prodigo è in tal senso assai eloquente.
Il giovane ribelle decise di andare via, di abbandonare la casa del padre e di vivere seguendo il suo cuore. Decise, in poche parole, di non sottomettersi alle regole scritte dal Padre, perché erano regole scomode, impegnative, che richiedevano una costante crescita in sapienza e grazia. Decise di uscire dall’obbedienza alla Legge divina e preferì vivere facendosi legge a se stesso.
All’inizio tutto andò secondo i suoi piani. Si diede alla pazza gioia, sciupò i suoi beni nell’idolatria e nell’immoralità, assecondò ogni suo desiderio. Ma dopo poco tempo assaggiò le conseguenze amare della sua scelta e si trovò in mezzo ai maiali, dimenticato da tutti e privato della sua dignità di uomo.
Ecco il linguaggio misterioso di cui sopra: la storia.
Fu proprio quella storia di dolore che divenne per quel giovane via di salvezza. Quella sofferenza lo fece ravvedere. In un istante si ricordò di come viveva nella casa del padre e vide la miseria che avvolgeva la sua esistenza. Decise allora, per grazia di Dio, di ritornare a casa e chiedere perdono:
«Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre» (Lc 15,17-20).
Questa parabola, che non è lontana da quanto stiamo vivendo in questo tempo particolare, dice a noi il grande amore che il Padre dei cieli ha per noi. Egli sempre ci cerca, entra in relazione con noi perché impariamo a confidare in lui, ad ascoltarlo, a credere che solo lui ha Parole di vita eterna.
Egli ci lascia liberi, ma per amore – e anche per giustizia – deve lasciare che assaggiamo le conseguenze amare del nostro peccato di autodeterminazione. Non lo fa perché si diverte a vederci soffrire. Lo fa perché la storia, spesso, è la via estrema perché ci convertiamo.
Quando ci sentiamo onnipotenti, padroni della storia, capaci di governare il mondo intero, di essere noi i signori della vita e della morte, lui volge altrove il suo sguardo e noi siamo sprofondati nel baratro più profondo.
La storia, linguaggio misterioso, diventa per noi una medicina potente, quasi miracolosa. È un perfetto antivirus che ci libera dal male più oscuro: la superbia della vita, il pensare di non avere bisogno di Lui.
Usciremo dalla triste esperienza del corona virus COVID – 19. Il Signore non permetterà che i suoi figli soccombano. Ma riusciremo a debellare il virus dell’autonomia da Dio che sta oggi falciando intere Nazioni?
Tocca a ciascuno di noi essere saggio e rivestirsi di grande umiltà. I momenti difficili, di grande prova, devono servirci per imparare quanto sia vera la frase che Gesù ha pronunciato nel Cenacolo e vale per ogni uomo che vive sotto il cielo, ieri, oggi e sempre: «Senza di me non potete fare nulla» (cf. Gv 15,1-8).
È così. Senza Gesù, senza lo Spirito Santo, senza la Chiesa, senza la Vergine Maria, senza la grazia e la verità, non possiamo fare nulla. Lontani da lui non abbiamo futuro, e anche il nostro presente è buio e triste.
La storia questo ci sta insegnando, e noi non possiamo fingere di non capire. Gesù ci ama. È morto sulla croce per noi. Ha dato la vita, per dirci: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,28-30).
Dobbiamo credere in lui, amarlo, ascoltare la sua voce e diventare suoi discepoli e testimoni nel mondo.
Cristo è la nostra Vita, la nostra Speranza, la nostra Pace, la nostra Pasqua di resurrezione, il nostro Tutto. Non dimentichiamolo mai. Rifugiamoci nel suo cuore. Restiamo uniti nella casa del Padre, cioè nella perfetta obbedienza ad ogni Parola che Gesù ci ha insegnato e ci insegna per mezzo della sua Chiesa. Amiamo la Vergine Maria, nostra Madre e Regina, e mettiamoci tutti, sempre, sotto il suo manto di luce.
Ella ci aiuti, ci ottenga il perdono di ogni peccato e faccia sì che sappiamo fare tesoro di ogni esperienza che la storia ci presenta per la nostra salvezza.