Se ci pensiamo, c’è un particolare atteggiamento che accomuna i tre personaggi principali che ruotano attorno alla nascita di Gesù e che sono Maria, Giuseppe e i pastori. È il “senza indugio”.
Tutti loro non hanno avuto dubbi. Subito, senza fare storie, hanno detto il loro “sì” e hanno fatto quanto era stato loro ordinato di fare dagli Angeli.
La loro puntualità nell’obbedienza lascia stupiti. In un certo senso scuote la nostra coscienza, perché tutti, bene o male, ci rendiamo conto di quanto sia grande il nostro ritardo nell’esaudire i desideri che il Cielo ha su di noi. Con troppa facilità preferiamo i nostri desideri e ci facciamo più sapienti di Dio.
Un Anno è passato, ma noi siamo cresciuti nel “senza indugio”? Oppure stiamo ancora lì a trovare mille scuse per prendere tempo, per dire che non siamo pronti per consegnarci in toto al Signore che ci chiama, seppure secondo progetti e vocazioni molto differenti tra loro?
Nel nostro esame di coscienza generale di fine/inizio anno ci dobbiamo fare queste domande. E ad esse dobbiamo dare una risposta.
Non solo. Se ci accorgiamo che non siamo come Maria, Giuseppe e i pastori, dobbiamo correre ai ripari, altrimenti rischiamo di sciupare molti giorni – o addirittura mesi – del 2021.
Fare “senza indugio” quanto il Signore ci chiede è urgente più che mai. In un anno possiamo produrre 100 oppure 50 oppure 10 oppure molto di meno. Tutto dipende dal nostro essere o meno in comunione con Cristo Gesù, lo Spirito Santo e il Padre celeste. Dire “sì” al loro amore il 1 gennaio oppure dirlo il 10 giugno, ad esempio, è assai differente. In sei mesi di cose se ne fanno tante. In sei mesi si può crescere e non poco in conoscenza e virtù.
Nel nuovo Anno potremo costruire una torre sulla solida roccia, curata nei piccoli particolari, oppure un castello di sabbia. Dipende da noi, dal nostro cuore, dalla nostra volontà. Il Signore ha in menti grandi cose per noi, ma non può realizzarle senza la nostra fattiva collaborazione.
Una cosa è certa: se indugiamo, non riusciremo a fare tanto.
Diceva a ragione San Paolo che il tempo si è fatto breve (cf. 1 Cor 7,29). È urgente dire “sì” oggi, in questo istante. È urgente accogliere il Vangelo sine glossa, perché il mondo non lo conosce più e preferisce altre parole. È urgente farlo risuonare in ogni famiglia, nelle Scuole, nelle Parrocchie, nel mondo “di carne e ossa” e in quello online. È urgente lasciarsi avvolgere dalla luce di Cristo per divenire in Lui “luce del mondo e sale della terra”.
Tutto questo – e molto di più – è urgente, perché la salvezza non è una fake news. È al contrario realtà sempre attuale, necessità ontologica ed esistenziale per tutti, invito pressante che viene a noi dal nostro Salvatore e dalla sua Chiesa.
Il “senza indugio” dei pastori che si sono recati a Betlemme, il “destatosi dal sonno, fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore” di Giuseppe, la “fretta” di Maria nel recarsi dalla cugina Elisabetta, diventino il nostro stile di vita in questo 2021 che inizia.
Ognuno di noi faccia del suo meglio e non tema di scegliere Cristo come unico Maestro e Signore.
La Vergine Maria, Madre di Gesù e Madre nostra interceda per noi e il Figlio dell’Altissimo ci renda forti nella fede, pazienti nella speranza e perseveranti nella carità.
A tutti noi e all’umanità intera gli auguri più belli per un 2021 di santità, di conversione al Vangelo, di luminosa consapevolezza che grandi cose vuole fare in noi e per noi l’Onnipotente.
Santo è il suo nome ed eterna è la sua misericordia!